1. È in diffusione il libro collegiale tra vari autori (una ventina di firme autorevoli del mondo ambientalista e protezionista), relativo a vari problemi sulla biodiversità in Italia e sua conservazione, intitolato Piccolo Libro Bianco (Storie di biodiversità, naturalisti e transizioni ecologiche. Il libro scaturisce da un’iniziale idea del Prof. Renato Massa (già docente di Biologia dell’Università di Milano) sotto l’egida del “Manifesto di Napoli” sulla stessa tematica, stilato e sottoscritto da alcuni dei suddetti membri del mondo ambientalista, e poi portato avanti con la collaborazione del Prof. Corradino Guacci, dell’università di Campobasso e dell’Associazione Italiana per la Storia della Fauna di Baranello. Il libro è stato dedicato agli scomparsi fratelli Fabio e Franco Perco (quest’ultimo, è anche uno degli autori). Al libro, su espressa richiesta del Prof. Massa, ha collaborato anche Franco Zunino con un saggio di 13 pagine sulla Wilderness  ed il suo Concetto di conservazione, dal titolo “L’Idea Wilderness in Italia: Conservazione, Etica e Biodiversità”. L’Associazione Wilderness ne ha richiesto alcune copie, per cui gli iscritti all’AIW che lo desiderassero, lo potranno anche richiedere alla stessa.
  2. La rivista naturalistica Natura e Montagna ha pubblicato un interessante carteggio tra Aldo Leopold e Oscar de Beaux, naturalista (ornitologo) italiano dei primi decenni del secolo scorso. Il carteggio ha motivato un saggio di Marcus Hall dell’Università di Zurigo, che nel diffonderli ha ritenuto di commentare il pensiero dei due eminenti storici ambientalisti (ma questa è una definizione solo di oggi!). Interessante è notare come venga riconosciuto che mentre Leopold basava le sue idee su esperienze con la natura selvaggia americana (mai citata col termine originario wilderness) con tutti i suoi significati intrinseci, De Beaux, da italiano, pensava piuttosto agli animali e al loro benessere e all’importanza di salvaguardare le specie: in pratica, anche in questo si denota una visione spiritualista della natura versus una più materialista, che però si incontravano nella comune idee della protezione delle specie in via di estinzione. Da notare altresì come, sebbene l’autore riconosca che sia Leopold sia De Beaux fossero cacciatori, e come i cacciatori siano stati alle origini dei movimenti in difesa della fauna (e che quasi tutti i primi studiosi di ornitologia fossero anche cacciatori!), si finisca comunque quasi per sminuire questo aspetto, o, almeno, non lo si evidenzia come invece avrebbe meritato. Una specie di ritrosia per, se non nascondere, almeno evitare di enfatizzare un fastidioso fatto storico del pensiero e formazione culturale dei due emeriti naturalisti. Peccato!
  3. Ancora un bel libro su John Muir, realizzato in Italia dalla Piano B Editrice raccogliendo una serie di saggi, documenti, lettere ed estratti dai suoi libri e dai suoi diari: “Le Montagne mi chiamano: Meditazioni sulla natura selvaggia” (Piano B Edizioni 2022  www.pianobedizioni.com – Euro 15,00). Va subito detto che il libro, di 246 pagine ha il pregio di una presentazione che come in nessun altro libro, di e su Muir, evidenzia la sua visione della Natura più come momento spirituale che non il solito freddo scienticismo, e come conservazionista impegnato non tanto nello scrivere libri e fare conferenze, quanto nel battersi materialmente per conservare i luoghi che lui aveva conosciuto, vissuto ed amato. Troppo comodo l’ambientalismo impegnato di tanti  “ecologisti” dei nostri giorni più presi proprio nel contrario, ovvero a pubblicare libri e fare conferenze o presentare servizi televisivi senza mai “sporcarsi le mani” (leggasi farsi dei nemici e perdere occasioni professionali!)