Pur di non seminare mais, riportare pecore sui pascoli,  ridurre il numero di cervi e cinghiali e controllare il turismo

Anziché provvedere a riportare pecore sui pascoli, seminare campi di mais, controllare il turismo ed abbattere qualche cervo e cinghiale di troppo (magari lasciando sul posto qualche carcassa a disposizione di orsi e lupi), al Parco d’Abruzzo se ne sono inventata un’altra per aiutare l’orso: sensori per impedire che nell’attraversare le strade (si noti bene, in cerca del cibo che non trovano più nel Parco!) rischino di essere investiti dalle automobili; un rischio che esiste, ma che non è certo uno dei problemi fondamentali nella problematica di salvaguardia dell’Orso marsicano. Il problema primario dell’orso è la mancanza di cibo, non il fatto che per cercarlo attraversi le strade! Se trovasse il cibo in montagna l’orso attraverserebbe molto meno le strade per lui pericolose…

Ovviamente non si tratta di un’operazione poco costosa e poco pratica, anzi proprio il contrario (c’è dietro uno dei soliti “progetti Life europei, coordinato da una società italiana). Siamo certi che servirà a poco per salvare gli orsi (anche perché bisognerebbe dotare di tali sensori centinaia di chilometri di strade ed autostrade d’Abruzzo, Lazio e Molise, anche se per ora si pensa di posizionarli solo in noti luoghi di attraversamento), ma anche che servirà certamente a dare un lavoro ad un buon numero di tecnici e studiosi dell’animale ed ai loro coordinatori, ormai al lumicino in quanto a ricerche, le quali stanno dando sempre più gli stessi risultati, e servono solo più a contare i vivi ed i morti, per sottrare i morti dai vivi e stabilire quanti orsi siano rimasti in Abruzzo, ovvero pochi, e sempre di meno!

Ma tant’è, questa è l’Italia (e l’Europa!) e dobbiamo accontentarci.

Il Presidente del Parco ha detto che il progetto “Safe Crossing – attraversamenti sicuri – ha ridotto del 100% gli incidenti”. Cosa sicuramente vera, sebbene ingannevole, perché se nessun orso viene monitorato nel momento del transito di un automobile, ovvio che il risultato sia 100%! Solo che non risolve il problema degli orsi domestici (li chiamano “problematici”, ma sono solo sempre più sulla via dell’addomesticamento totale, che poi oggi è il vero problema dell’orso e che è indubbiamente legato alla ricerca del cibo).

Invece ci verranno a dire che gli orsi ce li dovremo tenere nel giardino e negli orti di casa, visto che non potendo allontanarli dai paesi e dall’uomo, hanno avuto (le autorità) la geniale pensata che se non si riesce ad allontanare gli orsi dai paesi e dall’uomo (ci hanno provato in tutti i modo, senza esito, salvo riportargli il cibo in montagna) è forse più facile indottrinare gli uomini a stare lontano dagli orsi! In fondo, se tre + due fa cinque, cinque lo si può anche ottenere con due + tre! E infatti il Parco ha ritenuto di comunicare che non riuscendo a far allontanare gli orsi dai paesi del Parco e loro circondari (all’evidente ricerca di cibo!) le autorità ora si sono inventate non solo l’eliminazione dei frutti ed altre risorse ricercare dall’orso nei pressi dei paesi, ma anche la definitiva conclusione che, non resta altra soluzione che convincere l’uomo a convivere con l’orso! Una genialità!

L’ennesima genialità, pur di non dover ammettere che forse sarebbe stato il caso di dare retta a quanto da anni va proponendo l’AIW, sintetizzato nel sottotitolo di questo documento. In altre parole, dice il Parco: è vero che l’orso razzola nei vostri giardini ed orti; bene, cercate di accettarlo e di conviverci! In fondo, anche questa è una soluzione. Negli USA tra le soluzione del problema Grizzly ci fu anche quella – ipotetica – di eliminare tutti gli orsi: eliminati gli orsi, risolti i problemi causati dalla loro presenza! Speriamo che anche da noi non giungano a dirci questo, anche se quanto recentemente proposto ci è molto vicino!

L’hanno chiamata “Orsitudine”, in pratica, quasi uno slogan pubblicitario (e già questo la dice lunga sullo scopo che si voleva raggiungere). Dopo aver provato a togliere il cibo all’orso per educarlo ad andare a cercarlo in montagna (dove però nessuno ha seminato gli antichi campi di mais, né riportato le pecore o ridotto gli animali competitori), ora si procede con l’educazione delle genti d’Abruzzo attraverso spettacoli teatrali.

Chissà se la gente capirà quello che l’orso si ostina a non capire. Ovvero, per quale ragione l’orso, che stupido non è, debba ritornare nel “deserto” delle montagne, quando l’abbondanza di cibo, ormai l’ha imparato, è attorno ai paesi dell’uomo! O lo si ritiene stupido? No, l’orso stupido non è, tanto che ancora ieri notte uno di essi si è affacciato all’uscio di una casa di Trasacco: ed è il secondo caso, e di individui diversi! Oggi infatti il rischio è l’educazione imitativa dei cuccioli: i tre cuccioli che la mamma orsa nei giorni scorsi ha portato con sé nel saccheggio di una conigliera a Pettorano sul Gizio, come potranno non divenire a loro volta saccheggiatori di pollai? Quindi, il successo della nascita di tre cuccioli a fronte dell’insuccesso di una loro cattiva educazione alimentare! Ma questo insuccesso, le autorità, lo diranno ai partecipanti alle “Orsitudini”?

Vero è che gli orsi marsicani non sono pericolosi come i Grizzly o gli orsi sloveni introdotti in Trentino (con le conseguenze che sono bene note), ma certo (per rasserenare la gente), asserire a prova di questa loro non pericolosità che in passato non ci sono mai state aggressioni all’uomo non è che sia propriamente una genialità, visto che la situazione del passato non è certo paragonabile all’attuale: allora tanti orsi in montagna e pochi uomini in montagna; oggi, tanti orsi attorno e nei paesi e tanta gente attorno e nei paesi! Troppo semplice da capire? Auguriamoci solo che non succeda quello che molti ormai temono. Storicamente l’orso non era neppure mai entrato nelle case: e questi fatti avvicinano il rischio che un giorno o l’altro si debba leggere di aggressioni all’uomo. E che questo comunicato resti come nota a futura memoria per le autorità qualora un giorno dovessero indagare per scoprire chi, magari, non ha fatto il proprio dovere!

Il ridicolo è poi sfiorato quando le autorità del Parco vantano meriti per la nascita di nuovi cuccioli: come se le femmine di orso andate in calore e coperte dai maschi e la conseguente nascita dei piccoli li si dovessero alle autorità “che non sono state con le mani in mano”, come ha scritto il Presidente Carrara. A meno che queste autorità non dimostrino che vi sono stati interventi di ostetricia o distribuzione di viagra maschile e femminile! E questa sì sarebbe una notizia ed un merito di cui vantarsi! Nonostante l’improbabilità, certamente più utile che non la richiesta di fondi Life all’Unione Europea da aggiunte ai milioni di euro (oltre quindici?) già utilizzati per studi e ricerche sull’Orso marsicano. Un giorno stabiliremo quanto sono costati pro-capite alla collettività questi ultimi 50 (?) orsi!

 

Murialdo, 23 Agosto 2018
Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness
Franco Zunino

                                                  

23 agosto 2018

SE NE SONO INVENTATA UN’ALTRA! PER SALVARE L’ORSO?

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