DOCUMENTO SULLA PROBLEMATICA DEL LUPO

Documento ufficiale AIW

SULLA PROBLEMATICA DEL LUPO

(Approvato con Deliberazione del Consiglio Direttivo N. 8/24 Febbraio 2015)

 

  1. Il Lupo è specie da sempre appartenente alla fauna italiana e per tale ragione da ritenersi in diritto di continuare ad esistere per il rispetto della biodiversità originaria dei luoghi, ed anche per la sua funzione predatoria e quindi di controllo (numerico e sanitario) sulle altre popolazioni di animali selvatici.
  2. Per il fascino che ha sempre suscitato nell’uomo, ma anche per l’atavica paura che tanti ne hanno, il lupo rappresenta per l’AIW il maggior simbolo vivente della nostra Natura selvaggia; tanto da essere stato scelto già da molto tempo come logo minore dell’Associazione.
  3. L’AIW condivide quindi la necessità che forme di tutela della specie siano comunque necessarie, affinché non si debba nuovamente correre il rischio di una sua estinzione, cosa che la caratterizzò nel passato.
  4. Nonostante questo, l’AIW ritiene che la popolazione del Lupo oggi in Italia abbia superato ampiamente la soglia di sicurezza e che pertanto rappresenti una minaccia agli allevamenti del bestiame domestico (ma anche ad animali di affezione e/o ausiliari da caccia e da tartufi), con danni economici seri che non sempre sono rimborsati a chi li subisce e non sempre nella quantità realmente subita.
  5. L’AIW valuta il fatto che a causa della suddetta predazione si possano suscitare reazioni negative di autodifesa dei propri interessi difficilmente controllabili dalle autorità pubbliche e dai corpi di vigilanza rurale, cosa che sottopone ad alto rischio anche la sopravvivenza di altre rare specie di fauna, quali orsi, tassi, martore, aquile ecc.
  6. Ritiene quindi che il primo atto od impegno delle autorità nel difendere il diritto alla vita del Lupo ed impedire azioni di autocontrollo, sia quello di provvedere al pagamento dei danni nella forma più rapida e più completa possibile, compresi quelli indiretti, e/o con provvedimenti legislativi che prevedano incentivi economici e/o sgravi fiscali per la pastorizia soggetta a subire danni dalla presenza del Lupo.
  7. Per la stessa ragione, l’AIW non è aprioristicamente contraria ad ogni iniziativa che serva a mantenere la popolazione del Lupo a livelli numerici accettabili ed in equilibrio con le potenzialità alimentari dei territori in cui vive, siano esse di origini naturali o di origine antropica. Fermo restando che tali interventi non si operino nelle aree dove la presenza del Lupo sia chiaramente minima se non addirittura scarsa.
  8. In merito, ritiene che la soluzione ideale dovrebbe essere quella adottata nello Stato del Minnesota (USA), ovvero: vasti territori perlopiù di ambiente naturale dove il lupo sia assolutamente protetto; una fascia circostante dove in caso di danni segnalati le guardie siano autorizzate ad abbatterli; ed una terza fascia comprendente territori perlopiù urbanizzati e/o agricoli dove chiunque subisca danni o si senta minacciato (compresi i propri animali di affezione o ausiliari da caccia o da tartufi) sia autorizzato ad abbatterli personalmente qualora munito di porto d’arma, con l’obbligo di segnalarlo al più presto alle autorità.
  9. Per quanto attiene al Lupo nelle Alpi, l’AIW condivide le motivazioni che hanno fino ad oggi spinto Franco Zunino a ritenere che essi siano prevalentemente di origine francese, provenienti da liberazioni avvenute in passato in quella nazione ad opera di persone che li detenevano in cattività. In ciò, supportata dalla Relazione della Commissione d’inchiesta del Parlamento francese («Rapport N. 825 Commission d’enquête “Prédateurs et pastoralisme de montagne: priorité à l’Homme”», che a questa tesi giunse ritenendola la più probabile spiegazione dell’origine di questa popolazione.
  10. In tal caso l’AIW ritiene che assolutamente non debba permettersi che questa popolazione alpina si estenda verso quella appenninica, in quanto rischierebbe di ibridare la sottospecie autoctona del Lupo meridionale, la cui differenza fenotipica è stata ampiamente riconosciuta ed accettata da quanti studiano quest’animale.
  11. Sulla ipotizzata pericolosità per l’uomo, l’AIW ritiene che essa non possa escludersi, anzi che possa ritenersi sufficientemente plausibile qualora il numero dei lupi non sia tenuto basso, ragione per cui la popolazione (e quindi i branchi) possano andare incontro ad una crescita tale da rappresentare un pericolo. Per questo l’AIW rigetta aprioristicamente la tesi sulla assoluta non pericolosità del Lupo anche perché storicamente ed anche recentemente si sono verificati diversi fatti documentati su questo rischio o accadimento, fatti riportati o accettati da autorità riconosciute e/o da loro documenti, anche storici, con evidenti crismi di autenticità e credibilità. L’AIW rigetta quindi il “dogma” animalista dell’assoluta non pericolosità del Lupo.

 

 

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