Dalle volpi a guardia dei pollai, come furono definiti i peggiori Ministri degli Interni della storia americana per il loro antiambientalismo, dei governi guidati da Regan (James G. Watt) e poi da Trump (Ryan Zinke), alla nativa americana Deb Haaland messa a garanzia delle natura selvaggia! Un salto di qualità che non ha precedenti negli USA, neppure ai tempi di Obama (che peraltro deluse non poco i conservazionisti per il suo scarso attivismo in difesa della natura selvaggia).

Oggi il nuovo Ministro degli Interni (l’equivalente del nostro Ministro dell’Ambiente) probabilmente sarà invece la succitata nativa dei Pueblo della stirpe Laguna. Se a gennaio sarà confermata dal Senato, come prevede la prassi (cosa data praticamente per certa), “sarà la prima esponente di una tribù o etnia nativa a ricoprire questo incarico”.

La speranza dei conservazionisti americani (ma anche di tanti ambientalisti del resto del monod!) è che possa innanzi tutto stoppare tutti gli atti autorizzati o richiesti da Trump che stanno per devastare vaste aree naturali degli USA: dall’Alaska ai deserti del sud-ovest con prospezioni petrolifere e minerarie in Alaska, Utah, Minnesota, Georgia e Wyoming; abbattimento delle ultime vaste foreste vergini boreali  in Alaska; costruzione del famigerato muro tra Messico e Usa attraverso integre lande desertiche; autorizzazioni a tipi di caccia e gestioni faunistiche anti-etiche, anche in aree protette; gestione economico-turistica di Parchi, Monumenti, Rifugi, ed Aree Wilderness.

Soprattutto in America si conta su di lei per la designazione di nuove aree protette a partire dai suddetti vasti Monumenti Nazionali designati da Obama sul finire del suo mandato e che Trump aveva invece subito drasticamente ridotto, dal Maine al Colorado, allo Utah, al Nuovo Messico, alla California, e sollecito al Congresso per ampliamenti e nuove Aree Wilderness (compreso l’affossamento della legge che autorizzerebbe l’uso delle biciclette da montagna anche nelle Aree Wilderness!).

Per intanto la Haaland ha già al suo attivo, in quanto deputata, la designazione di un’Area Wilderness nel nord del New Mexico, ed ha già dichiarato (e quindi dato conferma alle speranze degli ambientalisti) che è sua intenzione portare avanti un programma di tutela del 30% di terre federali ed oceani entro il 2030, nonché di ridesignare i suddetti Monumenti Nazionali abrogati da Trump, e di fermare le prospezioni in Alaska e Utah, ma anche nei dintorni del suo amato Chaco Canyon (il più importante sito archeologico degli USA, a poca distanza dalla sua terra natia del New Mexico).

Presentatasi al pubblico dopo la notizia della sua nomina imminente a Ministro degli Interni, la Haaland ha tenuto a ringraziare i conservazionisti d’America definendoli “i protettori della terra”!  Ed ha ragione, perché non si riferisce all’ambientalismo estremista europeo (animalistico ed ecologistico, per cui si può distruggere la bellezza dei paesaggi ed i loro valori ecologici e culturali pur che si salvino animali e si viva più salubri!), ma alla saggezza dei conservazionisti americani che: guai se gli tocchi la natura selvaggia, che racchiude, appunto, tutto il contesto del perché gli spazi naturali con i loro valori ecologici, scientifici, culturali e spirituali per l’uomo, vadano salvati, senza che uno prevarichi sull’altro; specie quando le opere sono irreversibili o difficilmente tali. Un compromesso che è l’unica ragionevole via per salvare capra e cavoli (che invece nel nostro paese non si capisce, né si accetta!).

Ecco, dal 2021 finalmente ci sarà una “pellerossa” ad impostare garanzie di salvaguardia per ciò che resta di integro delle terre ancestrali della sua gente (le loro e di tutto il popolo americano, pubblic land)! Sperando che la nuova amministrazione delle terre federali d’America si riveli una nuova “primavera” per la loro alvaguardia, come furono il 1964 quando il Congresso approvò lo storico Wilderness Act, e il 1980 quanto Jimmy Carter “congelò” di vincoli quasi tutta l’immensa natura selvaggia dell’Alaska (che Trump aveva iniziato ad annullare per violentarla irreversibilmente per sempre – uno degli errori di arroganza che lo hanno portato alla sconfitta)!

Murialdo, 20 Dicembre 2020

Franco Zunino
Segretario Generale AIW

20 dicembre 2020

NUOVO GOVERNO USA: una pellerossa per la Wilderness!

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14 dicembre 2020

RECOVERY FUND: Parte l’assalto alle montagne d’Abruzzo!

Dai media si apprende che nei giorni scorsi si sarebbe tenuta una riunione “tra il Presidente dell’UNCEM Abruzzo, i vertici dell’ANAS e altri soggetti interessati” al fine di programmare “un sistema di infrastrutture stradali” che favorisca il collegamento “tra l’Alto Sangro e la Conca del Fucino”, ma anche con la “Valle del Sagittario”. Come se già non fossero unite da diverse strade statali e provinciali! In realtà si apprende che l’appetito si è scatenato dopo la voce che col Recovery Fund vi sarebbero “799 milioni di euro” in ballo, i quali potrebbero essere investiti per “creare una strada extraurbana secondaria […]
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WWF INTERNAZIONALE – Si diffondono due comunicati di Survival International e di Greenpeace International in merito a certe posizioni

Non si ritiene di entrare nel merito, ma certamente lo hanno fatto sia Survival International sia Greenpeace International. Che siano i lettori a stabilire quale giudizio dare sui fatti esposti dalle due benefiche organizzazioni mondiali. Una cosa certamente si condivide: la frase lapidaria contenuta nel comunicato di Greenpeace International: “La conservazione della natura deve essere basata sul riconoscimento legale dei diritti delle persone sulla loro terra consuetudinaria e ancestrale”. Un concetto perfettamente in linea con la linea e le finalità dell’Associazione Italiana per la Wilderness anche per quanto riguarda l’Italia. ——————————————————————————————————–   COMUNICATO STAMPA DI SURVIVAL INTERNATIONAL Il WWF pubblica […]
9 novembre 2020

LIBRO – IL PATTO COI LUPI

Un libro del Presidente dell’AIW, Aldo Giorgio Salvatori. Nelle cui pagine egli affronta con cognizione l’argomento della caccia (analizzandola  però da un punto di vista  conservazionistico) e del suo rapporto con la società moderna. Partendo dall’archetipo dell’uomo predatore l’autore approfondisce l’ancestrale rapporto con il lupo – ed ecco il perché del titolo -, animale quasi totemico per tanti ma che soprattutto nel mondo della caccia ha le sue origini e non già nell’animalismo metropolitano, oggi preponderante. Da quelle radici egli giunge  alla difesa della natura selvaggia (wilderness) alla cui filosofia e ad al suo concetto di conservazione dedica ampie citazioni ed […]