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Vita De Waal è Membro IUCN-World Commission Protected Areas Specialist Group CSVPA (Svizzera)

I Siti Naturali con valori Culturali e Spirituali: un nuovo registro di aree protette mondiali in fase di studio da parte dell’IUCN ed UNESCO, illustrate dalla fondatrice e direttrice della Foundation for Gaia (che tanti aiuti ha dato all’AIW fin dall’anno della sua nascita) e membro della speciale Commissione che dovrà valutare i requisiti delle aree protette che contengono siti di valore culturale.

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Ogni passo verso il progresso dell’umanità è stato possibile grazie al fatto che l’uomo ha sempre emulato la Natura. Se Icaro, Leonardo e tutti gli altri che hanno provato a volare lo hanno fatto è perché vedevano gli uccelli capaci di vincere la gravità; i sommergibili furono inventati perché si vedevano i pesci nelle loro capacità di vivere nell’acqua e di scendere in profondità. Qualsiasi cosa gli animali facevano, gli uomini hanno provato ad imitarli. Per l’uomo la Natura è sempre stata la più grande maestra, il suo migliore custode (è la Natura che lo nutre, lo veste, lo guarisce), il suo più straordinario e generoso ospite. La Natura è sempre stata il guaritore più esperto e l’artista più meraviglioso che si sia mai conosciuto. L’uomo ha sempre tratto ispirazione dalla Natura, la quale sin dai tempi immemorabili gli ha instillato un senso di reverenza, di trascendenza e di meraviglia mai eguagliata. Nel generoso grembo di Madre Natura, di Pacha Mama, di Gaia o con qualsiasi altro nome con il quale è stata chiamata con riverenza, si sono evolute una moltitudine di specie diverse compresa una grande varietà di razze umane.

Quando noi parliamo di valori immateriali con riferimento alla natura ci riferiamo a valori che sostengono una protezione e riverenza per la Terra. Una limitazione nell’introdurre un termine come cultura in relazione alla natura è che ci sono culture che non danno valore alla Terra e ritengono la natura un elemento che esiste solo per servire l’uomo. Non dobbiamo invece dimenticare che esistono delle culture che considerano l’uomo quale parte della stessa sorgente che creò il resto del creato e che perciò ritiene che faccia inesorabilmente parte di un cerchio di vita unico; e, così come ci sono esseri umani dotati di speciali poteri, così anche luoghi, aree, montagne, foreste, laghi, alberi, una roccia o specie di animali possono avere un’importanza speciale, spesso di natura sacra, e degni di rispetto e di una protezione particolare che spesso sussistono da migliaia di anni. Essere nati in una regione significava appartenervi, essere custodi della terra e di tutte le forme di vita che la abitavano. Un senso di interconnessione tra l’uomo e la Terra, tra il mondo materiale ed il mondo dello spirito, dove ogni aspetto è interdipendente e parte integrante di una natura vivente e facente parte di una dimensione sacra.

W. Erdelen, Assistente Direttore Generale per le Scienze Naturali dell’UNESCO ha espresso bene questo concetto quando ha scritto che “Differenti visioni mondiali non hanno solo un significato politico e ripercussioni socio-economiche, ma esse determinano anche il modo con il quale i popoli percepiscono ed interagiscono con la natura, formando così la loro cultura specifica. (Né possono) gli ecosistemi naturali, essere compresi, conservati e gestiti senza riconoscere che le culture umane hanno dato loro forma, e che le diversità biologiche e culturali si sono reciprocamente rinforzate e rese interdipendenti. Assieme, le diversità culturali e le diversità biologiche possiedono la chiave per assicurare una capacità di ripresa sia per il sistema sociale sia per quello ecologico”.

Le finalità dei Parchi Nazionali, delle Aree Wilderness, dei Siti eletti a Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO ed altre aree protette sono oramai ben conosciute. Quello che magari è meno noto, è che l’UNESCO ha anche dei programmi per riconoscere dei patrimoniche non siano solo delle aree protette: come città, opere architettoniche, foreste, paesaggi culturali, perfino un’iniziativa di siti di astronomia;e che sta dando anche grande importanza ad un’eredità culturale(1) immateriale: tradizioni orali, lingue, pratiche sociali, rituali, festività, artigianato, musiche, canti, danze, teatro tradizionale, conoscenze e pratiche concernenti la natura e l’universo ecc. Ora è anche in considerazione un registro per siti naturali che contengono dei valori culturali, per esempio, spirituali o agro-pastorali.

