NO A GRAN PARTE DELL’EOLICO, E CON FERMEZZA: MA SI POTRA’ VERAMENTRE FARE A MENO DEL GAS E DEL NUCLEARE?

Ho letto l’articolo di Enrico Fontana su il Manifesto di Domenica scorsa, una sorta di panegirico dei campi eolici alla luce del rischio di installazione di nuove centrali a turbogas (e certo, nucleari) nel nostro Paese.
Certo, di fronte al rischio, che è certezza se questa classe politica resta, di tornare al nucleare o di fonti energetiche sicuramente “sporche” è una posizione spinosa quella di chi invoca il principio di precauzione sull’eolico. Un’energia “pulita” per antonomasia, no?
Che sappiamo benissimo non essere così pulita, come ci ha bene illustrato l’Espresso del 10 aprile scorso svelando risvolti affaristico-mafiosi dietro questo nuovo business “ecologico”.
Provo quasi vergogna, da “ambientalista arcaico” a ricordare lo scempio che le attuali 3000 torri hanno prodotto sui più diversi paesaggi del nostro (ex) Bel Paese, che non sono le lande piatte dell’Olanda, della Germania del Nord o dell’Andalusia ma l’origine del concetto stesso di paesaggio nell’arte e nella cultura moderna. Torri alte fino a 150 metri con enormi basi in cemento e strade di servizio per chilometri e chilometri, cabine di trasformazione, elettrodotti che fanno scempio di pascoli montani, tratturi, antiche forme di coltivazione diverse da regione a regione, boschi e habitat preziosissimi.
E mi faccio piccolo piccolo nel ricordare l’ impatto di questi impatti sulla fauna, sia quella terricola che sull’avifauna. I biologi (dati Ministero Ambiente-Report Biodiversità Italina giugno 2006) calcolano che l’impatto di ogni singola torre si estende per circa 500-800 metri all’intorno. Ciò significa effetti negativi su decine di migliaia di ettari complessivi. Vittime i rapaci, i migratori, dato che la maggior parte di essi vola su quote appunto di 100- 150 metri dal suolo, ma anche migliaia di piccoli uccelli stanziali e pipistrelli. In Spagna si verifica una vera strage di grifoni e nibbi. Per non parlare degli effetti sulle popolazioni di orsi che si vedono spezzettare l’areale da queste belle torri Eiffel dell’energia “ecologica”.
Ma queste sono cose trascurabili di fronte ai vantaggi energetici…o no? Le 3000 torri producono ad oggi 2726 MW pari a circa 1-1,5 % del fabbisogno elettrico nazionale, a sua volta pari ad una frazione ancor più infinitesimale, 0,3-0,5%, del fabbisogno energetico complessivo nazionale.
Quindi ci giochiamo un paesaggio unico al mondo, foraggiamo la mafia e perdiamo diversità per un piatto di “lenticchie energetiche”.
Con l’assoluta certezza che l’eolico non scongiurerà affatto la corsa folle verso il continuo incremento di energia prodotto (anche col nucleare) alla faccia del risparmio energetico!

Francesco Maria Mantero
Canale Monterano (Roma)

Condivido la tua critica all’eolico; resta solo un profondo dubbio: ma, di fronte all’emergenza attuale, con una sempre più alta richiesta di energia elettrica, con l’utopia di un risparmio energetico (che viene divorato dalle sempre maggiori richieste, anche di modesti privati), dove prenderà l’Italia l’energia per andare avanti, in vista di proposte alternative di là da venire ed a costi altissimi? Vero che anche il nucleare di ultima generazione ha costi quasi proibitivi, e che i tempi per la realizzazione delle centrali non sono poi tanto brevi (e che restano i problemi dello scorie!); ma vero anche che i tempi sono ancora più lunghi per la proposte alternative, e col risultato di raggiungere un’infima produzione di energia elettrica, che non risolve il problema del nostro Paese. E allora che fare? Predisporsi a realizzare centrali nucleari ed a gas per raggiungere l’autosufficienza, o … continuare a comprare a carissimo prezzo l’energia nucleare prodotta in Francia, Svizzera e Slovenia, magari anche col contributo italiano!? E noi andare avanti con la coscienza pulita per esserci opposti al nucleare italiano, ma anche con la coscienza sporca del sapere che i nostri computer per combattere il nucleare italiano si rifocillano dal nucleare straniero! Coerenza, coerenza, dove stai di casa? Non dimentichiamo che anche quei paesi che hanno dubbi sul nucleare o hanno deciso di smettere la costruzione di nuove centrali, proprio perché ne hanno una gran parte, si guardano bene dal far cessare quelle operative. Se il no secco all’eolico ha valide ragioni per sostenersi (come tu hai bene dimostrato), il no secco a gas e nucleare non ne ha di altrettanto valide.

Franco Zunino
Segretario Generale AIW