ORGANISMO: |
Comune di Vallerotonda Comune di San Donato Val Comino Comune di San Biagio Saracinisco Comune di Rocchetta a Volturno Comune di Picinisco |
LOCALIZZAZIONE: |
Comune di Vallerotonda (Frosinone) |
ANNO: | 2008 |
ESTENSIONE: | 4.355 ettari |
ZONE TUTELA: | 11 Zone di Tutela Ambientale interne per un totale di circa 2.298 ettari. |
REFERENTE: | |
LINK: |
Nella parte più meridionale dell’Appennino Abruzzese-Laziale, nel bacino del Fiume Liri-Garigliano, ad est della famosa Forca d’Acero, principale porta di ingresso laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo. L’Area Wilderness comprende, a nord la parte più alta della nota Valle Inguagnera e della meno nota, ed isolata, Valle Lattara, entrambe parti più elevate del complesso montuoso del Colle Nero (1991 m slm) o di Monte S. Marcello; mentre a sud comprende l’estrema parte meridionale di questa che può ritenersi la seconda grande area unitaria del Parco Nazionale d’Abruzzo, estesa su tutta la lunga catena, e le valli laterali, che dalla Forca d’Acero ed il Colle Nero e dai Monti Amaro e Petroso giunge ai monti de La Meta e le Mainarde e comprende anche il Monte Marrone, ultimo baluardo della catena: un integro complesso selvaggio di oltre 10.000 ettari. Nei settori dell’Area Wilderness ricadono i bacini delle Valli Monacesca e Venafrana; la prima, priva di acque perenni ricadente bel bacino imbrifero del Fiume Melfa e quindi del Liri Garigliano; la seconda percorsa dall’impetuoso Rio Chiaro, affluente dell’alto bacino del Fiume Volturno. La Valle Monacesca in particolare rappresenta un raro esempio di “valle pensile” di antica origine glaciale. Sono quindi comprese nell’Area Wilderness le imponenti cime del Monte Forcellone (2030 m slm) e del Monte Cavallo (2.039 m slm), ma anche le pendici occidentali e meridionali del Monte Mare (2.020 m slm) e della Catenella delle Mainarde, nonché il Monte Morrone sul versante orientale e le parti più basse del Monte Forcellone e Valle del Fraolito, della Valle Porcina e della Valle del Melfa. Faunisticamente questa zona rappresenta una importante habitat sia per l’Orso bruno, sia per il Camoscio d’Abruzzo che per la Coturnice appenninica. E’ interessante dal punto di vista botanico per la presenza di una grande varietà di specie che vanno dai limiti più bassi delle montagne con boschi miste di querce (ai limiti meridionali dell’Area è presente quella che è forse la più grande pianta del raro ibrido Cerro-Sughera Quercusa crenata della Val Comino) a quelli della faggeta e dei pascoli d’alta quota; tra l’altro spiccano alcuni popolamenti di Ramno (Rhamnus alpina), le cui bacche sono particolarmente appetite dall’Orso. Di grande interesse è la recente scoperta di un tratto di foresta da ritenersi un caso forse unico per la regione del Parco Nazionale d’Abruzzo per il suo stato ambientale insolitamente umido e vicino al climax di “foresta primaria di ritorno”. In particolare sul versante orientale del Monte Marrone, dirupato e selvaggio si riscontra la presenza di un nutrito nucleo di Camosci appenninici (qui al loro limite meridionale della popolazione), ma anche rarità botaniche come l’autoctono Pino nero (Pinus nigra var. di Villetta Barrea) che tanti credevano e credono presente solo nella più famosa “Camosciara”. Floristicamente vi sono state inventariate 445 entità, di cui 46 specie interessanti per la flora del Lazio e dell’Appennino centrale (23 rare e 23 rarissime). Tra esse: 12 endemismi di cui due rari per il Lazio (Cynoglossum magellense e Rhinanthus wettsteinii); 9 entità rarissime e di dubbia presenza o mai segnalate nel Lazio ed infine la bella Primula orecchia d’orso (Primula auricula) ed il Lino perenne (Linus alpinum subsp. gracilius), qui presente con una delle stazioni più meridionali. Qui sono state altresì riscontrate almeno due estese stazioni di Aglio orsino (Allium ursinum subs. ucrainicum) e Anemone alpina (Anemone alpina). Uno stato vegetazionale che si caratterizza ed abbina anche ad un’interessante situazione geo-morfologica per la presenza di un fenomeno morenico di estrema evidenza e scenicità, forse anch’esso tra i pochi della regione del Parco, completamente ammantato di alberi. E’ interessante dal punto di vista botanico anche per la presenza di quelli che sono gli unici popolamenti di Erica multiflora (Erica multiflora) e Castagno (Castanea sativa) dell’intero Parco Nazionale. Interessanti sono le Valli Inguagnera e Lattara e la Valle Monacesca, tra i pochi esempi di “valli pensili” della regione del Parco d’Abruzzo. Da un punto di vista storico l’Area Wilderness tutela lo scenario principale in cui si svolse la famosa “Battaglia delle Mainarde” durante l’ultimo conflitto mondiale. Culturalmente almeno il Monte Marrone è piuttosto noto per il pittore Charles Moulin, di origini francesi, che, dopo essersi trasferito a vivere nel paese di Castelnuovo a Volturno, in cima alla montagna si costruì poi una capanna di muri a secco con un tetto di cotica erbosa posata su tavolati e travature, come un’eremita dei tempi moderni.