Al fine di curare tutti questi differenti aspetti connessi con la natura, esiste uno Specialist Group (Gruppo di Esperti) dell’IUCN-WCPA (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e Comitato Mondiale per le Aree Protette) ad essi specificatamente addetto: Valori Culturali e Spirituali delle Aree Protette (CSVPA). Questo gruppo sta facendo una valutazione su di un numero di siti al fine di creare dei casi-studio che serviranno per sviluppare una loro tipologia basata sia sulle caratteristiche naturali sia su quelle culturali e spirituali, e per cercare di identificare, definire e creare delle direttive per poter gestire le dimensioni culturali e spirituali delle aree protette. È necessario creare un inventario di siti sacri e di siti agro-pastorali in ogni Paese. Questa non è una cosa da poco, visto che esistono centinaia di migliaia di siti naturali sacri in tutto il pianeta, dei quali la maggioranza è solo conosciuto a livello locale, mentre altri sono famosi a livello mondiale, come ad esempio Stonehenge, Delphi, Monte Athos, Montserrat, Grand Canyon, Pueblo di Taos, Monte Fuji, Uluru (Ayers Rock), Petra o Machu Pichu.(2)

Le condizioni di molti dei luoghi naturali sacri nel mondo sono attualmente difficili: minacce inerenti ad uno sviluppo urbanistico crescente, degradazioni ambientali, mancanza di leggi, di interessi politici ed istituzionali, la perdita col tempo del rispetto della loro sacralità, mancanza di comprensione da parte delle religioni dominanti o dei sistemi educativi nazionali. È quindi urgente e necessario che questi luoghi speciali siano riconosciuti a livello locale, nazionale e globale; così come il loro profilo quali siti culturali e sacri sia messo in rilievo, che il loro valore e l’importanza spirituale che rappresentano siano mantenute per le popolazioni locali. Inoltre, è importante che questi siti siano riconosciuti non solo come depositari di biodiversità, ma anche di cultura e di tradizioni sacre, e che le comunità locali possono continuare a godere del diritto di accedervi così come della libertà di radunarvisi e di celebrarvi riti.

Fin dall’epoca Eneolitica in Italia c’è stata un’intensa attività di migrazioni, col passaggio di una straordinaria varietà di popoli sul suo territorio, cosa che ha permesso a moltissime culture di lasciare ovunque le proprie impronte con edifici, con opere d’arte e con una particolare abbondanza di siti agro-pastorali e spirituali. Un luogo ricco di siti culturali è il Parco Nazionale della Majella, in Abruzzo, dove sono ancora presenti un migliaio di pajare (capanne a tholos) a testimonianza di un modo di vita transumante, come pure una grande varietà di luoghi sacri: grotte, eremi, santuari, chiese e monasteri. Ma la quantità di siti nel Parco Nazionale della Majella è un’eccezione, dato che in casi normali ci si trova davanti ad un numero limitato di tali siti, come nel caso dei due eremi presso Roccasecca, luogo di nascita di Tommaso d’Aquino, quello dello Spirito Santo (oggi in un’Area Wilderness) e di Sant’Angelo in Asprano, i quali preservano importanti valori culturali e spirituali per le comunità locali, con pellegrinaggi che ogni anno attraggono gente da tutte le parti della Ciociaria (3). Ci sono inoltre anche dei siti sacri in luoghi naturali assai più solitari, che inducono alla contemplazione ed un contatto diretto con la natura. Uno di questi siti può essere visitato nell’Area Wilderness Monte Maggiore, in Provincia di Caserta, dove il Santuario della Madonna di Fradeianne “conferisce all’area quel tocco di misticità religiosa che bene si sposa con lo spiritualismo della filosofia Wilderness”, come è stato descritto questo luogo.

In molti casi le comunità locali sono i migliori guardiani di questi luoghi sacri, come stanno a dimostrare gli esempi citati. La loro protezione a livello locale permetterà di prenderli in considerazione per creare dei casi-studio perl”IUCN WCPAepotrà rafforzare la loro tutela, ma anche rendere omaggio a quelle genti che li hanno preservati fino ad oggi e che ancora li frequentano in devoto rispetto.

(1) http://www.unesco.org/culture/ich/index.php?pg=00002

(2) http://whc.unesco.org/en/list

(3) http://www.med-ina.org/delos/sites.htm

di VITA DE WAAL

21 gennaio 2010

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21 gennaio 2010

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21 gennaio 2010

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11 ottobre 2009

IL LUPO NELLE ALPI

Continua la bufala del “ritorno naturale”… con qualche contraddizione! _______________________________________________________________________ E’ notoria la posizione dell’AIW, ma soprattutto mia personale, in merito alla provenienza dei lupi che hanno colonizzato le Alpi; cioè, la loro provenienza da liberazione di individui di razze centro-europee (e forse anche asiatiche!) da parte di naturalisti francesi, e non già per colonizzazione spontanea da parte di lupi di provenienza italiana (centro e sud Italia). Sono trascorsi gli anni, ed ormai sembra consolidata per tutti questa tesi, anche da parte delle organizzazioni venatorie che pure, all’inizio, contestarono la tesi “buonista” del ritorno naturale. Che questa tesi sia la […]