WORLD WILDERNESS WATCH NEWS
Notizie dal mondo sulla preservazione e gestione della risorsa Wilderness
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AMBIENTALISMO AMERICANO … CONTRO CORRENTE
Sì, controcorrente potrebbero essere definite certe iniziative dell’ambientalismo americano, tanto si distingue da ciò che di solito fa l’ambientalismo italiano, condizionato, forse, anche da una cultura ricreazionista ed animalista, che è dominante nel nostro Paese. La Save-the-Redwood League (Lega per la protezione delle Sequoie), ha recentemente emesso alcuni comunicati ai suoi iscritti. In due di essi si può leggere: 1) tra i benefici degli incendi meno disastrosi c’è il fatto che riducono l’accumulo di sostanza organica nel sottobosco che, quando eccessiva, alimenta poi gli incendi più disastrosi; essi inoltre preparano il terreno per la germinazione dei semi delle Sequoie, che solo così riescono a rinnovarsi; essi servono anche a tenere sotto controllo le specie esotiche invasive; 2) con l’aiuto di varie associazioni e fondazioni, dal 2002 ad oggi sono stati smantellati 72 chilometri di strade forestali, rimboschiti più di 640 ettari con giovani pianticelle di Sequoie e installato strutture per la risalita dei salmoni.
Da noi solo impegni per demonizzare gli incendi, quando non realizzazione di strade o di sentieri ed altre strutture turistiche e … grandi impegni contro i cacciatori!
“COMPRARE LA TERRA”: UN ESEMPIO DALLA CALIFORNIA
Lo scorso anno l’ambientalismo americano, che, al contrario di quello nostrano, è fatto più di conservazionisti che non di ecologisti, ha festeggiato una nuova grande vittoria: la firma di una convenzione per la protezione di una proprietà privata (un “ranch, come li chiamano loro) di 71.200 ettari, in California, trasformata in una Conservancy (cioè un’area privata gestita per fini ambientalisti per decisione autonoma dei proprietari). Ciò è stato possibile grazie ad una coalizione di associazioni ambientaliste guidate dalla famosa Audubon Society. Con questa convenzione si consente alla società proprietaria, la Tejon Ranch Company, di organizzare liberamente un piano di sviluppo sul rimanente parte del 10% della proprietà. E, inoltre, si assicura un impegno per l’acquisto di altri 24.800 ettari di terreni da accorpare alla Conservancy. Il successo è stato ampiamente lodato sia dal Governatore della California, l’ex attore Arnold Schwarzenegger sia dal New York Times.
L’area così preservata ha una grandissima importanza per la presenza di vari ambienti, da quelli di prateria a quelli di boschi desertici di alberi di Giosuè e querce, ma anche di conifere, dove vivono più di due dozzine di specie di animali e piante ritenute a rischio d’estinzione dalle leggi statali e federali, e, tra esse, anche il rarissimo Condor della California.
LA SALVAGUARDIA DELLA WILDERNESS NEGLI USA
Per dare un’idea dell’impegno dei politici americani, di sinistra e di destra, nella salvaguardia degli ultimi lembi wilderness del demanio pubblico rimasti negli USA, è emblematico un’analisi delle proposte legislative presentate e discusse in varie fasi dei loro iter, durante la scorsa 110° legislatura: 28 proposte legislative per la tutela di quasi 10 milioni di ettari, di cui 15 presentate da Democratici, 5 da Repubblicani, ed 8 insieme da Democratici e Repubblicani. Di esse solo una ha terminato il suo iter ed è stata definitivamente approvata e promulgata dal Presidente Bush. Le altre sono ancora in discussione e sono state ripresentate nell’attuale legislatura.
IN CANADA, UNO STORICO ACQUISTO DI FORESTE
La Nature Conservancy canadese, con l’aiuto di fondi governativi, lo scorso anno ha proceduto a quello che è considerato il maggior acquisto di foreste da parte di un organismo privato per fini di conservazione: 55.000 ettari, nella British Columbia centro-meridionale. La proprietà, denominata Darkwoods (Boschi oscuri) e formata da vallate remote, montagne e laghi, viene a fare corpo unico con diverse aree protette governative ed aree gestite per la tutela della wilderness per oltre 100.000 ettari, dove vivono Caribù, Orsi bruni ed altra fauna, ma, soprattutto, estremamente ricca di biodiversità, con lembi di foreste vergini, praterie alpine e vallate ricche di acque e laghi. Qui vivono almeno 29 specie di fauna e flora ritenute a rischio d’estinzione dalla Provincia.
ANCHE IN ECUADOR SI COMPRA LA FORESTA!
“L’acquisto della terra è spesso il miglior modo per proteggere le foreste ecuadoregne”. Lo ha scritto la benemerita associazione Fauna & Flora Preservation Society, la più vecchia del mondo in campo internazionale, nel giudicare le problematiche da essa affrontate per proteggere una striscia di foresta del minacciato albero di Chocó. L’area interessata dall’acquisto che l’associazione sta portando avanti con l’aiuto delle comunità locali e di alcune Fondazioni, denominata Awacachi Corridor, dovrebbe unire due ampie Riserve Naturali. In nove anni di impegno sono già stati acquistati 11.500 ettari, che andranno ad ingrandire il blocco di 350.000 ettari delle due Riserve. E pensare che in Italia c’è ancora chi deride l’idea di comprare i boschi per preservarli per sempre quando, sostengono, si possono imporre vincoli d’autorità senza spendere soldi (cosa che le nostre leggi consentono, alla faccia della democrazia!).
PER AMPLIARE UN PARCO NAZIONALE, ACCORDI CON PRIVATI
Il famoso Great Smoky Mountains National Park (Parco Nazionale delle Montagne Fumose), la più vasta area protetta dei Monti Appalachi, è stato recentemente ampliato di fatto grazie ad un accordo tra varie organizzazioni pubbliche e private per la conservazione della natura ed una società che ai suoi confini possiede e gestisce un vasto bacino idroelettrico. Circa 4.000 ettari di foreste chiuse tra il Parco Nazionale, una Foresta Demaniale ed un’Area Wilderness sono stati protetti mediante un accordo che assicura loro diverse forme di conservazione. Quaranta ettari di zone sommerse dal lago artificiale sono stati scambiati con 65 ettari di boschi di elevato valore biologico; una conservazione permanente è stata assicurata con un’opzione alla Nature Conservancy per 2.400 ettari, i cui diritti di proprietà verranno successivamente ad essa ceduti, che li potrà così trasferire al Parco Nazionale; inoltre, per altri 1.600 ettari è stato stipulato un accordo di conservazione della durata di 40 anni, in attesa che una legge federale li possa accorpare al Parco Nazionale.
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