NOTE
Formano l’Area Wilderness i seguenti Settori: Le Mainarde (2008) 830,0 ettari, Colle Nero (2008) 325,0 ettari, Monte Cavallo (2010) 1.480,0 ettari, “Monsieur Charles Moulin” (2015) 610,00 ettari, Picinisco (2017) 1.110 ettari. Sebbene essi siano stati designati in anni successivi (come qui indicato), nella scheda si cita solo l’anno del settore iniziale.
Inizialmente denomina “Le Mainarde” e poi Monte Petroso-La Meta, si decise poi di mutare il nome di quest’Area Wilderness in “Catena dei Monti Actze” dopo aver appreso che gli antichi popoli sanniti del Molise così definivano la lunga catena montuosa che proprio dalle loro terre verso occidente si presentava come un baluardo oltre il quale dominava Roma. In realtà alcuni storici usano anche il toponimo “Acze”, ma ci sembra più convincente il primo per il tipo di assonanza, per cui la “t” sembrerebbe semplicemente muta.
I primi settori di Area Wilderness designati dai Comuni di Vallerotonda e di S. Biagio Saracinisco e poi quello di Rocchetta a Volturno ricadono in parte o del tutto nei limiti del Parco Nazionale d’Abruzzo. In particolare quello di Vallerotonda è stata la prima Area Wilderness comunale ad essere designata nella Zona di Protezione Esterna del Parco Nazionale d’Abruzzo. Tra l’altro quasi tutti questi settori ricadono in parte anche nell’ambito di alcune Aziende Faunistico-Venatorie.
Merito per la designazione dei settori laziali delle Aree Wilderness va dato si debbono: alla lungimiranza del fu Dott. Giovanni Rongione, allora Sindaco di Vallerotonda, cacciatore illuminato; mentre per l’ampliamento al Comune di S. Biagio Saracinisco bisogna essere grati al Sindaco Dott. Dario Iaconelli, ma anche al Tecnico comunale Domenico Rossi ed ai buoni auspici col Sindaco del Dott. Germano Tomei allora Presidente dell’AIW, nonché, e soprattutto, all’Assessore comunale all’Ambiente di S. Donato Val Comino Carlo Rufo, che con lungimiranza ha ritenuto di fare propria la proposta dell’Associazione Wilderness e di mediarla e sostenerla con convinzione in Consiglio comunale. L’Area Wilderness di Rocchetta a Volturno si deve invece a contatti presi con l’amministrazione comunale dal Consigliere nazionale dell’AIW Raffaele Cortellessa. Per quanto riguarda il settore di Picinisco, merito è del Socio Franco Frisone, cacciatore locale.
IN QUANTO DESIGNATA IN PARTE DAL COMUNE DI VALLEROTONDA, IN PARTE DAL COMUNE DI SAN DONATO VAL COMINO, IN PARTE DAL COMUNE DI S. BIAGIO SARACINISCO, IN PARTE DAL COMUNE DI ROCCHETTA A VOLTURNO, IN PARTE DAL COMUNE DI PICINISCO, DATI, DESCRIZIONI, NOTIZIE E PARTICOLARI RIFERITI AI SINGOLI SETTORI E COMUNI DESIGNATARI DELL’AREA WILDERNESS SONO RIPORTATI E POSSONO ESSERE VISIONATI NELLE PAGINE DELLE ADDENDA ALLE VOCI: Settore LE MAINARDE, Settore COLLE NERO, Settore MONTE CAVALLO, Settore “MONSIEUR CHARLES MOULIN”, Settore PICINISCO.
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