ORGANISMO: | Comune di Pietramelara; |
LOCALIZZAZIONE: | Comune di PIETRAMELARA (Cosenza); |
ANNO: | 2002 |
ESTENSIONE: | 340 ettari |
ZONE TUTELA: | 1 Zona di Tutela Ambientale interna di 145 ettari |
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Il Monte Maggiore è una delle poche zone rimaste selvagge in Provincia di Caserta. Spettacolare è la lunga cresta che, come una “terrazza” sulla valle del Fiume Volturno, si snoda tra creste ed altipiani per oltre dieci chilometri, e che va dalle cime sopra Riardo fino a quelle che discendono a sud sopra i paesi di Liberi e Dragoni. Sotto la cresta si estende la lunga immacolata pendice settentrionale della montagna, densa di boschi ed incisa da valloni, valloncelli e dirupi che ne fanno uno degli scenari paesaggistici più belli godibili dai viaggiatori che si dirigono a sud seguendo l’Autostrada del Sole. Lungo la cresta si ergono il Pizzo di S. Salvatore (1023 m slm), il Pizzo di Madama Marta (963 m slm) e il Monte Cesare (742 m slm). Per la posizione geografica della montagna è interessante il suo aspetto floristico, seppure in gran parte ancora da studiare, caratterizzato da elementi sia di clima submontano sia di clima prettamente mediterraneo; emblematica sono la presenza del Faggio (una bella foresta d’alto fusto che vi vegeta ad una quota insolita per la specie e addirittura a soli 25 Km in linea d’aria dalla costa tirrenica), e del Leccio, a rappresentare le due opposte situazioni fitoclimatiche. Ad esclusione dei popolamenti di Faggio e di Leccio, i boschi sono costituiti da una grande prevalenza di Carpino nero, parte a ceduo e parte in fase di invecchiamento ed ormai avviato naturalmente all’alto fusto; altre specie forestali presenti sono l’Orniello, il Cerro, la Roverella, l’Acero opalo, il Castagno, l’Olmo, il Carpino bianco ed il Tiglio. Nei boschi più invecchiati queste specie sono presenti con esemplari di notevoli dimensioni ed altezze (specie il Tiglio, l’Olmo, il Carpino bianco ed il Faggio). Alle quote più basse sono anche presenti estesi popolamenti di Carpinella. Specie forestali di grande interesse quali il Falso Pistacchio o Bossolo (Staphylea pinnata) e l’Acero di Lobeli (Acer lobelii) sono state scoperte in più luoghi dei valloni più incassati. Tra le specie interessanti della macchia mediterranea o di praterie aride si hanno: il Corbezzolo, l’Erica da scope (tra le poche segnalazioni della Campania), il Lauro tino (Viburnum tinus) ed il raro Cisto a foglie sessili (Cistus albidus). Pregevole è anche l’aspetto faunistico, per la presenza di diverse specie rare, quali il Gatto selvatico, il Corvo imperiale, l’Astore ed il Falco pellegrino. Potrebbero inoltre essere presenti anche il Lanario, l’Istrice, il Capriolo, il Lupo e la Testuggine comune. Tra le caratteristiche ambientali di questa montagna c’è inoltre quella di essere il bacino di raccolta e mantenimento della falda acquifera dalla quale poi, più ad occidente, sull’altro versante della montagna, sgorgano le famose ed antiche sorgenti idrominerali note come “Ferrarelle” (Fonte Ferrarelle, Fonte Maxima, Fonte Pliniana, Fonte Elella). Nell’Area Wilderness ricade anche un luogo sacro: il Santuario della Madonna di Fradeianne, ancora raggiungibili solamente a piedi, il che conferisce all’Area Wilderness quel tocco di misticità religiosa che bene si sposa con lo spiritualismo della filosofia Wilderness. |
NOTE: E’ il primo settore della lunga cresta del Monte Maggiore venuto a godere di una tutela come Area Wilderness. |
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