Ce lo chiediamo perché i dubbi ci sono (sebbene gli si riconosca la buona fede), e nascono anche dalle ultime prese di posizione che ricordano tanto quelle prese in Africa dal WWF internazionale, al quale, è recente, l’ONU e in particolare il governo americano avrebbero negato i soldi per le loro campagne a sostegno della gestione di alcuni Parchi Nazionali – almeno secondo Survival International, benemerita associazione che ha recentemente diffuso quanto segue, che sembra voler negare i diritti ancestrali dei popoli locali:
“Il governo degli Stati Uniti ha sospeso l’erogazione di oltre 12 milioni di dollari” alle due associazioni (WWF e WCS) e ad altre ONG, “a seguito di un’indagine bipartisan per valutare se detti fondi destinati alla conservazione andassero a sostenere guardie antibracconaggio implicate in violazioni dei diritti umani in Africa”. Ciò in quanto dette associazioni avevano anche “mancato di comunicare al governo statunitense che i programmi di finanziamenti erano responsabili di gravi violazioni dei diritti umani in molti paesi”. Da oggi tali finanziamenti non saranno più elargiti senza “il consenso libero, previo e informato dei popoli indigeni”. Le violazioni avrebbero riguardato: “omicidi, gravi torture, stupri di gruppo e abusi”! Sono trascorsi oltre 30 anni da quando Survival International aveva segnalato tali fatti. Infine pare che la verità sia venuta a galla, visto che, sempre secondo Survival International, non solo il governo americano ma anche l’ONU avrebbe smesso di finanziare i poco limpidi progetti per la conservazione in Africa.
Intanto va precisato che nel caso dell’Orso marsicano i “popoli indigeni” sono gli abruzzesi ed i ciociari, e che in Italia continua la campagna, spesso quasi denigratoria verso gli stessi – o almeno così può anche interpretarsi -, del Parco d’Abruzzo e del WWF per, di fatto, far credere all’esistenza di un fenomeno di bracconaggio in realtà inconsistente; e per impedire agli orsi marsicani di mangiare: reti elettrificate ovunque, che impedendo agli orsi di saccheggiare alveari, pollai, conigliere, qualche capo di granoturco ed ovili, li costringono ad allontanarsi sempre di più lungo le catene montane dell’Italia centrale, espandendo sì il loro areale, ma anche disperdendo sempre più la popolazione. In pratica, come una diga che abbia ceduto, e che svuotandosi il bacino a monte, crei alluvioni a valle. In quest’impegno, tutti d’accordo ed interessati, comprese le autorità, a che si paghino meno danni possibile; solo che così facendo i danni li si spostano semplicemente in altre Province e Regioni! Ma non sarebbe meglio e più coerente se il WWF con i soldi raccolti si accollasse l’onere dei danni anziché spenderli in reti elettrificate, inutili dissuasori, inutili cartellonistiche, inutili piantagioni di meli per frutti di là da venire?
Ma la cosa più scandalosa è leggere quanto in merito avrebbe recentemente dichiarato il Direttore scientifico del WWF, Marco Galaverni: “Gli orsi necessitano di grandi spazi, di aree di alimentazione tranquille e diffuse sul territorio, di aree idonee per la riproduzione e lo svernamento”. Ovvero, tutte aree che un tempo l’Orso marsicano aveva a disposizione nell’ambito del Parco Nazionale d’Abruzzo; Parco sempre più abbandonando proprio per il venire meno delle condizioni enunciate dal suddetto dirigente del WWF! Il quale avrebbe anche presuntuosamente riconosciuto che l’orso ha “necessità di azioni che favoriscano la convivenza tra l’orso e l’uomo”! Quali? Viene da chiedersi, visto che quanto in merito proposto da anni (decenni!) da Franco Zunino prima e dalla Wilderness dopo, queste azioni non vengono intraprese: semina a perdere di campi oggi abbandonati (magari difesi da Recinti Finamore!), distribuzione di ovili e pecore nei pascoli sempre più abbandonati, riduzione di cervi e cinghiali con abbattimenti casuali da lasciare in pasto agli orsi, drastica chiusura di attività turistiche nelle aree di alimentazione, e svernamento.
Oggi “sostenere progetti e azioni di conservazione” limitandosi ad inviare soldi al WWF non è sufficiente, visto che questi soldi sono spesi, di fatto, per azioni che finiscono solo per far allontanare sempre più gli orsi dalle sue terre d’origine! Oggi, sostiene sempre il WWF, è necessario far crescere la popolazione per riportarla, entro il 2050, “da 50 esemplari attuali ad almeno 100 individui” per mettere in sicurezza la popolazione. Ed è vero, solo che si dimentica di dire alla gente che 100 orsi esistevano già quando il WWF lanciò la sua prima campagna in difesa dell’orso marsicano, sostenendo allora che quei 100 non erano sufficienti (si era negli anni ’70 del secolo scorso, ed il WWF era ancora un crogiolo di entusiasti idealisti)! Quindi, come non pensare che oggi qualcuno mistifichi, e che utilizzi l’Orso marsicano come mero slogan per favorire donazioni all’organizzazione? Ovviamente, facendo credere che così si salverà la popolazione. Purtroppo, il rischio è che sì, con ciò si possa (e ci si augura che avvenga!) salvare l’Orso marsicano, ma c’è anche il rischio di avere un giorno un orso che trascorrerà i propri giorni tra le piazze e le vie dei paesi d’Abruzzo anziché nelle sue antiche montagne e foreste! E magari si finirà per chiedere agli abruzzesi (peraltro, dalle autorità e da chi ne riporta le dichiarazioni, fatti quasi passare per un popolo di bracconieri: cosa che non è mai stata, e prova ne è che il marsicano è una delle poche popolazioni di orso sud-europee sopravvissute alle strage dei secoli passati!) di mettere a disposizioni loro stalle e fondaci per… i loro periodi di svernamento e parto!
PS. Sperando che i soldi raccolti non debbano invece servire anche a finanziare la ricerca che si sta portando avanti tra Grecia, Albania, Macedonia e Montenegro per stabilire se quegli orsi possano considerarsi o meno “cugini” del nostro marsicano; con una finalità che dovrebbe comunque esulare dai problemi del marsicano, visto che di problemi ne hanno, e fin troppi, anche questi supposti “cugini” nelle loro terre!
Murialdo, 24 Ottobre 2020
Franco Zunino
Segretario Generale AIW
Primo studioso sul campo dell’Orso marsicano
FOTO di Repertorio presa dal WEB