La Segreteria Generale dell’AIW ha finalmente potuto acquisire copia della Mozione riguardante la protezione delle aree di wilderness approvata dal Parlamento europeo; essa è stata tradotta e viene qui di seguito pubblicata con una nota di critica finale. Il Parlamento europeo ha infatti approvato una mozione dalla quale si evince come in quel contesto politico siano state traviate le radici storiche delle Aree Wilderness, per altro abbinandole alle Direttive Uccelli ed Habitat e quindi stravolgendone completamente significato e finalità.
Commento e traduzione a cura di Franco Zunino:
per quanto riguarda i termini wilderness ed aree di wilderness
è stata mantenuta la grafia originale.
Il 3 febbraio 2009 il Parlamento Europeo ha approvato una Mozione che richiama ad un miglioramento della protezione, del finanziamento e promozione di aree di wilderness. La Mozione è stata adottata con 538 voti a favore e solo 19 contrari, quindi con una massiccia approvazione trasversale che le conferisce un forte mandato popolare.
Le finalità della Mozione:
. Sviluppare una strategia dell’UE che sia coerente con le Direttive Uccelli ed Habitat e le loro priorità;
. Dedicare un’attenzione speciale all’effettiva protezione della wilderness;
. Individuare i pericoli immediati che minacciano la wilderness;
. Dare uno statuto speciale ed una più ristretta protezione ad alcune zone di wilderness nel programma di Natura 2000;
. Aprire una cooperazione (tramite la Comunità Europea e gli Stati membri) con le organizzazioni locali non governative, le persone interessate e la popolazione locale per promuovere la valorizzazione della wilderness;
. Creare un interscambio tra gli Stati membri sulle loro migliori esperienze pratiche e le lezioni imparate per quanto riguarda le aree wilderness;
La Mozione riflette una crescente presa di coscienza del valore costituito dall’esistenza di rimanenti aree di wilderness e selvagge e l’urgente necessità di proteggerle e ripristinarle. Essa è basata su un Rapporto del Comitato Parlamentare sull’Ambiente, Benessere Pubblico e Sicurezza Alimentare. La Mozione richiede anche alla Commissione Europea di dare un riconoscimento all’iniziativa della Wild Europe*, organizzazione che prima dell’approvazione della Mozione si è fatta carico della sua illustrazione al Parlamento Europeo.
*Nota del traduttore. La Wild Europe Initiative (Iniziativa per un’Europa Selvaggia), cui aderiscono vari organismi ed associazioni, tra i quali la WILD Foundation (purtroppo!), il Consiglio d’Europa, il WWF e PAN Parks, ha interesse a sviluppare una strategia per creare delle grandi aree selvagge anche ripristinando luoghi e reintroducendo specie estinte. Per ora nel loro programma c’è l’idea di realizzare 10 grandi aree di almeno 100.000 ettari ognuna (si parla di Spagna dell’ovest, Croazia, Delta del Danubio, Carpazi del sud e Carpazi dell’est). Non è però ben chiaro se intendano aree selvagge nel senso americano (ovvero senza strade ed opere antropiche) o solo, come sembra più probabile, grandi complessi ambientali frammentati da strade e abitazioni e paesi purché contigui e con presenza di grandi animali selvatici (lupo, orso, lince, bisonte, alce, ecc.). Il rischio è che in Europa si abbiano presto delle Aree Wilderness assolutamente prive delle loro prerogative principali e, soprattutto, avulse dal loro scopo prioritario racchiuso nel concetto del forever wild.
