AREA WILDERNESS
“ERBA ROSSA” (Cascate del Rio Rollo)

ORGANISMO:

Comune di Conca della Campania

LOCALIZZAZIONE:

Comune di Conca della Campania (Caserta)

ANNO:2018
ESTENSIONE:130,0 ettari
ZONE TUTELA:

Zona di Tutela Ambientali interne da stabilirsi.

REFERENTE:Arch. Felice Tomeo: Cell. 340.2423710
LINK:http://www.comune.concadellacampania.ce.it/
La cascata della “Ripa Accota”, la più alta tra quelle del Rio Rollo, con l’ex Sindaco Alberico Di Salvo.
Antico mulino ad acqua lungo il Rio Rollo

L’Area comprende quasi integralmente un burrone scavato sulle falde del vulcano spento di Roccamonfina, dal quale discende sul versante nord-orientale, al di sotto del Colle Friello, una modesta antica caldera vulcanica particolarmente nota come caratteristica geologica e paesaggistica. Una gola boscosa quasi nascosta, in fondo alla quale scorre il rio profondamente incassato tra pareti di antica lava, dove si è scavato un millenario sinuoso passaggio nelle antiche lave cosa che ha comportato il crearsi anche di enormi salti di rupi dai quali le acque precipitano con diversi salti di stupefacenti cascate per discendere di almeno 250 metri di dislivello in soli 4 chilometri di lunghezza (cascate alte decine di metri, la maggiore delle quali – denominata “Ripa Accota”, ovvero: fosso scosceso – alta circa 20 metri), per poi proseguire a gettarsi nelle acque del Fiume Volturno. Un dislivello che ha permesso la formazione di alcune. Per tutta la sua lunghezza il burrone e ammantato di una densa vegetazione boschiva che proprio per il disagio dei luoghi, ma anche per il fenomeno sociale dell’abbandono agricolo, è rimasta in gran parte incolto e soggetto ad una libera crescita evolutiva, con una sua lenta riconversione da ceduo a ceduo invecchiato e, per alcuni tratti, anche alto fusto, specie lungo il corso del rio con grandi alberi di ontani. Nella parte più elevata del burrone esistono i resti di un antico mulino di straordinari bellezza per il suo valore culturale e storico. Ma il burrone un valore storico lo ha anche assunto dopo che nei suoi pressi, in località “Faeta”, all’epoca una borgata quasi sperduta nella campagna, l’esercito invasore tedesco in ritirata sotto l’incalzare degli Alleati, il 1 novembre 1943 fu responsabile di una rappresaglia sui innocenti cittadini civili, che comportò l’uccisione di ben 39 persone, uno dei più tragici massacri di civili nel Sud dell’Italia, avvenuto proprio in luogo poco distante dalla succitata cascata.

        

NOTE

Diverse sono le persone che hanno avuto il merito di quest’Area Wilderness. Il primo è Felice Tomeo, già Consigliere nazionale dell’AIW e Presidente della locale Sezione AIW di Galluccio, paese poco lontano, il quale aveva avuto modo di far conoscere a Franco Zunino un luogo stupefacente di acque, cascate ed antichi mulini che suscitarono in lui l’idea di una proposta di salvaguardia poi andata in porto. Ma specialmente grande merito va anche dato all’attuale Consigliere nazionale AIW nonché Presidente della Sezione Alta Campania, Antonio Iannetta, che grazie ai suoi rapporti amicali e di stima reciproca ha tenacemente ritenuto di caldeggiare la proposta presso l’amministrazione comunale. Infine, merito esecutivo va invece e soprattutto dato al Sindaco di Conca della Campania nonché Presidente della Comunità Montana Monte Santa Croce, Alberico Di Salvo, convinto assertore della necessità di valorizzare le bellezze naturali del proprio Paese e della sua Comunità, per aver compreso che migliore garanzie di salvaguardia non erano tanto i vincoli imposti d’autorità quanto la decisione degli abitanti e proprietari dei luoghi di volerli autonomamente preservare.

Al contrario di tante altre Aree Wilderness d’Italia, questo è il primo caso di un’Area Wilderness comunale designata totalmente su suoli appartenenti a privati, un precedente per la politica dell’Associazione, che spera così che altri Comuni possano seguire quest’esempio per preservare luoghi selvaggi appartenenti a privati e rimasti tali proprio per le loro caratteristiche fisiche.

L’Area Wilderness è stata formalmente dedicata all’eccidio del 1943 con la seguente motivazione: In memoria del tragico eccidio che sulla sovrastante collina di Faeta, il 1 novembre 1943 vide scorrere il sangue innocente di 39 cittadini di Cave di Conca, incolpevoli martiri sacrificati dal demone della guerra fratricida e di liberazione dall’invasore nazista che in quegli anni percorse anche questa contrada.

Molti anni dopo ed ormai in tarda età, la figlia di una delle vittime (Pasquale Di Gasparro), descrisse così il momento in cui subito dopo l’eccidio si recò sul posto per cercare suo padre: «Volli vedere dov’era mio padre, lo trovai in una pozza di sangue. Aveva il cranio sfondato da un proiettile e tutt’intorno l’erba era diventata rossa…». Si deve quindi indirettamente a lei (Graziella Di Gasparro) se nel presentare la proposta dell’Area Wilderness si è proposto e deciso di utilizzare la denominazione “Erba Rossa”.