Nel maggio scorso l’On. Sergio Berlato, parlamentare europeo, ha ritenuto di appoggiare la richiesta dell’AIW in merito ad un’interrogazione parlamentare a risposta scritta da presentare alla Commissione Ambiente relativa all’interpretazione che l’UE si sta avviando a dare sulle Aree Wilderness su istanza della Fondazione PAN Parks del WWF internazionale (appoggiata anche da altre sigle affini); Fondazione che, “appropriatasi” di quest’idea conservazionista, sta cercando di applicarla in Europa, allontanandola sempre più dai suoi principi storici americani. Per questa Fondazione non è infatti tanto importante se un’area di ambiente naturale ritenuta selvaggia sia o meno attraversata da strade quanto che sia ricca di specie animali quali orso, lupo o lince ed altri predatori e loro prede; così come, viziata da questa finalità, ritiene necessaria una loro chiusura all’attività venatoria ed una loro funzione prettamente a scopo economico-turistico. In pratica, stravolgendo completamente l’originario significato che queste aree hanno negli USA dove le hanno ideate: superprotette ancorché aperte alla caccia e garanti di un uso turistico oculato che assicuri la solitudine dei luoghi. Tra l’altro, sia PAN Parks sia l’UE ritengono di trasformare in Aree Wilderness i siti di Natura 2000, voluti dall’Unione Europea per tutt’altre finalità (la preservazione della biodiversità e la gestione degli habitat); siti che racchiudono spesso – specie nel nostro territorio – aree tutt’altro che aventi caratteristiche di Wilderness.
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SCRITTA alla COMMISSIONE AMBIENTE
IT AUTORE: Sergio Berlato OGGETTO: Aree Wilderness in Europa
Nel febbraio 2009 il Parlamento europeo ha approvato un Report riguardante le aree selvagge d’Europa, mozione elaborata dalla Fondazione PAN Parks del WWF internazionale, con la quale si richiamano i Paesi dell’Unione Europea a prevedere delle misure di salvaguardia per queste aree, definite “Aree Wilderness”. Con questo Report si auspica la creazione di simili aree in tutta Europa, in molti casi assimilabili ai siti di Natura 2000, ovvero di aree che, pur nella loro selvaticità nominale, sarebbero comunque attraversate da strade e da altre opere urbane e risulterebbero chiuse all’attività venatoria. Si consideri che le storiche Aree Wilderness – presenti negli Stati Uniti d’America e anche in Finlandia – avrebbero come caratteristica non solo l’assenza di strade e di altre opere urbane, ma non precluderebbero neanche l’attività venatoria.
L’Associazione Italiana per la Wilderness (associazione ONLUS riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente italiano) teme che la risoluzione così approvata possa creare confusione tra le due tipologie di aree. Essa è la prima associazione a essere sorta in Europa e ad aver provveduto all’ottenimento di Aree Wilderness in Italia (oggi nel numero di 64 per un totale di oltre 40.000 ettari) e ha elaborato delle “linee guida europee” per questa tipologia di aree protette che sono ispirate a quelle dell’esperienza storica americana.
Tutto ciò premesso, si interroga la Commissione per sapere:
– se non ritenga opportuno intervenire per precisare meglio il significato delle aree protette di cui sopra, affinché siano previste in linea con quelle americane, finlandesi ed italiane, ovvero, prive di opere antropiche e dove sia possibile esercitare un’attività venatoria regolamentata;
– quale relazione esiste tra queste aree protette ed i siti di Natura 2000 che, in grandissima parte, non corrispondono né alle finalità di queste aree, né possiedono le necessarie caratteristiche territoriali? Non ritiene che dovrebbe essere evitata una confusione tra queste due tipologie, anche e proprio nel rispetto del significato che le Aree Wilderness devono avere secondo la terminologia già in uso da molti decenni negli USA e così come è stata applicata in Italia dall’Associazione Italiana per la Wilderness?
– Se non ritenga opportuno che vengano adottate per le aree protette in Europa
le “linee guida” che l’Associazione Italiana per la Wilderness ha predisposto sul base dell’esperienza maturata in materia.
Firma: Sergio Berlato 24.05.2011
LA COMMISSIONE AMBIENTE RISPONDE SULLE AREE WILDERNESS
IT
E-005380/2011
Risposta di Janez Potočnik
a nome della Commissione
(8.7.2011)
1. La Commissione sta procedendo all’elaborazione degli orientamenti di gestione per aree “Wilderness” nei siti di Natura 2000. Utilizzando le più recenti informazioni scientifiche, tale documento di orientamenti mira a chiarire le pertinenti disposizioni delle direttive sugli habitat (1) e sugli uccelli (2), comprese quelle relative alle modalità di gestione ai quali si riferisce l’onorevole parlamentare.
2. La gestione dei siti di Natura 2000 spetta agli Stati membri. La Commissione è a conoscenza del fatto che molti siti della rete Natura 2000, o parte di essi, sono gestiti in modo da ridurre al minimo l’interferenza degli esseri umani. A volte queste aree hanno uno statuto ufficiale nel quale è stabilito il relativo tipo di gestione. Natura 2000 può comprendere molti tipi di prassi per quanto riguarda la gestione purché siano in linea con le direttive dell’Unione europea sulla natura.
3. Le linee guida elaborate dall’Associazione italiana per la Wilderness (WAI) saranno prese integralmente in considerazione nella preparazione del summenzionato documento di orientamento della Commissione.
1 GU L 206 del 22.7.1992
2 GU L 20 del 26.1.2010
COMMENTO CONCLUSIVO E PROMEMORIA
La Commissione Ambiente ha risposto all’interrogazione, in pratica confermando i timori dell’AIW, così come il fatto che i parlamentari europei non siano affatto bene informati sul significato di queste aree, col rischio, quindi, che un domani possa essere approvata una Direttiva che per l’Europa stravolgerà il significato vero delle Aree Wilderness.
Interpretando il senso che si coglie nella risposta data all’interrogazione dell’ On. Sergio Berlato da parte della Commissione Ambiente, si capisce che:
– la Commissione ha in effetti in atto l’idea di elaborare un criterio di Aree Wilderness europee;
– la Commissione non ha affatto compreso la differenza esistente tra un’Area Wilderness ed una area protetta classica (Parco Nazionale, Riserva Naturale, ecc.); né tanto meno la differenza con le aree di Natura 2000 (SIC e ZPS).
Unico aspetto positivo è l’impegno dichiarato che la Commissione terrà conto delle “Linee Guida” proposte dall’AIW e che l’eventuale aspetto venatorio dovrebbe essere disciplinato dai singoli Stati membri e non imposti dall’UE. Per quanto riguarda le aree di Natura 2000 si ribadisce infatti che la loro “gestione” resta di sola competenza dei Governi degli Stati membri, che siano o meno classificate in Aree Wilderness, il che presuppone anche il volerle lasciare aperte o chiuse alla caccia.
A questo punto starà ai parlamentari europei che difendono il diritto alla pratica di una sana attività venatoria a coalizzarsi in una lobby affinché tali significati non siano stravolti e che il vero senso delle Aree Wilderness sia applicato a livello europeo adottando i precedenti tracciati dall’AIW secondo le radici storiche di queste aree, rifiutando l’erronea interpretazione datane dalla PAN Parks Foundation e da altre similari organizzazioni europee. Ciò facendo assicurando anche un sano rispetto delle finalità primarie di queste aree, che mai dovranno essere assimilate ai Parchi ed alle Riserve Naturali, delle quali, come avviene negli USA, addirittura restano garanti della loro naturalità e ruralità.
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