Fa riflettere la notizia dell’avvistamento di una Foca monaca in una grotta dell’Isola di Capraia diffusa dalla Presidenza del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ma non per la bella notizia riferita alla presenza dell’animale, bensì per quanto hanno scritto le autorità del Parco, segno di come in Italia i Parchi Nazionali siano soprattutto intesi come aree di ricreazione turistica e, peggio di, affarismo turistico; altro che tutela dei patrimoni ambientali, faunistici, botanici e paesaggistici come dovrebbe essere, se fossimo un Paese serio ed avessimo dei Parchi Nazionali seri e non solo tali di nome! Al solito, l’America insegna (furono i loro i primi Parchi Nazionali del mondo; loro che idearono i più seri concetti di conservazione del mondo: tutti gli altri Paesi li hanno solo scimmiottati e malamente adattati alle proprie situazioni!). Leggiamo e commentiamo: “… concordare come gestire questa eccezionale notizia, sia con obiettivi di tutela, ma anche come opportunità per lanciare nuove iniziative di turismo sostenibile quali attività di seal watching (avvistamento di foche)”. Commento: pazzesco! Un Parco Nazionale serio dovrebbe subito chiudere tutta l’area al turismo, e per anni, affinché si ricrei una popolazione del timido animale, non SUBITO pensare al turismo! “…un incauto comportamento da parte di un’imbarcazione, che è addirittura entrata nell’interno della grotta, ha obbligato l’Ente Parco ad assumere un’ordinanza che vieta l’accesso, in ogni forma e con ogni mezzo, nell’area prospicente la grotta stessa”. Commento: e ci sarebbe mancato che non lo avesse fatto! Andava fatto prima e su un’area ben più ampia (direi tutto il versante selvaggio occidentale dell’Isola). E in particolare, si sarebbe fin da subito dovuto evitare di parlare di turismo e “attività di seal watching”! Bensì dire a chiare lettere che tutto quel versante marino sarà CHIUSO al turismo e alla navigazione da diporto e pesca! Invece leggiamo ancora che “Le raccomandazioni che erano state date da parte del Parco avevano lo scopo di proteggere l’animale, ma anche di evitare l’applicazione di nuovi vincoli”. Commento: ancora pazzesco! E’ proprio di nuovi vincoli di cui c’è bisogno! Un fatto simile nei Parchi americani avrebbe comportato subito la designazione di un’Area Wilderness (o altra forma di riserva integrale) con proibizione di navigazione a motore su tutto quel versante, e divieto di accesso a tutta l’area costiera! Invece: “Non si vuole creare difficoltà agli operatori locali (…) avevo assicurato che nessun provvedimento restrittivo sarebbe stato adottato ….”, ha scritto il Presidente del Parco. Come se la favolosa Isola di Capraia avesse bisogna della Foca monaca per attrarre turismo! La gente va alla Capraia per la bellezze e selvaggità d’Isola, e queste restano e già sussistono! La Foca monaca è un gioiello scientifico, biologico che va protetto e basta, non SVENDUTO al profitto! “il ritorno di immagine incredibile per l’Isola di Capraia in termini turistici” non lo si crea con la presenza di una rara specie animale ad altissimo rischio di estinzione. La sua tutela deve essere il primo scopo di un Parco Nazionale, non creare turismo in un isola selvaggia e lontana e poco abitata, per soddisfare le cui esigenze basta poco e ben altro che non la Foca monaca! O si pretende di far crescere all’infinito la capienza urbanistica e abitativa dell’Isola? Se questo è l’obiettivo, allora si abbia il coraggio di toglierla dal vincolo di Parco Nazionale! Purtroppo, quanto sopra riportato è ancora una volta la prova di cosa significa aver messo in mano alla politica le nostre Aree Protette! Foca monaca, Orso marsicano, Stambecco, ecc.: tutti SVENDUTI AL TURISMO, al DIO SOLDO ed al PROFITTO! E con ciò, senza voler fare politica, ma solo etica e cultura!
Murialdo, 27 Giugno 2020
Franco Zunino
Segretario Generale AIW