SU CACCIA, CLAUDIO CAPONE E MARIO RIGONI STERN

La notizia della scomparsa dell’ ottimo doppiatore Claudio Capone avvenuta il 23 giugno scorso in Scozia durante un servizio per girare un documentario sulla caccia mi ha doppiamente lasciato l’ amaro in bocca: uno per la sua morte e due il sapere che un attento osservatore e descrittore delle meraviglie della natura era anche un cacciatore convinto e di quelli, secondo me, delle peggio specie. Infatti cacciava all’ estero: Ungheria, Russia, Africa, Scozia…
Le riviste venatorie sono pieni di necrologi dell’ Urca, Arcicaccia e &.
Tanto per restare in tema ricordo che a giugno, a 86 anni, è morto anche lo scrittore Mario Rigoni Stern ( Il sergente nella neve ) altra icona dei cacciatori, ma lo scrittore a differenza di Capone non faceva mistero della sua passione e spesso veniva esibito come bandiera culturale alle loro riunioni.

Franco Galeotti
Firenze

Invece non si può neanche lontanamente confrontare Capone con Rigoni Stern, da te ricordato, grande uomo, scrittore, cacciatore (serio, non sparatore!), e per quest’ultimo motivo grande amante della Natura selvaggia (in particolare della montagna, anzi delle sue Montagne, che ha sempre cercato di difendere con i suoi scritti da speculazione, turismo di massa e banalizzazione).
Mario Rigoni Stern ha vissuto – e proprio per questo amava – la Natura e la Montagna, ne ha gustati gli odori, i colori, i rumori, i paesaggi, la fatica dell’ascesa e i pericoli della discesa (a piedi, ovviamente!), le albe, i tramonti, il freddo e l’umidità che penetra nelle ossa, le intemperie spesso flagellanti, la neve ed il ghiaccio: insomma, l’ha vissuta veramente (come non fa più la maggioranza dei nostri cacciatori di montagna) e per questo l’ha descritta poeticamente ed amata profondamente.
E’ stato per molti anni Socio dell’AIW (Associazione Italiana per la Wilderness), della quale sono Vicepresidente, e questo è sempre stato un grande onore ed un vanto per l’Associazione: per i cacciatori seri è stata un’icona, un modello culturale, spesso – purtroppo – un alibi; per gli ambientalisti nostrani (non, ovviamente, per gli animalisti, che sono lontani 1000 miglia dal mondo naturale) dovrebbe essere un esempio e un modo nuovo di comprendere la Natura, cercando di capire anche le motivazioni almeno di alcuni di coloro che, a loro avviso, sono dall’altra parte della “barricata”.

Riccardo Tucci
Vicepresidente Associazione Italiana per la Wilderness

Mi permetto di precisare che Mario Rigoni Stern era ed è rimasto fino all’ultimo un cacciatore convinto, alla Aldo Leopold, per intenderci (conservazionista cacciatore).
Desta inoltre in me, vecchio socio WWF (Tessera n. 275), come i giovani soci di oggi si meraviglino del fatto che un cacciatore possa essere anche un amante della Natura: si sono forse dimenticati che a fondare il WWF (nazionale ma anche internazionale) siano stati in gran parte dei conservazionisti cacciatori? Non si dovrebbe mai rinnegare le proprie radici!
Preciso, inoltre, che Mario Rigoni Stern è stato assai più di un Socio dell’AIW. Egli fu tra i primi membri del “Comitato Sostenitore dei Documenti Wilderness”, iniziativa tra l’editoriale e l’epistolare che fu la base su cui fu poi fondata l’Associazione Italiana per la Wilderness. E, per tale ragione, egli fu poi nominato Socio Onorario della stessa.

Franco Zunino
Segretario Generale AIW