IL DISASTRO DEL GOLFO DEL MESSICO

Una riflessione sul nucleare

Con meraviglia di tanti, sui fatti del Golfo del Messico, ovvero sulla disastrosa fuoriuscita di petrolio a causa dell’esplosione di una piattaforma di estrazione, Greenpeace, la voce più autorevole dell’ambientalismo ecologista mondiale, non si è sentita o quasi. Per quale ragione? Ci si sarebbe aspettati la solito carnevalesca manifestazione, del tipo, almeno, di un assalto a qualche petroliera o l’occupazione di una piattaforma (come già avvenne in passato). Invece nulla! Che sia stato per il fatto che il più grande disastro ambientale della storia mondiale si sta rivelando agli occhi di tanti la prova, come anche il Presidente americano Obama ha dichiarato, che alla fin fine la fonte energetica meno pericolosa si sta rivelando essere il tanto vituperato nucleare? Nucleare che, scremato delle “verità” manipolate dei fatti di Chernobyl, si sta rivelando come l’unica fonte in grado di produrre grandi quantità di energia al costo più basso, da unica fonte localizzata (il che significa basso consumo di territorio), struttura a basso impatto paesaggistico, unica fonte capace di erogare energia in qualsiasi situazione di avversità climatica (capace anche di affrontare un tornado!), o sociale (di sopportare anche attentati di natura terroristica), in grado di erogare che ci sia il sole o meno, che ci sia vento o meno, che i fiumi scorrano o meno. E, soprattutto, l’unica fonte in grado di contribuire più di ogni altra alla riduzione della emissione dei gas serra o CO2. Con l’unica incognita di un ipotetico rischio di fuoriuscite radioattive (che potrebbe non esserci mai, se affrontiamo un calcolo di probabilità tra incidenti verificatisi, loro gravità, numero di centrali attive e livello generazionale) e l’unico vero problema sul dove mettere in sicurezza le scorie. Rischi che, però, con le centrali di ultima e di ipotetica futura generazione sono sempre più bassi e sempre più ipotetici, con il problema della scorie sempre più risolvibile col progredire delle nuove tecnologie e lo sviluppo della scienza. Tant’è che lo stesso Obama, mentre da un lato aveva bloccato l’autorizzazione a nuove prospezioni petrolifere nei mari attorno agli USA (diniego poi ribaltato dai giudici di una corte statale), ha dall’altro dato il via alla costruzione di due nuove centrali nucleari (ed altre sei o sette sono già previste!): «Per molto tempo – ha detto Obama – si è creduto che chi si batte per l’ambiente debba essere contrario al nucleare, ma è un controsenso: il nucleare è la nostra unica fonte di energia pulita».