Dopo anni di controversie, la Provincia canadese della British Columbia si è finalmente impegnata per una protezione di gran parte delle sue foreste pluviali costiere – tra l’Alaska a nord e l’Isola di Vancouver a sud -, trovando un accordo tra le ditte boschive proprietarie, le popolazioni indigene native e gli ambientalisti. Così, un’area grande quanto due volte il Belgio (1,8 milioni di ettari) è stata posta sotto protezione come Great Bear Rainforest. Essa sarà gestita come un santuario per specie quali l’Orso bruno, l’Orso nero (compresa la sua rarissima varietà di colore bianco, che i nativi definiscono “Spirit Bear”, cioè Orso Fantasma), il Lupo, il Ghiottone, le Aquile (reali e di mare a testa bianca) ed altre rare specie di uccelli da preda. Si tratta di una zona costiera estremamente frastagliata di fiordi con impetuosi fiumi e torrenti che accolgono il 20% della popolazione mondiale di Salmone. Qui è inoltre presente uno degli uccelli marini più rari d’America, l’unica specie nidificante sugli alberi: l’Urietta marmoreggiata (Brachyramphus marmoratus).
La grande umidità che caratterizza queste foreste pluviali temperate fa sì che gli incendi siano sempre stati rarissimi, cosa che permette la crescita di alberi giganteschi, anche attorno ed oltre i mille anni di età.
Tra le aree sottoposte ad una stretta protezione ambientale, grazie a dei finanziamenti compensativi di un fondo di 120 milioni di dollari appositamente istituito, vi sono quelle appartenenti alle genti indigene delle cosiddette Prime Nazioni, per un totale di circa 200.000 ettari, e tra esse quella di 103.000 ettari denominata Kitasoo Spirit Bear Conservancy, sull’isola di Princess Royal. “L’accordo raggiunto”, ha detto il Primo Ministro della British Columbia, “rappresenta una matrimonio che bilancia le esigenze dell’ambiente con le esigenze di lavoro delle comunità locali”; ed altrettanta soddisfazione hanno espresso i leader di queste comunità: “noi oggi possiamo godere di una stabilità culturale, ecologica ed economica”. Le operazioni di sfruttamento forestale potranno infatti continuare ma saranno sottoposte ad una stretta disciplina che preserverà gli aspetti ambientali. Una decisione che, secondo gli ambientalisti canadesi, potrà divenire un esempio anche per la futura gestione di gran parte del bacino amazzonico ed altre zone forestali della Terra dove sussistono situazioni similari.
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