Relazione Attività
ATTIVITA’ DI CONSERVAZIONE
Anche quest’anno si è riusciti a chiudere l’anno con almeno una nuova Area Wilderness, sebbene non di grande estensione (solo 85 ettari), però importante come principio per giungere ad auspicabili futuri ampliamenti visto che essa fa parte del grande selvaggio complesso del Monte Carmo, l’ultima “montagna” alpina della Liguria. La designazione è avvenuta da parte del Comune di Giustenice (Savona), che già lo scorso anno aveva designato, unitamente al limitrofo Comune di Magliolo, l’importante grande Area Wilderness Alta Val Maremola.
In realtà altri pur minimi successi ci sono stati, sebbene non conferibile ad attività particolari, bensì alla casualità e alla beneficienza di alcune persone che anche quest’anno hanno voluto donare all’AIW alcune loro proprietà terriere. In un caso comportando anche l’ampliamento dei settori che compongono l’Area Wilderness Rocca di Calderara. (Imperia).
Sono state però anche avanzate diverse proposte di nuove Aree Wilderness, sebbene non se ne sia potuta portare a conclusione alcuna: in particolare, sollecitando il già proposto studio per una modesta Area in Comune di Serrone (Frosinone), ma anche per un suo ampliamento ai Comuni viciniori di Roiate e Olevano Romano. In provincia di Roma sono state anche avanzate altre due proposte, una in Comune di Ciciliano (per un settore dei Monti Ruffi), ed un’altra in Comune di Pisognano per la parte più meridionale dei Monti Prenestini (dove, a nord, già esiste l’omonima Area Wilderness). Sono poi stati presi contatti per giungere all’ampliamento dell’Area Wilderness Val Parina, in Lombardia, la quale potrebbe presto venirsi ad estendere anche su alcuni Comuni limitrofi. Richiesta di accorpamento di terreni interni all’Area Wilderness Bric Gettina, quali sue Zone di Tutela Ambientale, è stata avanzata anche al Comune di Tovo San Giacomo (Savona).
Il problema fondamentale di queste aree è che i Comuni che le dovrebbero designare spesso hanno scarsi interessi culturali e sono piuttosto interessati solo a proposte che portino all’ottenimento di finanziamenti pubblici. Purtroppo, un vezzo tutto italiano, per cui gli amministratori comunali quasi sempre preferiscono dare l’assenso ad aree protette poi inamovibili (come Parchi e Riserve Naturali) i cui vincoli finiscono però per cadere solo sulla testa dei loro cittadini ma che sono foriere di soldi pubblici per la loro gestione, sebbene poi, magari, i soldi non giungono, mentre i vincoli restano! Al contrario le iniziative spontanee di tutela ambientale hanno perlopiù solo un mero valore culturale e turistico, che spesso, specie se comportano impegni di conservazione, purtroppo non suscitano interesse per le collettività locali.
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