IL TESTO DELLA MOZIONE
Venerdì, 3 febbraio 2009 . Strasburgo – La wilderness in Europa
IL PARLAMENTO EUROPEO
– vista la Direttiva del Consiglio 79/409/EEC del 2 aprile 1979 sulla conservazione degli uccelli selvatici (Direttiva Uccelli);
– vista la Direttiva del Consiglio 92/43/EEC del 21 maggio 1992 sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatica (Direttiva Habitat);
– vista la rete ecologica di aree speciali di conservazione dell’Unione Europea stabilite con le due summenzionate Direttive, denominata rete delle aree di “Natura 2000”;
– visto l’esito del nono incontro della Conferenza dei Partiti (COP 9) riguardante la Convenzione sulla Diversità Biologica;
– visto il rapporto N. 3/2008 “Le foreste europee – condizione degli ecosistemi ed uso sostenibile” dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA);
– visto la Regola 45 delle sue Regole di Procedura;
– visto il rapporto del Comitato sull’Ambiente, Benessere Pubblico e Sicurezza Alimentare;
A. Considerato che la protezione effettiva e, quando necessario, il ripristino delle ultime aree wilderness d’Europa è vitale per fermare la perdita di biodiversità entro il 2010;
B. Considerato che l’obiettivo di fermare la perdita di biodiversità entro il 2010 non sarà raggiunto e che l’impatto negativo causato dalla perdita della biodiversità sociale ed economico ed il declino dei servizi per l’ecosistema si fa già sentire;
C. Considerato che l’Unione Europea può raggiungere già oggi un risultato come quello di Natura 2000 e sviluppare una significativa consolidata ed ambiziosa nuova strutturale politica per la biodiversità dopo il 2010;
D. Considerato che le Direttive Uccelli ed Habitat costituiscono una forte struttura operativa per proteggere la natura da sviluppi dannosi, incluse le aree di wilderness;
E. Considerato che gli obiettivi della politica per la biodiversità dell’Unione Europea e delle Direttive Uccelli ed Habitat sono ancora lontani dall’essere propriamente integrate in politiche settoriali, quali l’agricoltura, gli sviluppi regionali, l’energia ed i trasporti;
F. Considerato che molte aree di wilderness rappresentano importanti stock di carbonio, la cui protezione è importante sia per la biodiversità sia per la protezione del clima;
G. Considerato che gli impatti da parte di specie aliene invasive sulla biodiversità costituiscono una particolare e seria minaccia alle aree di wilderness, dove la preventiva scoperta di specie invasive può non essere possibile, e dove significanti danni ecologici ed economici possono verificarsi prima che possano essere presi dei provvedimenti;
DEFINIZIONE E MAPPATURA
1. Richiama la Commissione a definire cosa si debba intendere per wilderness; la definizione può comprendere aspetti quali la funzione degli ecosistemi, il valore della conservazione, i cambiamenti climatici e gli usi sostenibili;
2. Richiama la Commissione ad incaricare l’EEA ed altri rilevanti suoi uffici ad individuare cartograficamente le ultime aree di wilderness allo scopo di accertarne la distribuzione corrente, il loro livello di biodiversità, comprendendo sia aree ancora integre sia aree dove le attività umane siano minime (divise secondo i maggiori tipi di habitat: aree di wilderness forestali, di acque dolci e marine);
3. Richiama la Commissione a stabilire uno studio sul valore e sul beneficio della protezione della wilderness; lo studio deve essere particolarmente indirizzato al capitolo della funzione degli ecosistemi, sul livello di biodiversità delle aree di wilderness, sull’adattamento ai cambiamenti climatici ed al turismo naturalistico sostenibile;
COSTITUIRE DELLE AREE DI WILDERNESS
4. Richiama la Commissione a sviluppare una strategia europea per le aree wilderness, che sia coerente con le Direttive Uccelli ed Habitat, utilizzando un approccio agli ecosistemi, identificando le specie minacciate ed i biotopi, e stabilisca delle priorità;
5. Richiama la Commissione e gli Stati membri a dare corpo a delle aree di wilderness; ponendo l’accento sulle necessità di una previsione di fondi speciali per ridurne la frammentazione, per un’attenta gestione di aree da rinselvatichire, per lo sviluppo di meccanismi compensativi e dei relativi programmi, per suscitare consapevolezza ed introdurre comprensibili concetti relativi alla wilderness quali il ruolo dei processi naturali e degli elementi strutturali che risultino da questi processi e che permettano di monitorare e misurare dei favorevoli status di conservazione; considerando che questo lavoro può essere portato avanti in cooperazione con le popolazioni locali e le altre persone interessate;
