- «Mi garantisce che questa persona non ha avuto accessi a documenti riservati […] e soprattutto mi garantisce che neanche un euro dei soldi pubblici è stato speso per questa persona. E queste sono le cose che a me interessano per i profili di governo, poi il gossip lo lascio ad altri». Parole della premier Giorgia Meloni in merito alla polemica scaturita dalla nomina di una persona quale consigliera del Ministro della Cultura, di cui ai recenti fatti di cronaca politica. Ecco, sembrerebbe un comportamento saggio, se non fosse che sia il classico modo con cui si cercano di salvare le persone coinvolte in scandali o ruberie pubbliche. E non è affatto il modo giusto, perché è ovvio che chiunque sia coinvolto in cose poco chiare, o abbia commesso mancanza o tenuto comportamenti riprovevoli, se interpellato dai superiori, essa dia le assicurazioni del caso a sua discolpa. Correttezza vorrebbe che oltreché interpellare direttamente l’interessato, il superiore o chi per esso non si limiti a sentire, appunto, l’interessato, ma anche chi ha segnalato il fatto o la mancanza o criticato il suo comportamento. Prendiamo il caso delle tante segnalazioni di discutibile gestione delle popolazioni degli orsi e dei lupi italiani che in tanti hanno segnalato o segnalano o protestano presso le autorità. Ovvio che se le stesse si limitano a chiedere chiarimenti alle persone responsabili, queste rispondano come ha risposto alla premier Meloni il Ministro della Cultura: tutto va bene signora la marchesa! E invece NO, spesso le cose non vanno come le persone coinvolte hanno tutto l’interesse a sostenere, e a far credere, asserendo che di problemi non ne esistono o che sono stati risolti. Per cui, oltre che doverosamente chiederlo alle persone eventualmente responsabile o coinvolte, le autorità superiori che vogliono appurare la verità vera e non giù quella di comodo, dovrebbero chiedere spiegazioni o chiarimenti anche a chi si lamenta e segnala i disservizi o la mala gestione. Purtroppo in Italia vige la regola massonica di chiedere solo a chi darà la risposta che ci si aspetta, che non crei problemi. Ed è così che tanti problemi non si risolvono mai e anzi spesso si perpetuano e irrancidiscono. Che sia per questo che da anni le tante segnalazioni alle autorità da parte dei portatori di interesse che anche si preoccupano della difesa dell’orso marsicano non ottengono attenzione da parte di chi dall’alto dovrebbe valutare le segnalazioni, proposte e critiche su quanto da anni sta avvenendo? Come invece si fa in altri paesi, considerando questi cittadini interessati (stakeholders) non già nemici da far tacere, ma collaboratori! Ma se la stessa Presidente del Consiglio ha trovato giusto comportarsi così nel caso che lo riguardava indirettamente, almeno in quanto tale, quali speranza ha il cittadino di essere ascoltato? Purtroppo è un male, o un vezzo, che viene dall’alto e da una cultura che è però ben lungi da quella di una sana democrazia liberale! Quindi, che Dio ci salvi! P.S. In merito all’esempio riportato, poi sappiamo come le cose sono andate, con buona pace del “gossip” che la Meloni aveva “lasciato agli altri”!
- Riceviamo dallo zoologo Paolo Forconi il seguente comunicato, e volentieri diffondiamo, in quanto più ragionevole e credibile delle 100 pagine del Rapporto Orso 2023 dallo steso esaminato e commentato:
«TUTTI I NUMERI SUGLI ORSI MARSICANI NEGLI ULTIMI 10 ANNI
Dai numeri emerge un aumento della mortalità delle femmine riproduttive, la scomparsa di femmine riproduttive nella zona centrale del Parco, una diminuzione delle femmine riproduttive e dei piccoli nati, anche considerando i dati positivi del 2024, l’aumento degli orsi nei paesi e degli orsi che si alimentano di rifiuti.
Bisogna considerare che molto probabilmente i dati delle nascite e delle femmine riproduttive, riportati nel Rapporto Orso Marsicano 2023 e Report FWC, sono sovrastimati, in quanto nella gran parte dei casi manca la conferma genetica e i numeri del 2020 non sono reali ma estrapolati dalla media.
Con i dati provvisori del 2024, che risultano buoni, le nascite potrebbero essere, nella migliore delle ipotesi, solo in leggero calo. Un risultato negativo in ogni caso, rispetto all’aumento atteso a seguito delle politiche di tutela.
Scende leggermente la mortalità totale rilevata.
Ma i dati più negativi riguardano l’aumento della mortalità delle femmine riproduttive, da 1 a 3. Probabilmente le femmine riproduttive morte potrebbero essere aumentate da 2 a 4, poiché una potrebbe essere morta nel 2019 a Civita d’Antino (avvistati i 2 piccoli da soli il 2 dicembre). Un’altra femmina riproduttiva potrebbe essere morta a Balsorano nel 2021 (avvistati i 2 piccoli da soli ad ottobre).
