Sui tre orsi annegati nella Marsica
Sono annegati tre orsi marsicani, in una vasca di approvvigionamento di acqua al servizio della pastorizia, nel selvaggio altopiano della Serra Lunga, tra Lazio ed Abruzzo. Non doveva succedere ma è successo. Se non tutti, in tanti sono intervenuti a dire la loro; ma anche quante sciocchezze si sono lette!
Innanzi tutto, quella vasca è lì da innumerevoli decenni (ripristinata modernamente solo negli ultimi anni, cosa che l’ha resa una trappola per gli orsi). Le autorità ne erano informate, visto che solo otto anni or sono vi annegarono altri due orsi. Pare che abbiano diffidato i proprietari a prendere provvedimenti; ma resta grave il fatto che di fronte al mancato intervento dei proprietari, non si sia mosso l’Ente Parco a provvedere, visto che si tratta della tanto decantata “Zona di Protezione Esterna” (legalmente non esiste!) che da anni si cerca di trasformare di fatto in “Area Contigua” (che però non può stabilirsi senza l’assenso dei Comuni!): nessuna legge lo impediva, visto che la competenza sull’Orso marsicano è comunque dell’Ente Parco, tanto che la suddetta “Zona” la si deve proprio alla legge del 1923 per dare al Parco potere sull’animale anche nelle zone esterne allo stesso. Certo, si parlava solo di caccia, ma nulla toglie che il Parco avrebbe benissimo potuto far trasportare lassù, con un elicottero (più volte usati per studi e ricerche!) uno o due gabbioni di sassi e con questi rendere praticabile l’uscita degli animali (almeno gli orsi) che vi cadessero o vi scendessero e… vi morissero (cosa che finora hanno fatto ben in 5!) Qualcuno ha parlato di recinzione, ma non sarebbe stata sufficiente per impedire ad un orso di superarla. Altri di sigillarla, ma c’è il problema della risorsa idrica per il bestiame domestico; lo si poteva comunque fare, con i debiti accorgimenti per rifornirla. Altri hanno chiesto un “inventario” di situazioni simili nell’area dell’orso: esagerato, visto che per quanto noto quella vasca è l’unica di tutto il suo areale.
Qualcuno ha addirittura chiesto le dimissioni del Sindaco di Villavallelonga, come se la competenza fosse del Sindaco, quando è palese che prima che del Sindaco la responsabilità sia dell’Ente Parco preposto proprio alla tutela dell’orso e che era bene a conoscenza della sua esistenza e pericolosità; il Sindaco avrebbe magari potuto farlo per metterla in sicurezza ad eventuali turisti. Ma quale turista si sarebbe mai buttato in quella vasca da dove era evidente che non ne poteva poi uscire? E per fare cosa, per farci un bagno durante la calura estiva?
Qualcun altro ha richiesto le dimissioni dei vertici del Parco; ed in questo caso forse qualche ragione ci sarebbe visto quanto sopra. Infatti, se la competenza c’è stata per pollai anti-orso, posti anche al di fuori di quella “Zona”, tanto più poteva e doveva esserci per questa vasca a soli 1500 metri dai confini del Parco ed in piena “Zona”!
Altri se la prendono con un Sindaco laziale che se è Vicepresidente dell’Ente Parco, lo è solo in rappresentanza degli interessi dei Comuni e dei loro cittadini, non certo per occuparsi dei problemi della fauna e della flora del Parco, soprattutto in considerazione al fatto che il Parco a quei Comuni è stato imposto e non già da essi richiesto; ovvio che in un Consiglio di Amministrazione di un tale Ente ci debba stare anche chi si occupi dei (e difenda) i diritti dei cittadini, affinché per tutelare fauna e flora, magari non li si ledano (come invece avviene quasi sempre!).
E allora, piangiamo pure, e la magistratura faccia pure chiarezza sulle responsabilità, ma, per favore, intanto diamoci tutti da fare per salvare dall’estinzione quest’animale, possibilmente con poche chiacchiere e discutibili iniziative promozionali e scientifiche. Qui manca il senso pratico.
E che il nuovo Direttore di cui si parla, abbia senso pratico e conoscenze naturalistiche sul campo, prima che scientifiche da tavolino e dialettica politica!
Murialdo, 25 Novembre 2018
Franco Zunino
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness
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