LA PROMOZIONE
6. Richiama la Commissione e gli Stati membri a cooperare con le organizzazioni dei governi locali, con le persone interessate e con la popolazione locale per promuovere il valore della wilderness;
7. Richiama gli Stati membri a lanciare e supportare campagne di informazione per accrescere tra la pubblica opinione una consapevolezza verso la wilderness ed il suo significato e far crescere la percezione che la protezione della biodiversità può essere compatibile con la crescita economica ed il lavoro;
8. Richiama gli Stati membri a scambiarsi le esperienze e le pratiche e lezioni migliori imparate circa le aree di wilderness, facendo incontrare i migliori esperti europei affinché possano esaminare il concetto della wilderness nell’Unione Europea e porre la wilderness sull’agenda europea;
9. In vista del ben documentato danno che il turismo ha inflitto e continua ad infliggere su gran parte delle più preziose eredità naturali d’Europa, richiama la Commissione e gli Stati membri ad assicurare che il turismo, anche se focalizzato all’educazione dei visitatori al valore degli habitat e della fauna di un’area wilderness, sia gestito con estrema cura, facendo pieno uso delle esperienze acquisite, sia in Europa che al suo esterno, sul come minimizzare questo impatto, facendo riferimento, dove sia appropriato, all’Art. 6 della Direttiva Habitat; modelli dove le aree wilderness siano per la maggior parte chiuse all’accesso (esclusi i permessi per ricerche scientifiche), ma dove sia tenuto in considerazione che una loro limitata parte possa essere aperta ad un turismo sostenibile di alta qualità che sia basato sull’esperienza wilderness e che sia economicamente benefico per le comunità locali;
PER UNA MIGLIORE PROTEZIONE
10. Richiama la Commissione e gli Stati membri a sviluppare una speciale attenzione all’effettiva protezione di aree di wilderness;
11. Richiama la Commissione ad eliminare immediatamente le minacce connesse alle aree di wilderness;
12. Richiama la Commissione a sviluppare appropriate raccomandazioni che diano indicazioni agli Stati membri sui migliori approcci utili ad assicurare la protezione degli habitat naturali;
13. Richiama la Commissione e gli Stati membri a proteggere le aree di wilderness coinvolgendo le Direttive Uccelli ed Habitat, la Direttiva strutturale per l’Acqua e la Direttiva strutturale per una Strategia Marina in una più efficace e più consistente maniera; con migliori finanziamenti allo scopo di impedire la distruzione di queste aree da sviluppi dannosi non sostenibili;
14. Sia benvenuta la revisione delle Direttive Uccelli ed Habitat con una visione, dove necessario, che le ammendi al fine di provvedere ad una migliore protezione per le specie minacciate ed i biotopi;
15. Richiama la Commissione ad accettare l’iniziativa di Wild Europe (un organismo partner di diverse organizzazioni incluse IUCN, IUCN-WCPA, WWF, Birdlife International e PAN Parks, con un forte interesse per le aree selvagge o quasi selvagge);
LA WILDERNESS ED IL PROGRAMMA NATURA 2000
16. Richiama la Commissione, in cooperazione con tutte le persone interessate, a sviluppare delle linee guida sul come proteggere, gestire, utilizzare sostenibilmente, monitorare e finanziare le aree di wilderness sotto la rete di Natura 2000, specialmente con riguardo ai compiti che si presentano quali i cambiamenti climatici, lo sfruttamento illegale delle foreste e la crescente richiesta di oggettistica di origine naturale;
17. Esprime profondo rammarico verso la politica europea per la biodiversità, dovuta ad una carenza di fondi per la gestione della rete di Natura 2000; in questo contesto richiama la Commissione a preparare, così come prevede la Direttiva Habitat, un finanziamento comunitario per la gestione dei siti dei vari Stati membri;
18. Richiama la Commissione a dare uno speciale status ed una rigida protezione per zone di wilderness nella rete di Natura 2000;
19. Ritiene che una politica di sviluppo rurale e l’integrazione di una protezione ambientale nel settore agricolo dell’UE possa essere rinforzato; giudica, tuttavia, che il Fondo per lo Sviluppo Rurale sia insufficiente a finanziare la biodiversità e la conservazione della wilderness in termini di risorse e programmazione di competenza;
