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E’ recente: uno studio effettuato negli Stati Uniti d’America ha dimostrato che le foreste bruciate (e si parla di migliaia di chilometri quadrati effettivi, non dei giochini matematici dei nostri dati, secondo i quali l’Italia dovrebbe ormai essere un deserto!), se abbandonate a se stesse anziché ripulite come da noi fanno obbligo leggi e regolamenti forestali, hanno una migliore capacità di ripresa ed autorimboschimento che non quelle trattate dall’uomo.
Nel luglio del 2002 una tempesta di fulmini innescò centinaia di incendi nelle Foreste Nazionali (l’equivalente delle nostre foreste demaniali) Siskyou, nel sud-ovest dell’Oregon, e Six Rivers, nel nord della California. I quattro maggiori incendi bruciarono un complesso unitario di circa 200.000 ettari. L’amministrazione Bush ritenne di mettere in atto un piano di salvataggio delle foreste prevedendo una loro ripulitura, ovverosia il recupero del legname e degli alberi danneggiati dagli incendi, allo scopo di migliorare la situazione e favorire la ripresa vegetazionale dell’area. In quell’occasione fu effettuato uno studio comparativo tra le parti di foreste ripulite e quelle invece dove si lasciò fare alla natura (l’area incendiata comprende anche alcune Aree Wilderness, dove tali ripuliture sono proibite). Studio poi pubblicato sulla rivista Science. Ebbene, questo studio non ha fatto altro che confermare i risultati di altri studi precedenti, ovverosia che le operazioni di ripulitura anziché favorire la ripresa vegetativa delle foreste, l’avevano danneggiata!
Nel 2004, due anni dopo gli incendi, sulle parti di foreste non ripulite si è notata un’abbondanza di nuove pianticelle nate da semi, mentre in quelle ripulite il rinnovamento risultava ridotto del 71%! “Sorprendentemente, era apparso come anche dopo pesanti incendi le foreste naturali avevano reagito assai più di quanto si credesse”, ha dichiarato il capo dei ricercatori.
Durante le operazioni di ripulitura sono state abbattuti anche alberi centenari non del tutto colpiti dagli incendi, con la scusa dell’emergenza e del rischio di una perdita economica. In realtà è poi apparso evidente come lo scopo primario del Servizio Forestale non era tanto quello di favorire il rinnovamento delle foreste dopo gli effetti degli incendi e di proteggere le comunità da essi minacciate, quanto lo sfruttare la scusa degli incendi per aumentare i prelievi di legname per scopi commerciali!
I ricercatori statali hanno anche scoperto che la ripulitura delle foreste percorse da incendi fatta con l’asportazione del legname morto, spesso citato dai sostenitori degli interventi dell’uomo come materiale che potrebbe favorire futuri incendi, in realtà gli incendi li favorisce. Il disboscamento lascia infatti sul suolo ramaglia ed altri resti minori della lavorazione ben più in grado di alimentare gli incendi che non i tronchi o la ramaglia morta naturalmente.
Nonostante questo, e la smentita delle indagini scientifiche, l’attuale governo degli Stati Uniti sta cercando di approvare una legge che favorisca gli interventi di ripulitura delle foreste percorse dagli incendi, sostengono il Sierra Club e la Wilderness Society. La lobby delle compagnie del legname è evidentemente più convincente che non gli studiosi dell’evoluzione forestale!

1 gennaio 2007

SUGLI INCENDI ED I LORO IPOTETICI DANNI

E’ recente: uno studio effettuato negli Stati Uniti d’America ha dimostrato che le foreste bruciate (e si parla di migliaia di chilometri quadrati effettivi, non dei giochini matematici dei nostri dati, secondo i quali l’Italia dovrebbe ormai essere un deserto!), se abbandonate a se stesse anziché ripulite come da noi fanno obbligo leggi e regolamenti forestali, hanno una migliore capacità di ripresa ed autorimboschimento che non quelle trattate dall’uomo. Nel luglio del 2002 una tempesta di fulmini innescò centinaia di incendi nelle Foreste Nazionali (l’equivalente delle nostre foreste demaniali) Siskyou, nel sud-ovest dell’Oregon, e Six Rivers, nel nord della California. […]
1 gennaio 2007

USA: MOUNTAIN BIKE E WILDERNESS

In Italia sono in molti nell’arcipelago ambientalista a credere che le biciclette da montagna siano compatibili con l’uso dell’ambiente a scopo ricreativo, ed addirittura compatibili con concetto della natura selvaggia. In realtà già il termine “bicicletta” ci dice quanto poco esse siano compatibili, perché nessun mezzo meccanico può essere compatibile con il mondo della Natura: sono una contraddizione in termini! Anche in America, dove è nata la filosofia Wilderness ma dove è anche nata la “mountain bike”, è da anni aperto un dibattito sull’uso di questo mezzo nei Parchi Nazionali e nelle altre aree protette del Paese. Addirittura c’è chi […]
1 gennaio 2007

IL VIETNAM E IL MITO DELL’ECOTURISMO

COSI’ SE NE SCRIVE IN ORYX, MAGAZINE DELLA FAUNA & FLORA INTERNATIONAL «La facilità delle comunicazioni, gli scambi globali di informazioni ed una rete internazionale di trasporti, stanno facilitando sempre più il turismo, ed anche le destinazioni più remote diventano di facile raggiungimento, così i globetrotter del turismo zigzagano ovunque alla ricerca di luoghi poco conosciuti. Molti vanno alla ricerca dei mondi esotici naturali che essi sognano in terre straniere: selvagge foreste con tigri ed elefanti. Molti di essi si autodefiniscono “ecoturisti”, ma pochi, se non nessuno, lo sono veramente. L’ecoturismo sostiene attivamente progetti di conservazione e contribuisce al benessere […]
1 gennaio 2007

SALVATE LE FORESTE DELL’ORSO “FANTASMA”

Dopo anni di controversie, la Provincia canadese della British Columbia si è finalmente impegnata per una protezione di gran parte delle sue foreste pluviali costiere – tra l’Alaska a nord e l’Isola di Vancouver a sud -, trovando un accordo tra le ditte boschive proprietarie, le popolazioni indigene native e gli ambientalisti. Così, un’area grande quanto due volte il Belgio (1,8 milioni di ettari) è stata posta sotto protezione come Great Bear Rainforest. Essa sarà gestita come un santuario per specie quali l’Orso bruno, l’Orso nero (compresa la sua rarissima varietà di colore bianco, che i nativi definiscono “Spirit Bear”, […]