Si riportano le sottostanti comunicazioni di Vittorio Sgarbi e del Prof. Franco Pedrotti (noto botanico di fama internazionale già dell’Università di Camerino) di opposizione allo spostamento del depuratore di Pescasseroli.
Franco Zunino
Segretario Generale AIW
GRAVEMENTE MINACCIATA LA PIANA DI PESCASSEROLI
(Parco Nazionale d’Abruzzo)
Apprendo da una segnalazione dell’Associazione Italiana per la Wilderness, che mi onoro della Presidenza onoraria, che alcuni terreni della Fondazione Sipari, la cui mecenate Marchesa Maria Cristina Sipari, mise a disposizione della stessa per finalità di salvaguardia ambientale (peraltro con la volontà che mai essi subissero una variazione della loro destinazione d’uso) in memoria dei suoi genitori, Erminio e Zel Sipari, ed in particolare dell’allora Senatore del Regno Erminio Sipari fondatore del Parco Nazionale d’Abruzzo, sarebbero stati espropriati al fine di realizzarvi un nuovo depuratore delle acqua reflue di Pescasseroli.
Trovo scandalosa questa scelta, offensiva nei riguardi della suddetta filantropa ma, soprattutto, nei riguardi del fondatore del Parco Nazionale d’Abruzzo, i cui possedimenti dovrebbero essere tutti tutelati e non solo il Palazzo Sipari; Palazzo che ho avuto modo di visitare recentemente apprezzandone l’architettura nonché le sue finalità culturali per Pescasseroli, il Parco e l’Italia tutta, anche in quanto luogo natio dell’esimio filosofo liberale Benedetto Croce.
Apprendo che la Fondazione si sarebbe vanamente opposta a tale esproprio, e desta in me meraviglia la cecità dell’amministrazione comunale nell’averlo proposto! Così come, almeno sembrerebbe, l’assenso dato degli amministratori del Parco Nazionale d’Abruzzo a che quei terreni oggi assolutamente integri dal punto di vista ambientale e paesaggistico siano stati scelti quali sito del depuratore!
Preservare la storia e non solo l’ambiente, dovrebbe essere uno dei compiti di un Parco Nazionale, e non posso credere che non vi sia una possibilità diversa per ubicare un depuratore che pur di indubbia utilità sociale ed anche ecologica, non deve danneggiare ambiente e paesaggio. Che non sia come le centrali eoliche che per produrre energia “pulita” si sventrano i paesaggi d’Italia! Compromesso è trovare la soluzione che sia il minor danno possibile, che potrebbe essere, da quanto apprendo, l’ampliamento dell’attuale depuratore o il suo spostamento in zona poco lontana dal sito attuale, come l’Associazione Wilderness ha proposto e la Fondazione Sipari condiviso.
Vittorio Sgarbi
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