E’ morto investito nottetempo da un automobile il 22 agosto scorso lungo la Strada Statale 652 tra Venafro e Castel di Sangro, in Molise, non lontano dal paese di Rionero Sannitico. Ora qualcuno provvederà come da consolidata prassi a sottrarlo dal conteggio dei vivi (uno dei compiti matematici cui sono ormai da anni e sempre più spesso divenuti esperti i ricercatori su quest’animale – anche se qualche volta sembra che gli si sia inceppata la calcolatrice quando contano i nuovi nati!). Si tratta, ha scritto la stampa, di una femmina di circa sei anni: quindi una perdita gravissima, visto che sono proprio le femmine a scarseggiare. Il fatto è avvenuto in zona molto al di fuori del Parco Nazionale d’Abruzzo ed anche della sua zona di protezione esterna; in area ancora altamente coltivata e affatto disturbata dal turismo! Eppure le autorità sembra che, come è ormai anche questa prassi consolidata, anziché andare alla radici del problema, ovvero cercare di capire come mai gli orsi si allontanino sempre più dall’area protetta loro habitat storico, si arrabattano ad inventare sistemi per impedire che gli orsi vengono investiti (come se fosse possibile mettere in sicurezza centinai di chilometri di strade ad alto e veloce scorrimento!), anziché cercare di evitare, più logicamente (sebbene spesso questa latiti!) che siano gli orsi a non essere costretti ad attraversare le strade. Anzi cercano il “criminale” investitore, sicuramente un povero Cristo che si è visto l’animale attraversare la strada all’improvviso come dice la logica, e che, sempre per logica, difficile da evitare quando l’animale appare, di notte, improvvisamente (sono ben noti gli incidenti in tutta Italia tra grande fauna ed automobili, spesso anche con la morte degli automobilisti e non solo degli animali investiti).
Si chiederanno mai le autorità per quale motivo l’orso prosegua nel lasciare le montagne e foreste del Parco per scendere a scorrazzare a valle tra campi e frutteti? Si chiederanno mai come mai succeda nonostante l’abbondanza di risorse alimentari naturali nel Parco? Non lo sanno che anche i bambini tra un piatto di pastasciutta ed un gelato, scelgono sempre il gelato? Credono forse che gli orsi siano più saggi? Si chiederanno mai cosa l’orso vada a cercare in luoghi così lontani dal suo storico habitat, e perché ci vada? Eppure basterebbe rispondere a questi per sapere cosa fare per evitare questi fatti luttuosi per la specie, un equazione semplicissima, che non ha bisogno né di radiocollari né di satelliti né di gps, ma di zappe ed aratri (e grano e mais difeso da recenti “Finamore” e non già da respingenti recinti elettrificati!) e “antichi” pastori e loro greggi. E meno gente portate a visitare le foreste “vetuste” o il biotopo del Ramno con tanto di orsi pascenti. Così come servirebbe un nuovo Direttore del Parco che il Parco e l’orso li conosca e che abbia i piedi per terra e non la testa nei libri. Ci dicono che sarebbe stato trovato. Auguriamoci una veloce presa di possesso di quella sedia rivelatasi tanto scomoda per altri.
Murialdo, 25 Agosto 2019 Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness
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