In Abruzzo di fronte all’ennesimo caso di un orso marsicano (femmina con due cuccioli) che da molti giorni ogni notte frequenta alcuni paesi della Marsica in cerca di cibo antropico (ma non è la sola), le autorità del Parco finora altro non hanno saputo fare che diffondere il solito comunicato buonista mirato non tanto a risolvere il problema (che evidentemente NON SANNO O NON VOGLIONO RISOLVERE!) quanto a cercare di convincere la gente locale che si deve rassegnare a “convivere” con questi animali: in fondo, a modo loro (le autorità) hanno così risolto il problema. Nel più classico dei modi che da sempre ha caratterizzato il potere quando non riesce a risolvere un problema: uno, sostenendo che il problema non esiste; due, cercando di convincere la gente che il problema non sia tale ma la norma. Nel caso dell’orso marsicano, considerando normale che gli orsi anziché vivere in montagna come tempo (quando lassù trovano campi coltivati e greggi di pecore) possono anche vivere nei paesi dell’uomo!

Non per nulla si sono anche inventati una “comunità a misura d’orso”; che però non è più quella di un tempo, ma quella moderna dove uomo ed orso anziché avere i loro posti ben precisi, ognuno a casa propria, oggi devono, giocoforza, CONVIVERE: nei paesi, ovviamente! Ma non solo, nel dare indicazioni sul come comportarsi, si guardano bene dall’andare alla radice del problema, visto che a quelle radici ci sono le mancanze o le inefficienze delle autorità! Prendendosela invece con i cittadini che, avendo orti e animali da cortile, diventano quasi i colpevoli di questa ricerca da parte degli orsi! Ben attenti a non riflettere che in fondo, quelle che cercano sono risorse di origine antropica; quelle che un tempo gli orsi trovavano in montagna. Per cui basterebbe fargliele ritrovare per risolvere il problema!

Per non dire poi della pratica di sparare, contro gli orsi “problematici”, pallottole di gomma o “rauti” per allontanarli dalla loro ricerca del cibo antropogenico, ma caso mai facendogli trovare in montagna quel cibo di cui vanno alla ricerca (tralasciando il dubbio – ? – del famoso occhio accecato di Juan Carrito… che peraltro forse fa il paio con la zampa monca della nota orsa “Forchetta”!).

Che sia perché, in fondo, alle autorità del Parco di questa presenza di orsi semidomestici attorno ai paesi turistici non dispiaccia del tutto, visto che diventano attrazioni per quel turismo “ecologico” che sembrerebbe essere per loro più interessante che non la sopravvivenza dell’orso marsicano?

Per giustificare la loro inerzia, le autorità hanno anche il coraggio di citare l’America, dove questi problemi li hanno invece risolti da tempo, e proprio controllando il movimento turistico e finanche abbattendo gli orsi che si rendono pericolosi (oggi un problema del Trentino piuttosto che dell’Abruzzo). Solo che l’America la citano nel solito modo mistificatorio di cui sono divenuti campioni: «bisogna essere consapevoli della presenza degli orsi», dicono alla gente d’Abruzzo. Verissimo, diciamo noi, peccato che in America non si riferiscano ad incontri con orsi nei paesi, ma al loro incontro nella natura selvaggia! Quindi, un esempio che non calza per niente! Per non dire dei nativi che chiudono finanche al turismo le aree di habitat alimentare primario dei loro orsi! Questo sì un esempio americano che meriterebbe di essere imitato. Altro che Rifugi Ecocompatibili e ticket per osservare orsi e foreste vetuste!

Ed il bello è che chiudono poi il loro comunicato con un consiglio rivolto alla gente locale e agli ambientalisti, senza rendersi conto che dovrebbe essere rivolto a se stesse (le autorità): «Non c’è più tempo per le discussioni inutili ma è tempo di agire, ognuno per la propria parte». Infatti, peccato che loro (sempre le autorità) sono DECENNI che NON AGISCONO! Sebbene di soldi pubblici europei ne abbiano spesi a iosa per milioni e milioni di Euro, perlopiù in inutili, o ben poco utili, ricerche e studi! I Kootenay e Salish non hanno avuto bisogno di studi e ricerche per decidere di chiudere i suddetti habitat al turismo!

Murialdo, 24 Agosto 2024

Franco Zunino
Segretario Generale AIW

24 agosto 2024

Solite mistificazioni. E mai andare alle radici del problema!

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Supplemento a Wilderness/documenti L’AREA WILDERNESS ALTA VAL MAREMOLA

Pieghevole edito in occasione della pubblica presentazione delle Aree Wilderness Alta Val Maremola e Monte Carmo (Savona), con il quale viene spiegata la funzione di queste aree quali esempi di quella che è stata definita “Vera Conservazione”. Del formato di 21×30 cm, si tratta di un pieghevole con numerose illustrazioni a colore. E’ disponibile ad € 5,00 di donazione, spese di spedizione comprese