20. Richiama la Commissione a far sì che la rete di Natura 2000 possa essere rinforzata per divenire una coerente e funzionale rete ecologica nella quale le aree di wilderness abbiano un posto centrale; che stimoli il bisogno per politiche coerenti, in particolare nella politica comunitaria agricola, nei trasporti e nell’energia, ed il loro finanziamento in modo tale da non pregiudicare gli obiettivi di conservazione di Natura 2000;
SPECIE ALIENE INVASIVE
21. Richiama la Commissione e gli Stati membri a lavorare assieme per sviluppare una robusta struttura legislativa sulle specie aliene invasive che contrasti gli impatti ecologici ed economici derivanti da tali specie, e la particolare vulnerabilità delle aree di wilderness a questa minaccia;
LA WILDERNESS E I CAMBIAMENTI CLIMATICI
22. Richiama la Commissione a monitorare ed assestare l’impatto sulla wilderness dai cambiamenti climatici;
23. Richiama la Commissione e gli Stati membri a considerare la conservazione della wilderness come una priorità nella sua strategia sui cambiamenti climatici;
24. Richiama la Commissione, nel contesto dei cambiamenti climatici, ad organizzare ricerche ed a provvedere delle istruzioni sul quando e sul come gli interventi umani possono gestire la wilderness allo scopo di preservarla;
25. Esprime il suo forte supporto ad un consolidamento di relazioni connesse alla politica e misure in favore della wilderness;
26. Esorta il suo Presidente a portare questa mozione a conoscenza del Consiglio e della Commissione, nonché dei governi e dei parlamenti degli Stati membri.
COMMENTO CRITICO ALLA MOZIONE
di FRANCO ZUNINO
Dalla lettura della Mozione si capisce subito come il suo argomento centrale, la wilderness e la sua difesa, non siano stati affatto ben compresi dal Parlamento Europeo, al quale sono stati evidentemente malamente presentati da parte degli organismi che si fecero carico di promuovere la Mozione e che, forse, ne hanno steso anche il testo.
In pratica, vi si parla solo di biodiversità e di interessi materiali, quali: valori ecologici, problemi climatici, economia e, addirittura, lavoro, con non pochi aspetti addirittura contradditori! Si può certamente definire un classico parolaio della cultura ambientalista europea; un testo quasi più lungo del Wilderness Act americano (che in poche pagine ha previsto e regolamentato le più severe aree protette del mondo)! Tra l’altro, la Mozione contiene molti concetti più volte ripetuti, cosa che costituisce una prolissa ed inutile digressione.
Quello che si coglie ad una rapida lettura è la presentazione del valore Wilderness solo come un valore biologico legato alla diversità genetica degli ambienti naturali; quindi una wilderness vista come semplice stato ambientale e scevro da ogni altro più profondo significato che ha fatto di questo termine un pilastro del conservazionismo mondiale, le cui finalità originarie sono soprattutto di preservazione di grandi luoghi selvaggi privi di opere antropiche e per il mantenimento di stati di solitudine e di valori spirituali legati al comune sentire interiore dei visitatori che queste aree vanno a cercare; campioni di biodiversità, ma anche, e soprattutto, campioni di spazi rimasti privi di tutte le opere dell’uomo che si sono rivelati i fattori distruttivi della natura selvaggia: strade, case, rifugi, campeggi, alberghi, linee elettriche, ecc. ecc. Nulla di tutto ciò è previsto nella Mozione, che anzi sembra voler assimilare le future Aree Wilderness a delle semplici Riserve Integrali (seppure con qualche adattamento più permissivo). Ma l’errore fondamentale è stato quello di legare il discorso della wilderness e della sua conservazione ai siti del programma di Natura 2000, siti che notoriamente, specie nel nostro Paese, hanno quasi tutti in gran parte perso il valore di Wilderness inteso come presenza di ininterrotti spazi selvaggi, magari privi di grande biodiversità, ma rimasti anche privi di strade e delle altre opere antropiche che sono la primaria negazione di uno stato di wilderness. Tra l’altro, almeno in Italia, la maggior parte delle aree che ancora possiedono un valore come wilderness sono spesso esterne ai siti della rete di Natura 2000. E questo è un aspetto completamente ignorato dalla Mozione.
