Notizie AIW

Visto che lo sbandamento degli orsi marsicani è ormai giunto a situazioni ingiustificabili (ed inspiegabili da parte delle autorità e del “corpo” scienziati dell’orso), e visto che l’opinione pubblica ha cominciato a capire che quello che da DECENNI il sottoscritto e l’AIW vanno proponendo, asserendo, consigliando, auspicando: cioè, di riprendere a seminare terreni e a riportare greggi di pecore sui pascoli a favore dell’orso per farli ritornare a vivere nella loro storica area (tesi sempre più condivisa dall’opinione pubblica), ecco che è iniziata la controffensiva della autorità attraverso i media: mistificare i fatti, cambiare nome alle cose, in pratia, ingannare il popolo! E’ una storia vecchia che bene conoscono tutte e autocrazie del mondo.

Ora si cerca di far credere che non sia vero che gli orsi hanno fame, quando il sottoscritto e l’AIW hanno sempre sostenuto che gli orsi hanno sì “fame”, ma nel senso che vanno alla ricerca del cibo facile e abbondante e gustoso a cui erano abituati da millenni! Può sembrare la stessa cosa, ma è cosa molto diversa dal far credere che gli orsi stiano morendo di fame! Non è quindi fame, ma ricerca di cibo facile! E quando si usa il termine “fame” esso va inteso come sinonimo di “cibo”!

Ora, non sapendo più a quale santo votarsi, le autorità e gli “scienziati” hanno iniziato ad alterare i fatti utilizzando la definizione “cibo artificiale”, mistificando la richiesta di semine e di pecore sui pascoli, abbinandole ingannevolmente al metodo adottato da anni in Slovenia e Croazia (ma anche Finlandia) per alimentare artificialmente gli orsi a scopo di caccia e turismo: che è cosa MOLTO DIVERSA quella che il sottoscritto e l’AIW hanno sempre detto e scritto. Ma non solo, avendo anche criticato quel metodo proprio quando furono le autorità del Parco (allora rappresentate da altri personaggi!), per poter dimostrare che gli orsi non stavano abbandonando il Parco (e bisognava dimostrarlo con i censimenti), si fecero carnai e melai in vari posti strategici del Parco, sempre negli stessi luoghi, e addirittura giungendo a rifornirli finanche con gli elicotteri!

Ma peccato che “gli stessi luoghi” delle semine antiche e dei greggi al pascolo, sono cosa diversa, molto diversa e niente affatto equiparabile a quei carnai e melai, e ai carnai della Slovenia! E tanto meno ai “Recinti Finamore”.

Ecco, Franco Zunino e l’AIW questo non lo hanno mai né detto né scritto!

Ma non solo; noi stiamo addirittura con le autorità del Parco nel contrastare questa ipotesi di intervento, perché diventerebbe giustamente, anche questa una forma di addomesticamento. Ed ha quindi ragione il Dott. Sammarone a sostenerlo. E noi siamo con lui a contrastarlo.

Ma c’è un ma. L’alimentazione “artificiale” o antropogenica per parlare come gli scienziati, va favorita, ma solo alla maniera antica: ovvero, coltivando i terreni che da millenni lo erano stati e riportando le greggi dove da millenni pascolavano.

Ribadiamo: siamo quindi completamente favorevoli a sostenere CON               CONVINZIONE tutti i gli 8 punti citati dal Dott. Sammarone e diffusi sui media e nel Web (da noi ripresi dal sito abruzzolive.it, che li riporta quali voce delle autorità del Parco Nazionale d’Abruzzo). Ma non accetteremo MAI che si cerchi di far credere che questa alimentare rurale da sempre sostenuta da me e dall’AIW sia negativa ed equiparabile a quanto avviene in Slovenia ad essa abbinandola! Non è questo che sia il sottoscritto sia l’AIW propongono da decenni! Farlo credere sarebbe una mistificazione e quasi una calunnia nei nostri riguardi!

E rispondiamo così alla domanda/asserzione lapidaria finale del suddetto intervento posta dal Dott. Sammarone sul Perché il Parco non si adegui al metodo sloveno:

Perché la semina dei terreni marginali e/o all’interno dell’habitat naturale dell’Orso marsicano è pratia antichissima, che da millenni aveva abituato gli orsi; e così il pascolo delle greggi di pecore sui pascoli delle montagne abruzzesi è pratia altrettanto millenaria che gli orsi ben conoscevano. Ed è questo che noi sosteniamo, con convinzione e certezza di essere così ragionevoli.

E sono queste due pratiche che le autorità dovrebbero riattivare “artificialmente”, non certo la formazione di carnai o melai alimentati con camionette od elicotteri; caso mai questi si potranno ed anzi si DOVREBBERO FARE, ed anche con URGENZA vista la drammatica situazione della popolazione di orsi ormai sbandati in tutto il centro Italia; ma con posizionamenti CASUALI, cosi come già tanti anni lo scrivente e l’AIW avevano INVANO e, ripeto, ragionevolezza, proposto.

E questo non significherebbe imitare la Slovenia o la Croazia con i loro carnai fissi, ma fittiziamente imitare la predazione di orsi e lupi sui cervi e cinghiali (abbattendoli casualmente), vacche, cavali, pecore e trasportandone le carcasse in luoghi casuali che non siano MAI gli stessi. E ciò è cosa ben diversa da quella che il Parco cerca oggi di dimostrare che sia un errore. Errori sarebbero i fatti ben spiegati nei suddetti 8 punti del Dott. Sammarone. Otto punti che si CONDIVIDONO TOTALMENTE, ma che non giustificano i perseveranti, inspiegabili, mancati interventi di ripristino dell’antica alimentazione rurale. Che poi è quello che l’orso va alla ricerca!

Murialdo, 31 Ottobre 2021

Franco Zunino
Segretario Generale AIW
(Già primo ricercatore sul campo dell’Orso marsicano)

31 ottobre 2021

Orso marsicano: si continua ad ingannare la gente!

Visto che lo sbandamento degli orsi marsicani è ormai giunto a situazioni ingiustificabili (ed inspiegabili da parte delle autorità e del “corpo” scienziati dell’orso), e visto che l’opinione pubblica ha cominciato a capire che quello che da DECENNI il sottoscritto e l’AIW vanno proponendo, asserendo, consigliando, auspicando: cioè, di riprendere a seminare terreni e a riportare greggi di pecore sui pascoli a favore dell’orso per farli ritornare a vivere nella loro storica area (tesi sempre più condivisa dall’opinione pubblica), ecco che è iniziata la controffensiva della autorità attraverso i media: mistificare i fatti, cambiare nome alle cose, in pratia, ingannare […]
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