COSI’ SE NE SCRIVE IN ORYX, MAGAZINE DELLA FAUNA & FLORA INTERNATIONAL

«La facilità delle comunicazioni, gli scambi globali di informazioni ed una rete internazionale di trasporti, stanno facilitando sempre più il turismo, ed anche le destinazioni più remote diventano di facile raggiungimento, così i globetrotter del turismo zigzagano ovunque alla ricerca di luoghi poco conosciuti. Molti vanno alla ricerca dei mondi esotici naturali che essi sognano in terre straniere: selvagge foreste con tigri ed elefanti. Molti di essi si autodefiniscono “ecoturisti”, ma pochi, se non nessuno, lo sono veramente. L’ecoturismo sostiene attivamente progetti di conservazione e contribuisce al benessere della gente locale. Molti turisti che visitano il Vietnam hanno però ben poco a che fare con questo intento. In Vietnam, e forse in molti altri paesi del mondo, la parola “turismo” è associata con la natura, e quasi sempre viene preceduta dal prefisso “eco”. Il più grande e nuovo albergo del Vietnam, ad esempio, un cinque stelle del valore di 30 milioni di dollari con 500 posti letto, costruito in una delle 29 più belle baie del mondo, senza alcuna apparente ironia è definito una “accoglienza alberghiera eco-turistica”. La parola ecoturismo è un potente slogan di mercato.»
L’ecoturismo è la più diretta minaccia alla più rara specie di scimmia del mondo, il Langur dalla testa dorata dell’Isola Cat Ba. «L’ecoturismo ha una doppia faccia; può rappresentare una forma di sviluppo sostenibile nelle periferie delle aree protette, ma può causare dei danni irreparabili se lo stesso sviluppo avviene nell’ambito dei Parchi. ». In Italia si ritiene ancora che l’ecoturismo e lo sviluppo sostenibile abbiano una sola faccia; e così l’Orso d’Abruzzo corre veloce verso il baratro della sua estinzione!

1 gennaio 2007

IL VIETNAM E IL MITO DELL’ECOTURISMO

COSI’ SE NE SCRIVE IN ORYX, MAGAZINE DELLA FAUNA & FLORA INTERNATIONAL «La facilità delle comunicazioni, gli scambi globali di informazioni ed una rete internazionale di trasporti, stanno facilitando sempre più il turismo, ed anche le destinazioni più remote diventano di facile raggiungimento, così i globetrotter del turismo zigzagano ovunque alla ricerca di luoghi poco conosciuti. Molti vanno alla ricerca dei mondi esotici naturali che essi sognano in terre straniere: selvagge foreste con tigri ed elefanti. Molti di essi si autodefiniscono “ecoturisti”, ma pochi, se non nessuno, lo sono veramente. L’ecoturismo sostiene attivamente progetti di conservazione e contribuisce al benessere […]
1 gennaio 2007

SALVATE LE FORESTE DELL’ORSO “FANTASMA”

Dopo anni di controversie, la Provincia canadese della British Columbia si è finalmente impegnata per una protezione di gran parte delle sue foreste pluviali costiere – tra l’Alaska a nord e l’Isola di Vancouver a sud -, trovando un accordo tra le ditte boschive proprietarie, le popolazioni indigene native e gli ambientalisti. Così, un’area grande quanto due volte il Belgio (1,8 milioni di ettari) è stata posta sotto protezione come Great Bear Rainforest. Essa sarà gestita come un santuario per specie quali l’Orso bruno, l’Orso nero (compresa la sua rarissima varietà di colore bianco, che i nativi definiscono “Spirit Bear”, […]
1 gennaio 2007

OKEFENOKEE – COME SI INGRANDISCE UN PARADISO!

L’Okefinokee è, dopo le famose Everglades della Florida, la più vasta zona paludosa rimasta negli interi Stati Uniti d’America (esclusa l’Alaska); una distesa di foreste allagate posta a cavallo tra la Georgia e la Florida. Seppure pesantemente sfruttata dal punto di vista forestale nei primi secoli della colonizzazione americana, dal 1937 la palude è stata abbandonata a sé stessa, dopo che la sua quasi totalità fu acquistata dal governo e trasformata in Rifugio Faunistico. In seguito l’89% del Rifugio (158.000 ettari) è stato anche designato in Area Wilderness, decretandone la sua inviolabilità perpetua. Nonostante ciò, alcuni pezzi marginali della grande […]
1 gennaio 2007

NGORONGORO CONSERVATION AREA

RINOCERONTE NERO – BRACCONIERI E … TURISMO Nella famosa Ngorongoro Conservation Area vivevano un centinaio di Rinoceronti neri. Ne sono rimasti una ventina, che non crescono nonostante l’aumentata protezione e la lotta al bracconaggio. Un recente studio pubblicato sulla rivista Oryx ha evidenziato come tra i motivi maggiori per questo trend negativo non siano le uccisioni, ma … il turismo. I safaristi motorizzati! «La Ngorongoro Conservation Area è la maggiore attrazione turistica della Tanzania; oltre 100 veicoli turistici riescono a visitare il cratere ogni singolo giorno. Gli automezzi sono stati osservati più volte frapporsi tra le femmine ed i loro […]