Un altro dato molto negativo è l’assenza di femmine riproduttive nella zona compresa tra le creste di Iorio e il Monte Marsicano, durante gli ultimi 4 anni.
Cosa ci indicano questi numeri?
La politica di tutela degli ultimi 5 anni non ha portato i risultati sperati.
Le femmine riproduttive sono quasi tutte fuori parco o al margine. Le riserve integrali e i divieti del Parco risultano controproducenti.
Nella realtà, le femmine riproduttive frequentano le aree più disturbate, fuori parco, in cui c’è anche la caccia. Molto probabilmente perché le femmine riproduttive, e gli orsi in genere, ricercano aree ricche di cibo, che non sono dentro parco, ma fuori, come le zone agricole con frutteti e le aree con bestiame al pascolo, in cui trovare carcasse di grandi dimensioni. Invece il disturbo umano non sembra avere alcuna influenza sulla loro presenza.
Un altro fenomeno, molto preoccupante, è l’aumento degli orsi nei paesi e degli orsi che si alimentano di rifiuti.»
In pratica, una sconfessione sia delle autorità che gestiscono il Parco Nazionale d’Abruzzo, sia di quelle romane che dovrebbero almeno esaminare con più attenzione le informazioni “ufficiali” che gli giungono, anziché stare silenti e acquiescenti ed ostinarsi a non dare ascolto ai “portatori di interesse”. Un silenzio ed un comportamento riprovevole anche per il mondo ambientalista orsofilo ed i media compiacenti, che da anni tacciono quando si tratta di fare le pulci allo storico Parco Nazionale d’Abruzzo: SANTO PER PRINCIPIO!
- Nel frattempo gli ambientalisti (animalisti ed anticaccia) si stanno stupidamente opponendo alla decisione della Regione di consentire l’abbattimento di circa 500 cervi. Diciamo stupidamente, in quanto è proprio riducendo il numero dei cervi (si stima che la popolazione abruzzese si aggiri sui 3.000 capi e sia in continua crescita, nonostante la presenza di non pochi lupi) che si salva l’ambiente, l’orso, la flora più rara e le stesse faggete e foreste in genere. È infatti notorio in tutto il mondo come l’eccessiva presenza dei cervidi (di varie specie) porti ad un depauperamento della flora e degli habitat. Classico dovrebbe essere proprio per gli animalista ed anticaccia, l’esempio sempre citato ovunque nel mondo quando si parla di conservazione della Natura, dell’esperienza che portò Aldo Leopold (il più noto e stimato ambientalista mondiale!) a capire l’importanza della presenza del lupo quale predatore in grado di contribuire a mantenere basso il numero dei cervi proprio accorgendosi del danno che il loro avvenuto accrescimento in Arizona e Nuovo Messico aveva portato all’ambiente vegetale. Ora, se l’accrescimento in Abruzzo ha raggiunto dimensioni tali da spingere le autorità ad autorizzare la riduzione dei cervi, diventa un ossimoro per gli animalisti e anticaccia opporvisi, visto che essi si ritengono anche difensori dell’orso marsicano e della natura in genere. Perché è proprio riducendo il numero dei cervi che si salva sia l’orso (la cui presenza dei cervi riduce proprio quelle risorse naturali ai quali vorrebbero che l’orso ritornasse a cibarsi per allontanarli dai paesi) sia gli habitat forestali. Ma anche, si tutelano tanto l’incolumità dei cittadini (sono sempre più frequenti i casi di collisioni con automobili) quanto le coltivazioni agricole. Quindi, bene fanno le autorità, sia regionali che nazionali (ISPRA) a tenere duro e consentire gli abbattimenti. Anzi, sarebbe proprio il caso che almeno alcuni venissero anche autorizzati nelle aree protette ora chiuse alla caccia, con lo scopo e a condizione che gli animali uccisi siano lasciati sul posto quale cibo (non “antropogenico”!) in grado di attrarre gli orsi (ma anche i lupi) e così farli allontanare dai paesi. D’altronde, sono anni che negli USA (la storica patria dei Parchi Nazionali e del loro concetto di conservazione!) il National Park Service provvede agli abbattimenti dei cervidi per ridurre l’impatto negativo che essi arrecano alla flora e alle foreste delle aree protette. E senza che nessuno in quel paese gridi allo scandalo, proprio perché scandalo non è! Né, quindi, dovrebbe esserlo in Italia, visto che il fine è lo stesso. Gli organismi internazionali che si occupano della conservazione della natura utilizzano infatti criteri che non solo sono uguali nel mondo, ma danno fede ad esempi e criteri stranieri sperimentati! Si ribadisce: l’animalismo è un ideale rispettabile quando difende gli animali dal maltrattamento umano, ma non solo non è conservazione della natura, spesso è in antitesi con la difesa della Natura! Con buona pace di artisti e varie personalità d’altri campi, alle quali si deve solo il rispetto per le loro arti e conoscenze.
Murialdo, 10 Settembre 2024
Franco Zunino
Segretario Generale AIW