Lungo le falde delle montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo è stato filmato un branco di cinghiali formato da non meno di 80 (forse anche 100) individui! Il che può lasciare immaginare quali danni essi possono arrecare all’agricoltura locale, alla biodiversità floristica e all’alimentazione (competizione) dell’Orso marsicano! Come si può immaginare, con la conseguente inevitabile futura crescita numerica dei branchi la prossima primavera. Nonostante questo, sia i cacciatori sia gli anticaccia si stano battendo in tutta Italia per ridurre il numero dei prelievi di quest’animale! Invece questa massiccia presenza, specie nell’area del Parco d’Abruzzo, peraltro già segnalata in tante altre occasioni, è segno di quali serbatoi si possono trasformare le aree protette quando per principio non si vuole consentire la riduzione delle specie in eccesso. Cosa che non avviene neppure negli storici Parchi Nazionali americani, dove la riduzione delle specie in eccesso è invece regolamentata attraverso abbattimenti venatori selettivi. Se in Abruzzo si vuole veramente salvare l’Orso marsicano, sarebbe bene che, prima di altri provvedimenti più o meno fantasiosi, si pensi ad organizzare e consentire questi interventi, sia per i cinghiali sia per i cervi.
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