ORSO MARSICANO: PROBLEMA “RISOLTO” CON METODO ITALIANO!

Al solito le autorità sono campione nel travisare i fatti, nel cambiare nome alle cose per dire di aver risolto un problema, o nel dire che un fatto non sia un problema: è infatti questa la maniera più semplice per risolverli… senza risolverli, ma facendo credere di averlo fatto!

    Sull’annoso problema dell’Orso marsicano (ormai grande quanto una montagna abruzzese, Majella o Gran Sasso!) l’ultima uscita è quella che le autorità del Parco d’Abruzzo hanno dato per giustificare – con uno sproloquio di parole che finiscono per non dire nulla e sembrano avere l’evidente scopo di disinformare e distrarre i lettori dal vero problema (il fatto che gli orsi stanno girovagando per il Centro Italia perché hanno fame) – la presenza dell’orsa “Amarena” e i suoi quattro cuccioli in continuo spostamento in aree fuori Parco.
 
    Ciò, senza mai dare una spiegazione ai veri motivi per cui l’animale si starebbe spostando in continuazione non tanto da una montagna all’altra (cosa che sarebbe abbastanza logica, se avvenisse nell’ambito della sua corea rea!), ma, assurdamente, da un paese ad un altro: come se fossero i paesi il loro habitat naturale! Hanno anche scritto che la “densità nella core area continua a crescere”, ma lo hanno solo dichiarato, e non già dimostrato come sarebbe stato il caso di fare. lnfatti, al quasi 30 di aprile del 2021 ancora non è uscito un comunicato stampa che ci dica quanti cuccioli sono nati nel 2020 e quanti individui di orso marsicano formano oggi la popolazione! In pratica, un successo dichiarato ma non dimostrato!
 
    Scrivono che sia normale che gli orsi si avvicinano ai paesi, ma non dicono come mai nelle centinaia di anni prima questo non avveniva. Scrivono che “un orso confidente è un orso che ha subito un processo di abituazione all’uomo”, ma non dicono come mai questo processo sia avvenuto in questi ultimi decenni e non già nei secoli precedenti. Trovano quasi normale che un orso vada a spasso d’inverno a cercare cibo, quando per centinaia di anni ciò non era mai successo (perché d’inverno gli orsi vanno in letargo se sono satolli; e se restano fuori è perché sono ancora affamati, in quanto solo il bisogno di cibo può costringerli a rinunciare al letargo!). E se sono affamati, se non la conoscenza della loro biologia almeno la logica dovrebbe portarci a concludere che in autunno non hanno trovato cibo a sufficienza.
 
    E poi, si batte il tasto sulla continua necessità di allargare il Parco per “inseguire” i loro spostamenti; in pratica di inseguire gli orsi a colpi di decreti, per cui,  di questo passo, presto si arriverà a proporre di allargare i Parchi fino ad includere Roma, Pescara, Chieti, l’Aquila, Frosinone ed Isernia, in un mega Parco Nazionale delle Regioni Abruzzo-Lazio-Molise! Il primo passo dell’area contigua imposta con metodi tutt’altro che democratici (almeno secondo una democrazia liberale!) è stato già compiuto. Purtroppo è con questo metodo che in Italia (ma anche nella UE) si istituiscono le aree protette!

    Ci si allieta del fatto che presto i 4 cuccioli di Amarena presto prenderanno la loro strada indipendente, ma ci sia guarda bene dal dire che, purtroppo, avremo altri 4 orsi “domestici” in giro per il Centro Appennino, e più al di fuori delle aree protette che non al loro interno! E ciò perché la mamma “Amarena” gli ha ormai insegnato che dove c’è l’uomo c’è cibo, ovvero nei Paesi! Orsi barboni ad elemosinare galline, conigli, tacchini, qualche pecora e sacchi di grano e di mais nei magazzini e nelle stalle!
 
    Hanno scritto: “Speriamo che quanto sta accadendo ed è accaduto con Amarena, non ci porti a moltiplicare i ‘problemi di abituazione’ per 5 orsi differenti”. Ovvero, le autorità sperano! Non prendono provvedimenti, ma sperano! Ignorando che anche lo stesso antico proverbio rurale dice che chi vive sperando muove c…do. In pratica non cercano di riportare l’orso nel Parco, ma dicono che deve essere la gente ad abituarsi a convivere con l’orso. Solo che un tempo lo si diceva, nel senso di accettare la presenza dell’animale nelle loro montagne e foreste e campagna vicinali (dove, li sì il cibo era anche di origini antropiche, ma almeno non era nei paesi!), mentre oggi lo si pretende nelle piazze e nelle vie dei paesi, e si danno anche regole ai cittadini di come comportarsi!
 
    Ecco, è così che si sarebbe “risolto” il problema Orso marsicano! E, purtroppo, anche la politica tace, anziché aprire un inchiesta sul perché questo problema si protrae ormai da decenni! Dando magari retta solo a chi chiede loro ancora altri impopolari decreti di vincolo su ancora altri territori: intanto i vincoli li subiscono le popolazioni locali e non certo quella urbana delle grandi città sempre più popolate da cittadini animalisti che soddisfano i loro piaceri e desideri di Natura sulle spalle del mondo rurale. Metodo italiano! E più italiani di così non si potrebbe essere!    
 
Murialdo, 21 Aprile 2021                                                 Franco Zunino
                                                                               Segretario Generale AIW
                                              (primo studioso sul campo dell’Orso marsicano)