La Niassa Reserve, nel nord del Mozambico, può considerassi non solo una delle più vaste aree protette africane, ma anche una delle aree più selvagge rimaste a sud del Sahara, tanto che alcune sue parti possono ritenersi ancora inesplorate. Difatti, solo di recente alcuni ricercatori dell’associazione Fauna & Flora International che stanno studiando i leoni in quella zona vi hanno scoperto una serie di incisioni rupestri assolutamente sconosciute prima d’ora.
La Riserva dello Niassa si estende per 42.000 chilometri quadrati (due volte il già enorme sudafricano Parco Kruger, per intenderci!). Il suo ambiente può ritenersi ancora originario e relativamente una wilderness inesplorata.
La Niassa Reserve è uno dei più significativi rifugi del Licaone, che è a rischio di estinzione in tutta l’Africa, ed è abitata da una popolazione di circa 12.000 Elefanti, 13.000 Antilopi nere e diverse migliaia di Bufali, Alcefali, Elani e Zebre. Vi sono inoltre piccole popolazioni di Cudù maggiore, Antilopi striate, Impala, Gnu, Antilopi d’acqua, Cervicapra ed Ippopotami. Abbondano Selvicapra e Potamoceri, mentre Leoni, Leopardi e Iene macchiate vi sono comuni. Anche gli uccelli sono abbondanti, con almeno 370 specie identificate. Inoltre, recentemente vi sono state scoperte anche diverse nuove specie di pesci.
Nella Riserva vivono circa 25.000 persone, principalmente di popolazioni tribali Cyao e Makua, ma anche gruppi di Ngoni, Marane e Matambwe. Sebbene molti dei pericoli che corre la Riserva siano legati alla presenza di queste popolazioni (agricoltura, caccia non regolamentata), il futuro della Riserva non potrà prescindere dal saper trovare loro delle efficienti alternative di lavoro legate all’utilizzazione sostenibile delle risorse naturali rinnovabili.