MONTE CAIRA – GOLE DEL MELFA

Tre grandi Aree Wilderness per tutelare il territorio e l’ambiente

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La zona del Monte Caira – Gole del Melfa (Frosinone) non è solo una delle ultime grandi aree selvagge rimasta nell’Italia centrale: è anche una di quelle più scenografiche, e forse la più scenografica tra tutte, se non altro per le Gole del Fiume Melfa, ancorché spesso prive di acqua a causa della diga che a monte (nel Parco Nazionale d’Abruzzo) le devia verso una centrale idroelettrica, per scaricarle poi nel bacino del limitrofo Fiume Rapido. Questa deviazione è, forse, uno dei peggiori danni ambientali commessi negli anni del dopoguerra, quando di ecologia e di ambiente ben pochi si occupavano, e che andrebbe rimediato, se non altro nel rilascio di una quantità di acqua che permetta il suo perenne scorrimento lungo la gola (che magari le leggi stabiliscono, ma che nessuno fa rispettare!).
Uno scenario, quello sopra descritto, che non ha eguali e che racchiude una serie di valori naturalistici incomparabili. L’eccellente analisi fatta dal Dott. Carlo Trelle nelle pagine che seguono fanno meglio comprendere questi valori.
Da sempre il complesso del Monte Caira – Gole del Melfa è stato segnalato per la sua importanza naturalistica, biogeografica e, oggi, di biodiversità; un polmone “selvaggio” che è strategicamente ubicato a mezza strada tra le montagne del Parco Nazionale d’Abruzzo e quelle dei Monti Ausoni ed Aurunci. Ma, soprattutto, il Monte Caira – Gole del Melfa è una delle più vaste aree selvagge rimaste in centro Italia; un’area selvaggia che col passare degli anni è stata e continua ad essere sempre più intaccata da nuove opere stradali che ne riducono proprio quella dimensione spaziale che è la sua maggiore prerogativa.
L’idea è sempre stata quella di farne un Parco Naturale Regionale: da parte dei naturalisti per preservare le sue prerogative naturalistiche; da parte degli uomini politici per avere un altro carrozzone da amministrare con fondi pubblici. Chi è combattuto in queste scelte sono le amministrazione comunali, che se desiderano i contributi pubblici, temono però poi l’esproprio del territorio ed i vincoli che un Parco porta con sé. Chi assolutamente non vuole il Parco sono gli abitanti locali (cacciatori, boscaioli, pastori ed agricoltori) che, appunto, vedono questa iniziativa solo come un impedimento alle loro libere iniziative ed una lesione ai loro ancestrali diritti d’uso delle risorse naturali rinnovabili (selvaggina, boschi e pascoli).
Per dirimere questa ormai annosa vessata quaestio, nel 1995 l’Associazione Italiana per la Wilderness propose di fare del Monte Caira – Gole del Melfa un complesso di Aree Wilderness, aree che tutelino seriamente il territorio, ma che lascino la loro gestione ai Comuni e consentano agli abitanti locali un continuo utilizzo delle risorse naturali rinnovabili nei limiti delle leggi esistenti. Una proposta saggia ed altamente democratica, nel rispetto delle autonomie locali, che da allora almeno due Comuni hanno adottato: Roccasecca ed Arpino. Il primo, designando quelli che possono considerarsi i primi abbozzi delle auspicabili future Aree Wilderness, quella definita Monte Caira – Gole del Melfa, designata nel 1996, comprendente lo sperone del Monte S. Eustasio per circa 130 ettari, e quella dell’Eremo dello Spirito Santo, designata nel 1998 su 135 ettari. In pratica tutelando così quella che è la porta d’ingresso da sud delle famose gole. Poi, nel dicembre del 1998, fu il Comune di Arpino a tutelare il settore di sua competenza, designando in Area Wilderness Gole del Melfa tutte le pendici attorno al Monte Ricco, per circa 250 ettari, ed il settore tra la strada “Il Tracciolino” ed il corso del Fiume Melfa, per una lunghezza di 4,5 Km ed un’estensione di circa 25 ettari, da considerasi anch’esso appartenente all’Area Wilderness Monte Caira – Gole del Melfa. Pietre angolari, quindi, che oggi fanno da apripista alla proposta che l’Associazione Italiana per la Wilderness rilancia a tutte le amministrazione comunali coinvolte.
Un’operazione congiunta, seppure lasciata alle libere iniziative dei singoli Comuni, che se completata potrebbe divenire il punto di forza per rilanciare l’idea di ridare un assetto turistico alla strada del “Tracciolino” con finanziamenti atti a ripristinarne l’aspetto finora conservatosi seppure in malo modo e dopo anni di depredazione delle belle pietre dei muri laterali, come da più parti, e da anni si richiede, ma anche con una grande operazione di ripulitura delle scarpate dove giacciono tonnellate e tonnellate di rifiuti per la cui opera di ripulitura si potrebbero spendere centinaia di migliaia di Euro; senza poi dimenticare l’iniziativa politica di fare in modo che al Fiume Melfa siano restituite almeno in parte le sue acque, ora imbrigliate dal Lago di Grotta Campanara.
Solo così si assolverebbe il dovere di dare una salvaguardia ai pregi naturalistici e paesaggistici di questo territorio convogliando finanziamenti pubblici per precise finalità e senza ledere alcun diritto degli abitanti locali, in quanto le suddette Aree Wilderness verrebbero ad interessare solamente le parti di territorio naturale rimasto selvaggio, lasciando al di fuori del loro perimetro ogni attuale e moderna area agricola od urbanizzata.
La Provincia di Frosinone a suo tempo diede una specie di approvazione alle Aree Wilderness già designate, offrendosi anche per contributi di sostegno ad iniziative ad esse collaterali (opportunità mai sfruttata dai Comuni interessati!). Oggi è stato l’ATC Frosinone 1 a dare un riconoscimento alle stesse, almeno sotto l’aspetto venatorio e di difesa ambientale. Sono entrambe iniziative importanti, sulle quali si dovrebbe riflettere. La scelta non deve essere tra un Parco ed un’Area Wilderness, ma tra la tutela di un valore ed una non tutela. Ed una risorsa naturale quale è lo straordinario scenario del Monte Caira e delle Gole del Melfa, per essere valorizzato, di una tutela ha comunque bisogno. Forse le Aree Wilderness sono una scelta fattibile, forse possono essere l’inizio per una valorizzazione cui tutti mirano. Se non altro perché pongono un paletto fondamentale: conservare la risorsa che si vuole valorizzare.

TABELLA DELLE COMPETENZE TERRITORIALI

Area Wilderness Monte Caira – Gole del Melfa (proposta)

Comune di Colle San Magno 3.385 ettari circa.
Comune di Casalattico 2.100 ettari circa
Comune di Terelle 1.100 ettari circa
Comune di Atina 800 ettari circa
Comune di Belmonte Castello 200 ettari circa
Comune di Roccasecca 130 ettari circa
Comune di Casalvieri 50 ettari circa
Comune di Arpino 25 ettari circa
Comune di Santopadre 10 ettari circa
TOTALE 7.800 ettari circa

Area Wilderness “Il Tracciolino” (proposta)

Comune di Arpino 300 ettari circa
Comune di Casalvieri 250 ettari circa
Comune di Santo Padre 190 ettari circa
TOTALE 740 ettari circa

Area Wilderness “Eremo dello Spirito Santo” (proposta)

Comune di Santopadre 195 ettari circa
Comune di Roccasecca 150 ettari circa
Comune di Colle San Magno 15 ettari circa
TOTALE 360 ettari circa

di FRANCO ZUNINO