Nel Parco d’Abruzzo ha fatto scalpore una pesante anonima minaccia ad un tecnico del Parco, fatta mediante l’apposizione di un cartello con a fianco una testa di pecora infissa su una cancellata. L’AIW, che pure da anni rivolge spesso critiche alla gestione del Parco, esprime tutta la solidarietà alla persona che si è voluto colpire e che evidentemente altro non avrà fatto altro che applicare le leggi esistenti, cosa che, si dice, avrebbe comportato l’abbattimento di opere abusive. Non è con queste minacce che si devono criticare le vessazioni che spesso nei Parchi subiscono i cittadini locali, ma battendosi per far cambiare la legge affinché i diritti degli abitanti locali non siano lesi in alcun modo, in quanto non né giusto né democratico che gli abitanti locali debbano subire danni o vessazioni a causa di leggi sbagliate che per assicurare i diritti e gli interessi della Nazionale e del suo popolo proteggendo aree naturali, fauna, flora e valori culturali in genere, facciano pagare alle minoranze locali gli oneri per tale protezione. Le ingiustizie chiamano sempre altre ingiustizie, ritenute però giustizie da chi le mette in atto. La politica e le autorità superiori dovrebbero capirlo e porvi rimedio, non pensare solo a punire il colpevole. Altrimenti si crea un’altra ingiustizia.
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