Se c’è una cosa in cui siamo campioni noi italiani è quello di svilire anche le cose più serie. Tutto quello che tocchiamo da oro diventa ferro! Anche il termine Wilderness, per tanti anni snobbato proprio dal WWF o almeno dai suoi dirigenti fin da quanto Franco Zunino lo “importò” in Italia cercando di diffonderne il profondo significato conservazionista, i quali negavano che in Italia si potesse parlare di wilderness e che esistessero aree ancora definibili con questo termine (come se le decine di migliaia di ettari selvaggi della Val Grande o della Majella fossero niente!), evidentemente oggi hanno cambiato idea. Passati oltre trent’anni, durante i quali di wilderness in Italia se ne è persa tanta, ecco che ora tutti si riempiono la bocca con questa parola. E addirittura il WWF giunge non solo ad inventariare come “aree wilderness” gran parte delle Alpi (un’assurdità!), ma definisce wilderness addirittura il Bosco di Vanzago (Oasi Ulisse Cantoni). Ecco il titolo incriminato: “Un giorno a Vanzago, wilderness a due passi dalla metropoli” (Panda n. 3/2010). Una cosa ridicola per chi conosce quel luogo, un pezzo di pianura padana ibrida tra ex coltivazioni, boschi di robinia e rari boschi autoctoni, strade bianche, laghi artificiali e costruzioni varie!
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