AREE WILDERNESS IN FRIULI

Novità indubbiamente interessante ma che, a mio avviso decreta e ribadisce il fallimento dei Parchi, perlomeno della stragrande maggioranza di questi, che avevano ed hanno primariamente proprio questo obiettivo: la conservazione di ecosistemi naturali e seminaturali. Vedo una sorta di conflitto tra le due istituzioni e mi farebbe piacere si avviasse in parallelo un serio discorso sul recupero dei parchi, purtroppo sempre più parchi-giochi per turisti e sempre meno luoghi di conservazione, il cui fine a detta dei loro amministratori è più che altro economico, come attrattiva turistica.

Ben vengano quindi le aree Wilderness, regolate da leggi chiare e severe che impediscano qualsiasi attività antropica, senza i soliti sotterfugi, ma parallelamente lavoriamo perchè i parchi facciano i parchi e divengano così naturalmente aree Wilderness.

Complimenti naturalmente alla regione Friuli Venezia Giulia per l’iniziativa.

Gilberto Volcan
Moena, TN

Nessuna contrapposizione, anche se sui Parchi ci sarebbero da fare molte critiche sia per il modo con cui sono istituiti in Italia, sia come sono gestiti (che è, però, una conseguenza del primo errore). Le Aree Wilderness sono (negli USA, dove le hanno inventate) e dovrebbero essere anche nel nostro Paese, i “cuori selvaggi” dei Parchi. Se non fosse che anche nel nostro Paese come già negli USA, a contrapporsi ad esse sono proprio i dirigenti dei Parchi che le vedono come territori non più direttamente gestibili, quindi “addomesticabili” come è caratteristica di tutti i Parchi, dove l’assoggettazione del territorio a prioritari scopi turistico-ricreativi è la norma, relegando le finalità di conservazione in seconda se non quando in terza posizione.
Al di fuori dei Parchi, le Aree Wilderness hanno una loro specifica configurazione, per cui ad un vincolo di estrema severità sull’aspetto urbanistico-ambientale-paesaggistico, con l’impedimento preventivo per ogni opera è abbinata una permissiva forma di razionale utilizzo delle risorse naturali rinnovabili, dal taglio dei boschi al pascolo alla caccia; questo, salvo per le proprietà appartenenti ai demani statali o regionali, come nel caso del Friuli, dove vigono divieti assoluti di non intervento ed anche di caccia, in quanto bandite per vincoli preesistenti (ma di per sé non strettamente necessari in quanto Aree Wilderness essendo la caccia una forma di prelievo compatibile ed antichissima attività umana di sussistenza).
Per “recuperare” i Parchi non resta quindi che l’obbligo a designarvi al loro interno delle Aree Wilderness, come stabilisce l’americano Wilderness Act per i Parchi Nazionali ed altre aree protette di quel Paese. L’AIW si batte per raggiungere questo obiettivo.

Franco Zunino
Segretario Generale AIW