- Stanno operando tagli forestali nel noto Bosco Magnano, parte del Parco Nazionale del Pollino. Lo scandalo si è subito allargato, ma, siamo alle solite: è vero scandalo? O lo si ritiene tale solo per il fatto che ricade in un Parco Nazionale e che è sottoposto a vincoli europei (SIC) e paesaggistici? Ma se, nonostante i suddetti vincoli, le autorità hanno autorizzato i tagli, ci sarà bene una ragione. E la ragione sta nel fatto che in Italia nessuna legge proibisce tassativamente tagli nelle aree protette, specie se i boschi non appartengono alla pubblica proprietà (Stato o Regioni, e in molti casi viene comunque consentito il taglio), bensì a Comuni o privati per i quali essi (i boschi) sono un patrimonio economico. Ed è questo il VERO scandalo! Nessuna legge istituiva di aree protette in Italia ha mai stabilito che le foreste appartenenti allo Stato o alle Regioni, quando inserite in un Parco o Riserva Naturale, non devono più subire tagli forestali. Questo è lo scandalo: è risale all’epoca della elaborazione e poi approvazione della Legge 394/91 alla cui stesura hanno partecipato non pochi ambientalisti e associazioni ambientaliste. Si volevano i Parchi ad ogni costo e, pur di ottenerli, ci si è accontentati di Parchi POCO SERI, ovvero all’italiana. E allora, eccoci ancora oggi a piangere sul latte versato! Avremmo dovuto accontentarci di meno Parchi e di Parchi più piccoli a tutela dei soli VERI valori ambientale, e allora la condizione suddetta forse la politica l’avrebbe accettata. Oggi strilliamo per il Bosco Magnano e tacciamo per la Riserva Naturale dell’Adelasia, sebbene in questo caso i suoli appartengono alla Regione Liguria e, cosa fondamentale e assai più grave, sebbene la Riserva abbia alle radici una Riserva di fatto “integrale” per 30 anni, fatta rispettare da una Società privata! Questo è il VERO, EMBLEMATICO, scandalo italiano, non il taglio nel Bosco Magnano o di tanti altri boschi dei nostri Parchi Nazionali! O si pretende di far pagare ai loro proprietari quel valore culturale che questi boschi possiedono, con la motivazione che essi (i boschi) oltre al valore economico possiedono anche un valore sociale e culturale che moralmente appartiene a tutta la collettività? Se è così, forse è il caso che chi lo pensa rifletta un attimo sul senso e significato delle parole democrazia, diritti e libertà.
- Ci risiamo con quello “sputo” (senza offesa) di isoletta davanti al mare di Albenga. Un vero “diamante” di biodiversità ed integra bellezza che DA SEMPRE è stata così goduta dal turismo rivierasco ligure; e che invece oggi lo si vuole a tutti costi manipolare (520 mila euro di progetti, è un dato che fa paura per l’attuale stato di bellezza ambientale e paesaggistica dell’isola!) per farne, dicono, una “risorsa” turistica (come se non lo fosse mai stata!). Si riparla di progetti (e in Italia tutti sanno cosa si nasconda dietro a questa parolina, specie quando ad utilizzarla sono i politici!). La Gallinara è un valore: ed un valore lo si preserva. È un ossimoro pretendere di valorizzarlo! In realtà l’unico “progetto” che bisognerebbe realizzare è quello di acquisirla al patrimonio pubblico affinché la si possa dichiarare “riserva integrale”, godibile quasi esclusivamente dalla costa, come per centinaia di anni è stata goduta. Ovvio che, al limite, un minimo di turisti a severo numero chiuso (non a pagamento!) lo si possa anche consentire, ma nulla di più. Questo è la “scuola al turismo di tutta Europa” che la Gallinara dovrebbe divenire, non il suo addomesticamento e snaturamento sotto ogni forma che il suddetto progetto prevede (con il solo “contentino” ambientalista della reintroduzione della Rosa gallinariae che lo stesso prevede). Uno dei pochi luoghi della riviera ligure rimasto immutato da centinaia di anni, con la garanzia della sua proprietà privata, che ora lo si vuole assaltare e assoggettare alle esigenze turistiche (come se la Riviera ligure fosse scarsa di attrazioni turistiche!) affinché anch’essa renda danaro! Può sembrare assurdo, ma dopo l’esperienza della Riserva dell’Adelasia passata dai privati (conservazionisti!) al pubblico (valorizzatore!), l’unico modo per salvare quest’isoletta, così come la sua gemella Bergeggi, è forse quello di evitare che sia acquistata alla pubblica proprietà! Perché giocando con le terminologie e mistificando i significati, è proprio così che si sta vandalizzando la Riserva Naturale dell’Adelasia: un esempio che farà scuola per la Gallinara! E il gioco di parole è già iniziato…
- Tanto per essere in tema: «Vecchia di quasi 28 milioni di anni, la scogliera fossile di Dego (Savona) è tra le più grandi e meglio conservate di tutto il nord ovest italiano: un sito geopaleontologico ancora poco conosciuto dal grande pubblico, ma che ha visto tuttavia i suoi reperti fossili viaggiare per l’Europa e il mondo come indici di classificazione di diversi gruppi fossili.» Ecco, un sito così negli USA sarebbe da tempo stato dichiarato Monumento Nazionale o, comunque, sito protetto, messo sotto una campana di vetro affinché non venga rovinato e perso con eccessi di visite e ricercatori di reperti. Da noi si pensa solo a come “valorizzarlo”, che poi vorrà dire sfruttarlo e depauperarlo. Così va l’Italia, nota in tutto il mondo proprio per la scarsa cura dei propri patrimoni ambientali e culturali in genere! L’Adelasia e la Gallinara ne sono un esempio! Tanto per fare un altro esempio eclatante, non dimentichiamoci che lo stesso simbolo valbormidese (ma si potrebbe dire, nazionale, per la sua unicità!) dei valori geologici, qualche anno fa lo si voleva finanche consolidare “imbrattandolo” di cemento, per il timore di dovere un giorno perdere (cosa che dovrà giocoforza avvenire, perché così avverrà) il suo “valore turistico”: il Fungo (geologico) di Piana Crixia.
Valorizzate, valorizzate, e ben poco del “valore” finirà per restare ai posteri!
Murialdo, 24 Gennaio 2024 Franco Zunino
Segretario Generale AIW