Il “tana liberi tutti” pare sia scattato anche per gli orsi marsicani! Dai primi di aprile ad oggi, sono già ben 4 (quattro!) le segnalazione di orsi in aree esterne, ma molto esterne, al Parco Nazionale d’Abruzzo! Si è iniziato con l’altopiano del Rascino (Rieti), poi la Valle Peligna da Introdacqua a Sulmona, poi ancora la Val Voltigno nel Gran Sasso pescarese, ed infine tra Castel di Sangro e Roccaraso (all’interno di una lunghissima galleria stradale: pare che fosse il cucciolo dell’orsa investita e morta l’inverno scorso!). Tutti luoghi dove, per stessa ammissione del nuovo intraprendente direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Luciano Sammarone, la presenza di individui di orso “testimonia la vitalità della popolazione d’origine” (sebbene, di avvistamenti nella zona “d’origine” non ve ne siano o siano finora estremamente scarsi, a dimostrare una mortalità piuttosto che una vitalità della popolazione!). “Gli orsi si muovono sul territorio dove ci sono tante aree potenzialmente idonee”, ha proseguito: peccato che aree del genere ne esistono a bizzeffe, dalla Calabria al Piemonte! Per non dire poi dei tanti decantati “corridoi ecologici e le aree di connessione tra parchi e riserve” secondo quanto giornalisticamente fatto dire al Presidente del Parco del Gran Sasso. Quasi un voler dire che gli orsi marsicani in Appennino centrale stanno bene dappertutto. E chi ha mai messo in dubbio la validità dei “corridoi” montani? Che però, non l’uomo ha realizzato, ma la natura stessa attraverso la morfologia delle montagne e gli habitat naturali! L’uomo, caso mia, cerca di chiuderli tutti alla caccia e, magari, imponendo anche tutta una serie di altri vincoli. In pratica, tra non molto non avrà più senso parlare di Parco Nazionale d’Abruzzo, Parco Nazionale della Majella, Parco Nazionale del Gran Sasso-Laga, Parco Nazionale dei Sibillini (perché no, sebbene nelle Marche?), Parco Regionale del Sirente-Velino, Riserva Regionale dei Monti della Duchessa, Riserva Naturale del Lago di Campotosto, Riserva Regionale Lago di Penne, Parco Regionale del Matese, Parco Regionale dei Monti Lucretili, Parco Regionale dei Monti Simbruini. Li si abroghino tutti e, per salvare l’orso, si costituisca un unico GRANDE PARCO NAZIONALE APPENNINO CENTRALE! Purtroppo, magari presto dovremo proprio sentirci fare questa proposta, pur di non voler riconoscere che da decenni si è sbagliato qualcosa nella gestione del Parco Nazionale d’Abruzzo, soprattutto per la primaria finalità di preservarvi una vitale popolazione di Orso marsicano! In fondo sarebbe bastata la semplice, terra terra (è proprio il caso!), soluzione di ritornare a seminare i campi e riportare greggi di pecore sui pascoli! Troppo banale, troppo facile, troppo semplice! Tanto semplice che non serve neppure più laurearsi! Mentre una laurea serve (a voglia se serve!) per battere cassa all’Europa, per progetti di telecontrollo, catture e ricatture, spostamenti di individui, mettere, togliere e controllare radio-collari, inventare pollai anti-orso, disporre sistemi elettronici di dissuasione, prelievi e analisi di dna, e via dicendo. E, allora, se proprio non si può fare in modo di ricreare un’unica popolazione di orso marsicano, cosa che faciliterebbe loro la ricerca dei sessi, gli accoppiamenti e la riproduzione… se ne importino e liberino (perché no?) esemplari loro i “cugini” dall’aldilà dell’Adriatico affinché anche gli sparuti nuclei in cui si sta frammentando la popolazione, trovino compagne e compagni! In quanto all’utopico grande Parco Nazionale interregionale (perché no, anche questo?): farebbe certamente felici gli ambientalisti anticaccia e i politici: si immagini quale apparato potrà crearsi per la gestione di un Parco dove vi ricadrebbero migliaia di paesi, Comuni, intere Province e Regioni! Una manna! Resterà solo un’isola felice: quella dello storico Parco Nazionale d’Abruzzo, nel quale, rimanendo privo di orsi marsicani, verranno meno i tanti problemi con le popolazioni locali (in fondo, per iperbole, questa ipotesi fu anche esaminata nel famoso Parco di Yellowstone, quando si studiò come risolvere i problemi che l’aumento dei grizzly stava creando alla gente locale). Una soluzione anche questa! Al massimo vi si potrebbe mantenere, come nel noto romanzo e film “Il deserto dei Tartari”, qualche funzionario ad attendere l’eventuale ritorno di qualche orso, qualora, dovesse avere necessità di un… ricambio di collare!
Murialdo, 12 Maggio 2020 Franco Zunino
Segretario Generale AIW
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