Trasferite dal Nuovo al Vecchio Continente quelle che sono le aree protette più severe del mondo rischiano di perdere il loro smalto
Se c’è un vezzo tipicamente italiano, ma che è anche forse europeo, magari legato alle ideologie politiche che caratterizzano e distinguono l’Europa dagli Stati Uniti d’America, è quello di cambiare nome alle cose e/o manipolarle a proprio uso e consumo. Questo è quello che sta succedendo anche per il concetto delle Aree Wilderness.
Quello delle Aree Wilderness è un esempio che rischia di diventare esemplare nel mondo dell’ambientalismo. Inventate negli USA. Ignorate per decenni in Europa. Svilite e considerate utopistiche quando cominciai a parlarne e scriverne tra gli ambientalisti nostrani, ora le Aree Wilderness stanno assumendo un ruolo di primo piano in tutta Europa, grazie alle nuove generazioni che le hanno scoperte, ma che, per mancanza di corretta informazione, le hanno stravolte e nel loro significato fisico-geografico ed ambientale e – ed è ancora più grave – nel loro intrinseco significato conservazionista.
Oggi c’è tutto un movimento che parla di Wilderness e di Aree Wilderness in Europa mistificando il loro significato e, peggio, ignorando la loro vera storia ed il loro vero significato; purtroppo, aiutati in questo anche dallo stesso movimento mondiale che aveva la pretesa di diffondere nel mondo questa realtà conservazionistica (l’International Wilderness Leadership Foundation, oggi WILD Foundation), col rischio che la stessa IUCN ne adotti il significato stravolto, senza preoccuparsi di andare alla fonte, allo storia di queste iniziative, alla loro finalità vera che ha nel forever wild il suo principio; un principio coniato per la prima volta dal Governo dello Stato di New York, quando nel 1894 legiferò per istituire l’Adirondack Forest Preserve (poi Adirondack State Park). Un seme che poi crebbe fino a giungere alla storica legge, Wilderness Act, che nel 1964 grazie al lavoro dei pionieri di quest’idea, da Arthur Carhat che per primo ebbe l’intuizione di una simile area protetta, ad Aldo Leopold che per primo ne ottenne la concretizzazione con la Gila Wilderness Area (la prima al mondo), a Robert Marshall (il figlio dell’avvocato Louis Marshall promotore di quel forever wild negli Adirondack), che promosse quell’ “unione di gente sensibile” che fu la Wilderness Society, a Edward Zanisher ed altri che stesero le regole su cui doveva basarsi un’Area Wilderness: il testo del Wilderness Act.
L’Associazione Italiana per la Wilderness è stata fondata su quelle stesse radici, se ne ritiene un virgulto europeo, il primo, forse l’unico, e per quell’idea si batte affinché le Aree Wilderness di cui sempre più si parla in Europa non siano svilite per adattarle a visioni ambientaliste che piuttosto che conservazionistiche sono semplicemente animaliste e che rischiano di svilire gli stessi principi liberali e democratici suo quali queste aree sono basate.
Questo numero del Wilderness/Documenti è quindi dedicato a questo impegno. In esso i lettori troveranno i documenti essenziali sul perché l’AIW si stia battendo affinché quelle radici storiche non siano recise, e la finalità vera di quella grande Idea resti integra anche in Europa e nel nostro Paese.
di Franco Zunino
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