Si continua a difendere la natura mistificando i fatti. E non se ne capisce la ragione, visto che se una causa è giusta non c’è bisogno di nascondere la realtà dei fatti. Eppure anche il WWF non è esente da questo metodo tutt’altro che democratico. Prendiamo l’esempio dell’ultimo comunicato diffuso dall’associazione dopo che il Comitato della Convenzione di Berna ha declassato il lupo da “particolarmente protetto” a “protetto” (che prevede il successivo passo autorizzativo del governo europeo). Una regola logica, perché non è credibile che non vi siano specie a rischio estinzione che poi si riprendano e tornino a non essere più a rischio. Eppure il WWF Italia non lo accetta: da noi vige la regola dell’ animale raro, raro per sempre! A costo di mentire e/o di fare narrazioni di parte.
Eccole:
«Gli abbattimenti, compatibili con la nuova classificazione del lupo, possono provocare la destrutturazione sociale dei branchi per la morte degli individui dominanti. Questo causerebbe un aumento della predazione locale sul bestiame domestico non adeguatamente custodito.»
Tipica analisi da manuale, dove la teoria domina sulla pratica. Come se le leggi naturali fossero matematica, mentre sono solo indicazioni sulla generalità di certi comportamenti, che non è detto siano poi sempre così. Infatti non si capisce per quale ragione abbattere un lupo possa sempre portare alla “destrutturazione” di un branco, né come con ciò il branco aumenti la predazione sugli animali domestici. In pratica, per il WWF deve essere così perché lo dicono loro. Dati a prova certa non vengono mai citati!
«Può comportare una minore efficacia del lupo nel controllo delle popolazioni di ungulati selvatici (in primis il cinghiale).»
Il controllo sulle popolazioni di ungulati è un’altra teoria da manuale, perché pur essendo vera non è vera in assoluto, e, anzi, lo può essere solo in una situazione di wilderness, che può esistere solo in Alaska o in Siberia, ma non certo nella iper-popolate e urbanizzata e coltivata Europa.
«…anche abbattimenti di interi branchi possono non avere effetti a lungo termine. I dati evidenziano che anche in aree ad elevati tassi di prelievi di lupi spesso le predazioni sul bestiame diminuiscono solo per un breve periodo appena successivo agli abbattimenti. Se il contesto ambientale è infatti idoneo alla presenza della specie, altri lupi ricolonizzeranno quell’area e senza adeguata prevenzione il conflitto si riaccenderà.»
Se la riduzione fosse generale, come dovrebbe essere a fronte di popolazioni non più numericamente compatibili e sopportabili in base allo stato ambientale dei luoghi e alla loro situazioni antropica (caso europeo), non si capisce da dove proverrebbero questi supposti lupi che “ricolonizzerebbero” il vuoto lasciato dalla riduzione dei branchi! Loro, gli “esperti” questo non lo dicono; per loro è vero perché lo dicono loro: prove a supporto ZERO!
«Il WWF sottolinea come le misure più efficaci per mitigare il conflitto con le attività zootecniche sono l’utilizzo di cani da guardiania, di ricoveri notturni per il bestiame e recinzioni elettrificate nelle aree di pascolo.»
Ovvero, tutte cose il cui costo lo devono pagare gli allevatori, visto che di ristori non si parla affatto, e anche in casi di qualche rimborso essi (peraltro come è per i danni che gli allevatori e cittadini subiscono!) sono solo irrisori, spesso incompleti e a volte ASSENTI. In pratica, il lupo è un bene scientifico e sociale DI TUTTI… ma mantenuto a spese DEI SOLI ALLEVATORI! E la chiamano democrazia!
«“Gli abbattimenti dei lupi come soluzione agli attacchi di bestiame non sono una soluzione e possono addirittura in alcuni casi aumentare localmente le predazioni sul bestiame domestico – ha dichiarato Isabella Pratesi, direttore conservazione del WWF Italia – Ad esempio, la destrutturazione sociale dei branchi causata dalla morte degli individui dominanti può portare i giovani lupi ormai solitari a dirigere le proprie preferenze verso animali da reddito non custoditi, più facili da predare. Questo può generare una situazione apparentemente paradossale ma reale che vede allo stesso tempo sullo stesso territorio meno lupi ma più danni al comparto zootecnico. Una beffa e una bugia tutta politica che ci riporta indietro di decenni”.»
Gli “animali da reddito non custoditi” (ma anche i custoditi!) più facili da predare, sono le prede preferite DI TUTTI i predatori, giovani o adulti che siano, e che siano lupi od orsi o anche solo faine! Anzi, sono gli adulti che insegnano ai cuccioli come puntare su queste prede facili, in quanto anello più debole della loro catena alimentare. Appunto: “Una beffa e una bugia tutta politica che ci riporta indietro di decenni”. Solo che la beffa e la bugia la dice la Pratesi!
«Il lupo merita rispetto, come anche le comunità locali alle quali non va raccontata la ‘favola’ del lupo cattivo, ma la verità della scienza”.»
Appunto, la “verità della scienza”. E la scienza dice che il lupo prederà sempre l’anello più debole della catena alimentare dell’ambiente in cui vive. Quindi, in Italia e in Europa: cavalli, vitelli, pecore, cani, capre, ecc.
Per concludere. Se quello che sostiene il WWF fosse la verità, perché non vengono citati i dati scientifici a prova della loro tesi? E perché non citano le regole in vigore nelle Nazioni dove vivono popolazioni di lupo? Che sia perché NESSUN governo ha adottato le sue proposte (e anche dove sono state almeno in parte adottate in quanto minime contromisure di contenimento dei danni, ciò non ha evitato i provvedimenti volti a mantenere sotto controllo il numero dei lupi)? Al solito, noi italiani ci sentiamo sempre i più furbi, ma spesso siamo solo i più fessi!
Tra l’altro, non è quanto meno strano che in questo comunicato del WWF, corredato da una foto del tipico Lupo appenninico (Canis lupus italcus), non si dica nulla dell’importanza di salvaguardarlo eliminando i tanti lupi “ibridi” e di sottospecie o fenotipi molto discutibili che ormai si aggirano in tutta Italia (con particolare incidenza nelle Alpi!)? Eppure il WWF dovrebbe avere proprio questo tra i compiti primari, visto il suo interesse per la preservazione della BIODIVERSITÀ! O per il lupo vale la regola di una biodiversità anche spuria, ovvero: un lupo qualsiasi pur che sia lupo?
Murialdo, 12 Dicembre 2024 Franco Zunino
Segretario Generale AIW
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