Altre aree protette
Riserva Naturale Regionale ADELASIA

Evidenziata in rosso la Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia, ed in verde l’omonima precedente Riserva Naturalistica. Evidenziata in azzurro la limitrofa Area Wilderness Bric delle Rocche - Manchetto, ed in arancione l’Area Wilderness Rio di Toni - Mon Pe.

 

ORGANISMO:Regione Liguria
LOCALIZZAZIONE:Comune di Cairo Montenotte Provincia di (SV)  
ANNO:2009
ESTENSIONE:

1.273 ettari

ZONE TUTELA: 
REFERENTE:Dott. Mario Norziglia - Tel. 333.7391525
LINK:www.comune.cairo-montenotte.sv.it

 

La Riserva comprende praticamente tutto il bacino del Torrente Ferranietta (o Rio dei Casotti) ed è parte del complesso montuoso e boschivo detto “di Montenotte”, il primo della catena appenninica subito dopo il Passo di Cadibona. Geologicamente può descriversi come una zona con una ricca varietà di substrati che vanno dagli gneiss carboniferi alle dolomie triassiche, dagli argillosciti del Giurassico ai metaglabbri del Cretaceo, ai conglomerati oligocenici della “formazione di Molare”. Si tratta di una foresta densa, costituita prevalentemente da boschi misti di latifoglie con dominanza del Castagno nelle fasce medio basse e del Faggio nella fascia più alta, dove le quote giungono a superare gli 800 metri slm. Il Castagno vi prospera, benché attaccato dalle sue malattie tipiche (cancro della corteccia e mal dell’inchiostro), sia in forma di ceduo che in piccoli gruppi ad alto fusto e di vegliarda età. Nelle zone più remote il ceduo di Castagno, Faggio ed altre specie ha subito un invecchiamento anche superiore ai sessant’anni e perciò tende ormai alla conversione naturale in fustaia. La fascia di faggeta è a tratti veramente superba e suggestiva per la bellezza e la vetustà degli alberi, con elementi di colossali dimensioni, tra i più grandi della Liguria, con tronchi di oltre un metro di diametro e chiome ampissime. Oltre a queste specie domina l’Ontano nero lungo il corso dei ruscelli, poi il Nocciolo, il Frassino, il Sorbo degli uccellatori, il Ciavardello, il Carpino bianco nelle zone più umide, la Rovere, il Cerro, l’Orniello, il Ginepro ed il Pino silvestre nei luoghi più caldi. Notevole è la presenza di piante di alto fusto e monumentali di Carpino bianco, Acero campestre, Agrifoglio, Tiglio ed Olmo; così come quella di numerosi esemplari d’alto fusto di Ciavardello e di Ciliegio selvatico, nonché alcuni secolari alberi di Cerro-Sughera (Quercus crenata), la Fusaggine a foglie larghe e la sporadica presenza della Betulla (ultimi esemplari del popolamento alpino). Particolare valore botanico hanno i biotopi delle varie “rocche” presenti nella zona, come quella dell’Adelasia. Esse ospitano specie floristiche che sulle rupi o nelle loro ombrosità trovano rifugio, quali il Leccio ed alcune specie di Felci e Licheni. Ben rappresentati sono anche gli ambienti umidi dei corsi d’acqua e delle sorgenti dove sopravvivono o si riproducono Tritoni, Salamandre giallo nere e Gamberi di fiume. Tra le rarità botaniche meritano segnalazione l’endemico Zafferano ligure (Crocus medius), il Dente di cane, il Giglio martagone e quello di San Giovanni. Questi boschi ospitano una interessante fauna vertebrata, ed in particolare una ricca popolazione di Capriolo; sono inoltre presenti il Cinghiale, il Tasso, la Volpe, lo Scoiattolo, la Faina e la Puzzola, così come, nidificanti, sono l’Astore e la Beccaccia, quest’ultima confermata in varie annate e località, segno di una insolita ed interessante situazione per questa specie a nidificazione più nordica. Negli anni più recenti si sono inoltre più volte osservati anche il Picchio nero (certamente nidificante) e la Cincia dal ciuffo, specie alpine fin qui giunte con l’espansione dei loro areali. Presente e nidificante è anche il Merlo acquaiolo. Nella Riserva sono ubicate alcune interessanti grotte, tra le quali quella detta “Degli Olmi”, una delle più lunghe della Liguria e sito di rare specie della fauna entomologica.

NOTE:

Questa Riserva Naturale è inserita tra le realtà riconducibili all’attività dell’Associazione Italiana per la Wilderness, in quanto merito della designazione dei suoi nuclei originali  fu di Franco Zunino, per la cui opera in seguito egli venne anche premiato dalla allora Società 3M Italia (poi divenuta Imation Spa ed infine Ferrania Spa). Egli fu infatti anche promotore del Comitato per la salvaguardia dell’ambiente naturale delle Valli Bormida, gruppo ecologista locale che si costituì negli anni ’70 del secolo scorso proprio al fine di ottenere primariamente la tutela di questi boschi (e che in seguito si occupò della gestione della Riserva Naturalistica). Infine fu poi soprattutto l’AIW che, di fronte alla crisi aziendale dell’ultima Società proprietaria, fallita e commissariata, con messa all’asta dei sui beni patrimoniali, propose ed ottenne dalla Regione Liguria e dalla Provincia di Savona l’acquisto di tutta la proprietà per finalità di conservazione. L’istituzione della Riserva Naturale Regionale si deve però al Partito dei Verdi, ed in particolare al Consigliere Carlo Vasconi che ne ha seguito tutto l’iter fino alla definitiva approvazione della Legge.
 
 Il primo nucleo storico fu la Zona di Tutela Ambientale Rocca Adelasia-Costelasso di circa 140 ettari, designato con formale atto privato dalla allora società proprietaria 3M Italia Spa in data 15 novembre 1976, dopo un accordo col Comitato per la salvaguardia dell’ambiente naturale delle Valli Bormida, artefice locale dell’iniziativa; poi, nel 1989, la costituzione della Riserva Naturalistica dell’Adelasia vera e propria su 670 ettari.
 
 La Riserva confina e fa corpo unico con le Aree Wilderness comunali Bric delle Rocche - Manchetto e Rio di Toni - Mon Pe.
 La Riserva Naturale, come già la precedente Riserva Naturalistica, prende il nome dalla principale delle “rocche” esistente nei suoi limiti, che a sua volta prende il nome dalla Principessa Adelasia Del Carretto che, secondo una leggenda, vi fu relegata dal padre Ottone I a causa di un suo contrastato amore che la spinse a fuggire dalla corte imperiale con il suo amante lo scudiero Aleramo (poi perdonato da Ottone I, il quale gli cedette il marchesato del Vasto esteso fra Acqui e Savona, che gli permise di dare vita alla dinastia aleramica).