! L’autore della presentazione, Alessandro Miliotti, esalta invece proprio questi aspetti di John Muir e, così facendo, cogliendone il suo vero pensiero. Vale più citare alcuni dei suoi passaggi che non andarli a cercare nei passi di Muir che formano il libro e che si leggono con entusiasmo, anche per la sua semplicità di scrittura, e immedesimazione per chi la Natura l’ha vista e la vive come la vide e la visse Muir, ovvero non per il mero materialistico ricreazionismo tanto in voga ai nostri giorni (alpinismo, escursionismo, “outdorismo”, ego-sfruttamenti per interessi egoistici), ma per la sua bellezza e per i moti interiori e spirituali di fronte alla bellezza della Natura. E difatti, proprio la bellezza ed i valori spirituali è quanto si coglie in ogni pagina di questo libro: forse, proprio perché un compendio del pensiero di John Muir, il migliore tra i tanti già tradotti in Italia per chi voglia farsi un’idea di questo personaggio dell’ambientalismo mondiale. Cioè, con spirito Wilderness, lasciando la biodiversità, l’ecologismo di maniera, la natura come merce per i propri egoistici piaceri, a chi non potrà mai essere come John Muir, né lo potrà apprezzare (e per questo probabilmente mai comprerà o leggerà questo suo libro, preferendogli manuali e saggi di biologia o guide escursionistiche!): «Pur essendo egli stesso uno scienziato – e pur riconoscendosi tale -, egli vide nel “freddo materialismo”, nelle “parole aride” del linguaggio scientifico un ostacolo più che un ausilio alla fondazione di un corretto rapporto tra uomo e ambiente.»; «Probabilmente non è sbagliato dire che Muir sia stato più un poeta che uno scienziato o, ancora meglio, uno strano ibrido tra scienziato e poeta. nel suo diario, nel 1906, quasi alla fine della sua vita, scrisse parole che illustrano perfettamente il suo punto di vista: “L’uomo di scienza, il naturalista, perde troppo spesso di vista l’unicità essenziale di tutti gli esseri viventi; tenta di classificarli in regni, ordini, famiglie, generi, specie e così via, annotando il tipo e la disposizione delle membra, dei denti, delle dita, dei piedi, delle squame, dei peli, delle piume etc., misurando o ordinando in metri, centimetri e millimetri; invece, l’occhio del Poeta, del Veggente, non si chiude mai sull’essenziale affinità di tutte le creature di Dio, e il suo cuore pulsa sempre in empatia con gli esseri grandi e piccoli, come suoi ‘compagni nati sulla terra e compagni mortali’, ugualmente dipendenti dall’amore eterno del Cielo.»; «Ma tale conoscenza, per quanto egli avesse studiato [qui vengono citati noti naturalisti della sua epoca, ndr] non fece che amplificare la consapevolezza di un ordine superiore, di un piano mistico e spirituale, in cui le parole di Dio, Natura, Bellezza, Paesaggio, sono quasi intercambiabili.» Ed ecco invece alcune frasi di Muir: «Ci si immerge in queste irradiazioni spirituali come se ci si riscaldasse al fuoco di un campo. E presto si perde coscienza della propria esistenza separata: ci si confondo con il paesaggio, si diventa parte integrante della Natura.»; «Lasciai l’università senza il minimo pensiero di farmi un nome, ma spinto avanti alla ricerca della bellezza e della conoscenza. Io me ne andai nei boschi per fare il botanico, vagando a volontà su prati e paludi, lungo le rive dei torrenti, con il grande cielo sopra dime, passeggiando libero e solo. La bellezza e l’armonia del sole e dell’acqua cristallina riempivano ogni mia facoltà di una gioia intensa.»; «Tutto è bellezza divina. Potrei restare per sempre legato qui, con solo pane e acqua, e non sarei mai solo.»; «Com’è meraviglioso il potere della bellezza! La contemplo intimorito, e potrei lasciare tutto per lei.» Ecco perché anche durante il suo impegno per la difesa della Sierra californiana, quando dovette confrontarsi col mondo della politica, il suo «impegno politico non oscurò la passione spirituale. Ma è come se lo spirito sia ormai posto al servizio degli scopi pratici, concreti, che egli sente come il compito più urgente di quegli anni.» Un compito che non può avere fine, come invece spesso si illudono i protezionisti: «La battaglia che abbiamo combattuto e che ancora stiamo combattendo per le foreste fa parte dell’eterno conflitto fra giusto e sbagliato, e non possiamo aspettarci di vederne la fine.» Per concludere, ecco è questo il migliore e più completo libro sul pensiero e la vita di John Muir, europeo trapiantato in America e da quel continente modellato ad una visione spirituale della Natura che, come scrive il curatore del libro, spiega i tanti perché della profonda diversità visionaria esistente tra i protezionisti italiani ed i conservazionisti americani: «Quello che il piccolo Muir trova in Wisconsin è il suo battesimo nella natura incontaminata americana.»

   

Murialdo, 17 Luglio 2022

Franco Zunino
Segretario Generale AIW