Alcuni punti ed affermazioni sono però validi e da tenere in seria considerazione, e sono quelli in cui si parla del ripristino di stati di wilderness (seppure non sia ben chiaro se con ciò si debba intendere lo smantellamento di opere urbane, o solo la reintroduzione di specie faunistiche estinte, come sembra invece cogliersi!). Ad esempio, interessante è il fatto che al punto 2 si preveda la possibilità di tutelare come Wilderness anche aree non più allo stato puro di wilderness ma anche manipolate dall’opera dell’uomo, quindi come di fatto sono la gran parte delle situazioni ambientali presenti in molte delle Aree Wilderness già designate in Italia.
Di particolare importanza è anche il fatto che si richiedano espressamente i contatti con organizzazioni locali e, soprattutto, che si debba tenere conto delle esperienze pratiche in questo specifico campo; esperienze che in Europa praticamente solo l’AIW ha fatto. Seppure, poi, alla luce di fatti, proprio l’esperienza dell’AIW è stata ignorata da chi a partire da quella data del febbraio 2009 ha proseguito i rapporti con la Commissione e, addirittura, vi sono state proteste alle critiche già avanzate dall’AIW. In pratica, è molto alto il rischio che si proceda verso una definizione di Aree di Wilderness sulla falsa riga dei desiderata di tutte quelle organizzazioni che fino a pochi anni or sono di Wilderness non si erano mai occupate e che, dal momento che lo hanno fatto, hanno solo lavorato per stravolgere le finalità di queste aree ed il loro concetto di conservazione originario!
Interessante è anche il riconoscimento esplicito del danno da turismo, mentre nessun riferimento si fa a quello della caccia; segno di una presa di coscienza obiettiva e non condizionata da visione solo animalista.
Per quanto riguarda la caccia, la Mozione non contiene un’espressa richiesta a che le future ed auspicate Aree di Wilderness europee siano o debbano essere chiuse all’attività venatoria, ma in almeno tre punti sono contenuti i germi di una futura tale richiesta. Essi sono i punti 9, 14 e 18. Esaminiamoli alla luce di questa futura ipotesi di lavoro verso la quale certamente le organizzazioni proponenti cercheranno di spingere le future norme dell’auspicata Direttiva in merito che il Parlamento dovrebbe accingersi a discutere ed approvare.
18. Richiama la Commissione a dare (…) una rigida protezione per zone di wilderness nella rete di Natura 2000. Come non interpretare quel “rigida protezione” come anche chiusura all’attività venatoria?
14. Sia benvenuta la revisione delle Direttive Uccelli ed Habitat (…) che le ammendi al fine di provvedere ad una migliore protezione per le specie minacciate (…). Anche qui, come non prevedere che quel “migliore protezione” non debba intendersi come chiusura della caccia?
9. (…) richiama la Commissione e gli Stati membri ad assicurare (…) modelli dove le aree wilderness siano per la maggior parte chiuse all’accesso (esclusi i permessi per ricerche scientifiche) (…). Come inevitabilmente non pensare che con tale intendimento si dovrà operare una totale chiusura delle zone wilderness anche all’attività venatoria?
Ragion per cui, serve un’espressa dichiarazione che, come avviene negli USA, solo le aree o zone Wilderness che ricadano all’interno di aree già chiuse alla caccia in forza di altre legislazioni possano essere chiuse a tale attività, mentre per le altre (comprese quelle nei siti di Natura 2000 che la chiusura della caccia non avevano previsto quando furono individuati con legge, né in seguito quando si provvide alle norme di gestione, sempre secondo il richiamo alle Direttive dell’UE) tale attività dovrà continuare a consentirsi in quanto parte delle ragioni e motivazioni che dovrebbero spingere i governi a designare delle Aree Wilderness, dove la caccia dovrebbe essere trattata alla stregua e con gli stessi criteri con cui si giudicano e programmano tutte le altre attività umane.
Solo con delle Aree Wilderness non chiuse preconcettualmente all’attività venatoria si potrà avere un largo consenso verso questa forma di protezione dell’ambiente e del territorio – che è poi la vera emergenza europea, vista l’immensa perdita di spazi selvaggi subita da tutti i Paesi, e visto il fatto che, dal punto di vista faunistico, non solo l’Europa si sta ripopolando di tutte le specie estinte o rarefattesi, ma che esse hanno la capacità di sopravvivere anche in situazioni niente affatto allo stato di wilderness. Oggi è l’uomo che ha spiritualmente bisogno di ininterrotti spazi selvaggi, non la fauna!
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