LE OVVIETA’ COSTATE MILIONI DI EURO!
Il Parco Nazionale d’Abruzzo nei giorni scorsi ha ritenuto di divulgare un proprio comunicato illustrante la situazione dell’Orso marsicano; peccato che non dica nulla di nuovo, per non dire di non ovvio. Ovvero, che, al solito, ancora una volta ci comunicano i dati sulla natalità dell’ultimo anno (anche se sono già almeno tre anni che leggiamo le stesse notizie degli 11 cuccioli di orso nati nell’anno!). E meno male che questa volta non ci hanno propinato la somma dei nati negli ultimi anni, senza mai dirci quanti di quegli orsetti sono poi sopravvissuti. Solo quest’anno, finalmente, si è avuto il coraggio di stabilire la solita acqua calda che noi da anni andiamo dicendo, ovvero che dei nati a primavera almeno il 50% non raggiunge l’età adulta, e a volte neppure la primavera successiva (ed in questo, diciamo noi, non bisogna nasconderci il fatto che lo zampino forse ce lo mettono anche i lupi)!
12 cuccioli nati quest’anno da 6 femmine non sono una nota molto positiva, ma neppure molto negativa. Certo è che solo 6 femmine partorienti non è una cosa che ci possa far stare allegri.
Ma ciò che maggiormente colpisce del comunicato non sono tanto i dati diffusi, quanto il tentativo di accaparrarsi meriti che sono solo della Natura: “Il dato è figlio del monitoraggio intensivo svolto dal personale del Parco, che, a partire da aprile 2017, ha lavorato con diverse tecniche e con altre Istituzioni e volontari per acquisire informazioni sulla produttività della popolazione di orso bruno marsicano”, ci hanno detto.
Ma quanto ci è costato questo monitoraggio, queste tecniche e queste collaborazioni? Questo non ce lo dicono. Perché sarebbe stato interessante confrontarlo con lo stanziamento per il sostegno alimentare dell’animale.
Agli orsi dei monitoraggi non frega nulla!!! Hanno semplicemente fame! E prova ne è la loro presenza ancora in circolazione attorno ai paesi nonostante l’inverno ormai avanzato e anche l’ultima nevicata.
Come abbiamo già avuto modo di scrivere in altre occasioni, oggi l’orso marsicano non ha bisogno di monitoraggi, ma di cibo, di quiete, di essere lasciato stare in pace nella sua terra sempre più povera di quel cibo non naturale (di questo la terra è ricca) che da generazioni e generazioni l’orso marsicano era abituato a cercare nelle aree coltivate marginali ai boschi e sui pascoli e che ora invece va cercando nei pollai, nelle conigliere e nei paesi!
La “produttività alimentare” del Parco (intendendosi quella naturale) non è né legata né merito della gestione del Parco! Ed è a costo zero!
Non è questa “produttività alimentare” che ha favorito la nascita e la crescita delle sei femmine adulte in grado di partorire, ma la loro mera esistenza, esistenza che ci sarebbe stata comunque: o si vuole far credere che il cibo trovato nei pollai e nei paesi non abbia inciso sul loro stato fisico? Né si può legare la vita dell’orso alle annate di “pasciona” della faggeta, che notoriamente sono molto saltuarie, e che comunque servono a poco se poi gli orsi si spostano quasi tutti fuori dai confini del Parco in cerca della “pasciona” che gli forniscono i pollai, le conigliere ed i paesi! E’ questa la “pasciona” di cui hanno bisogno gli orsi, non di monitoraggi! Per il loro conteggio, in fondo, basterebbero dei semplici e meno costosi censimenti come già si faceva all’epoca di Erminio Sipari (che certamente non disponeva dei milioni di euro di stanziamenti pubblici ed europei!).
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